La corsa: amore e odio | Diario di una runner
Mi piace la corsa perché è uno sport individuale e semplice, di quelli che si possono fare in ogni posto senza troppe complicazioni.
Mi piace la corsa perché è uno sport individuale e semplice, di quelli che si possono fare in ogni posto senza troppe complicazioni.
Chi ha detto che anche se si fa uno sport faticoso come la corsa bisogna rinunciare allo stile?
Amare se stesse vuol dire questo prendersi cura del proprio corpo, l’unico posto in cui devi vivere, l’unico posto che rimarrà con te sempre.
Oggi avrei dovuto correre la Maratona di New York, oggi avrebbe dovuto essere il giorno dello spartiacque tra l’anno della lotta al tumore e l’anno della rivincita. Oggi la nuova Greta avrebbe dovuto tagliare il traguardo e lasciare il passato alle spalle.
Ore 5.55 suona la sveglia. Apro gli occhi pochi secondi e sono già giù dal letto. Cosa strana per me che non sono per nulla quello che si dice… una “morning person”.
Caldo dannato fuori fin dalle prime luci dell’alba. Non sono abituata a correre con il caldo, anzi non sono proprio più abituata a correre. Alle 7.20 è già tardi per uscire a correre ormai. Sono in Smart Working e ho deciso di prendermela comoda…. pessima scelta…. Da domani ripuntiamo la sveglia alle 6.00.
Il running ai tempi del COVID19.
Trasformare il veleno in medicina, questo dice il Buddismo e negli ultimi mesi ne ho fatto il mio mantra. Ogni terapia, ogni visita oncologica, nel periodo post operatorio, per ogni corsa non fatta, per ogni volta che avrei voluto correre e invece potevo solo camminare, e a volte neanche quello.
Il sole che ti scalda la pelle, il sudore che scende e si appiccica alla maglia termica, l’aria fredda che gela il naso, i piedi che battono sull’asfalto e le gambe che si muovono da sole a ritmo cadenzato, con il profumo dell’erba ancora umida della notte. Sensazioni a me care.
All’inizio è l’entusiasmo, la scommessa di andare oltre quello che il tuo corpo ti permette di fare, la sfida vinta, i piccoli risultati, poi sono le endorfine che ti inebriano, ti drogano e tu non puoi più fare a meno della corsa perché il benessere e lo stato di grazia in cui ti trovi dopo l’allenamento sono impagabili. Poi è la volta della prima 10 km, la prima mezza maratona, la prima distanza regina della tua vita 42.195 metri consecutivi e un sorriso stampato sul viso per la settimana successiva l’aver tagliato il traguardo.
A volte nel running come nella vita ci si deve fermare. Tirare il freno a mano, fermarsi, resettare e ripartire. A volte questa scelta non la fai tu, ma la vita decide di farla per te e allora tu cerchi di trarre tutto il positivo possibile che giri a tuo vantaggio.
Settembre rientro dalle vacanze, tutti carichi e sulla scia dell’entusiasmo estivo, tutti dediti all’attività fisica e alla corsa.