Cosa sono i fichi d’india (e perché si chiamano così)

Il fico d’India è una pianta grassa molto antica originaria del Messico e dell’America Centrale. Verso la metà del 1500 si diffuse anche nel Vecchio Continente dove la pianta trovò condizioni ambientali ottimali, diffondendosi velocemente.

Le origini del fico d’India risalgono però al periodo degli Atzechi: l’antica civiltà precolombiana considerava questa pianta come il proprio simbolo e la chiamavano nopali.
Il nome “Fico d’India” lo dobbiamo invece a Cristoforo Colombo che, come sappiamo, approdò nelle Americhe ma credeva di esser sbarcato nelle Indie e quando al ritorno portò con sé questi frutti, alla corte reale furono soprannominati proprio fichi d’India.

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La pianta del fico d’India – che appartiene alla famiglia dei cactus – può raggiungere i 5 metri di altezza ed è composta da pale, fusti modificati dalla forma appiattita e ovale.
Le pale fanno le veci delle foglie e assicurano alla pianta la necessaria sintesi clorofilliana e la riserva d’acqua. Sono ricoperte da numerose spine, sia lunghe 1 o 2 cm sia sottili e piccolissime lunghe appena qualche millimetro. Queste ultime possono conficcarsi saldamente nella cute a causa dei minuscoli uncini che hanno all’estremità e toglierle non è né facile né piacevole.
Per questo è necessario indossare dei guanti durante la raccolta e la pulitura del frutto.
Sulla sommità delle pale che hanno almeno 1 anno di età compaiono i fiori, anche una trentina per volta. Dai fiori si generano i frutti che sono bacche ricche di semi, con una polpa dal sapore dolciastro leggermente acido e la buccia spessa ricoperta da spine corte e sottili molto pungenti ma che si staccano con facilità.

Il peso di un fico d’India può variare da 150 a 400 grammi.

Il suo colore varia a seconda delle varietà: è giallo-arancione se appartiene alla sulfarina, rosso porpora nella varietà sanguigna, mentre è bianco se appartiene alla muscaredda.
A seconda del periodo in cui nascono, varia anche la forma. I primi fichi d’India sono tondeggianti, quelli più tardivi hanno una forma allungata e peduncolata.

Un tempo, il fico d’India, e in particolare i suoi frutti e le sue bucce, veniva dato in pasto ai maiali e ai bovini, poi invece si sono scoperte le sue qualità per la nostra salute e i tanti benefici che derivano dal suo consumo.

La forza del frutto del fico d’India è lo spiccato gusto esotico, oltre alle preziose caratteristiche salutistiche, che sta conquistando il consumatore italiano e internazionale – si stima una crescita di vendite di circa 10% all’anno in Europa.

Nonostante l’aspetto poco invitante, il fico d’India è in realtà un alimento ricco di vitamina C e consumarlo significa fare il pieno di benessere.

Fico d’India: proprietà calorie e benefici

Sono molti gli studi e le ricerche che affermano che il fico d’India è davvero ottimo per la nostra salute, poiché aiuta il sistema endocrino, nervoso, immunitario, circolatorio, digestivo e respiratorio.

La polpa è molto ricca di acqua, vitamina C, potassio magnesio e fibre.

Il loro apporto calorico è limitato: ogni 100 grammi di polpa avrete un fabbisogno di 55 kcal.

I principali effetti benefici del fico d’India sul nostro organismo sono quelli di:

  • aumentare il senso di sazietà grazie alle numerose fibre, per cui il consumo è fortemente consigliato come spuntino per chi è a dieta
  • contrastare il problema della stitichezza
  • far assimilare meno grassi e zuccheri, tenendo dunque a bada glicemia e sovrappeso
  • favorire la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali
  • prevenire la formazione di gastriti e ulcere
  • ripristinare la flora batterica
  • combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare poiché ricchissimo di antiossidanti
  • essere un anti-cellulite naturale, in quanto agisce sulla ritenzione idrica
  • avere proprietà cicatrizzanti
  • essere utile a combattere il colesterolo
  • prevenire il diabete
  • avere proprietà antinfiammatorie e antiossidanti
  • aiutare nel controllo della pressione arteriosa grazie all’alto contenuto di potassio
  • migliorare la digestione
  • rinforzare il sistema immunitario.

Meglio non mangiare fichi d’India se…

È sconsigliato consumare fichi d’India a chi soffre di diverticoli: i piccoli semini di cui sono composti questi frutti, infatti, potrebbero depositarsi nelle anse intestinali creando una forte infiammazione.

Il fico d’India va anche evitato quando si è affetti da colite ed è sconsigliato in gravidanza, durante l’allattamento e ai bambini sotto i 3 anni per via della presenza di taurina, che svolge importanti funzioni cellulari e compete con l’assimilazione del calcio.
Meglio sempre inoltre non eccedere nel consumo di questi frutti per non avere effetti collaterali indesiderati di tipo gastrointestinale.

Del fico d’India si mangia tutto (no, le spine no)

Non tutti sanno che del fico d’India, oltre ai frutti, si possono magiare anche le pale e i petali dei fiori.
Le pale hanno più o meno la stessa consistenza delle taccole, e anche loro hanno molteplici proprietà benefiche, simili a quelle dell’aloe. La parte interna delle pale di fico d’India è infatti composta da una specie di gel, utilizzato come cicatrizzante e disinfettante, utile per lenire la pelle ustionata o graffiata e gli eritemi.
Questo gel fresco stimola inoltre il sistema immunitario e, in particolare, è una buona fonte di vitamine.

Le pale, meglio se giovani e tenere, si possono utilizzare anche in cucina (fanno parte della tradizione culinaria messicana fin dall’antichità).
Il sapore è una via di mezzo tra i fagiolini verdi e gli asparagi e la consistenza è cedevole e gelatinosa.

Una volta tolte le spine si fanno bollire per circa 30 minuti in modo che si riduca la gelatina che le rende viscide. Dopodiché via libera alla fantasia:

  • bollite, tagliate a listarelle in insalata con mais, cipolle, pomodorini e succo di limone
  • grigliate
  • abbinate a pomodorini freschi per condire delle bruschette
  • nelle frittate
  • saltate in padella con olio extravergine e salsa di soia.

I petali dei fiori potete impastellerali e friggerli oppure aggiungerli a insalte estive o macedonie.

Il fico d’India made in Sicily

L’Italia è il primo produttore europeo di fico d’India, la Sicilia è il principale produttore italiano: con i suoi circa 3mila ettari coltivati, rappresenta infatti l’85% della produzione nazionale dei circa 3.500 ettari totali.

Da luglio fino a settembre avviene la raccolta dei frutti ‘Primo fiore’ nati dalla prima fioritura spontanea e caratterizzati da pezzatura piccola e gusto deciso. Da ottobre in poi vengono raccolti i ‘Bastardoni’ nati da una seconda fioritura indotta tramite la scozzolatura e caratterizzati da grossa pezzatura e sapore più dolce e delicato.

La Sicilia vanta due riconoscimenti DOP: il Ficodindia dell’Etna DOP e il Ficodindia del Cono DOP, conosciuto anche come fico di Barberia, che cresce nei comuni di San Cono e San Michele di Ganzaria in provincia di Catania.

Il fico di San Cono si distingue per i frutti di grandi dimensioni, la vivace colorazione della polpa e della buccia e la particolare dolcezza e fragranza.
Inoltre, hanno un contenuto di fibra, polifenoli e carotenoidi – responsabili del potere antiossidante di questo frutto – molto più elevato di quelle di altre aree del Mediterraneo.

Come pulire e cucinare i fichi d’india

Per togliere le spine ai fichi d’India si può:

  • metterli nel lavandino in uno scolapasta, aprire il getto dell’acqua fredda e muoverli un po’
  • immergerli in una bacinella d’acqua a temperatura ambiente e rimuovere le spine con l’aiuto di una spazzola per piatti.

Una volta senza spine, sempre utilizzando dei guanti per sicurezza, incidi con un coltello la buccia nel senso della lunghezza e sbuccia il frutto.
Una volta puliti, la polpa dei fichi d’India può essere tagliata ed è pronta per essere mangiata in purezza o essere utilizzata come ingrediente in numerose ricette estive.
Attenzione, i semi possono essere ingeriti ma non bisogna morderli perché sono molto duri, un po’ come per l’anguria, se preferite e non fate troppo caso al bon ton, sputateli.

La parte rossa del fico d’india può essere consumata sotto forma di marmellate, per guarnire deliziose crostate, come mostarda da abbinare a ricotta o formaggi stagionati, a tocchetti in fresche insalate estive, in succhi, frullati, salse… .

Anche il delicato filetto di pollo si sposa bene con la polpa del fico d’india che, passata in colino e aggiunta al pollo in cottura, rappresenta una gustosa alternativa alla più comune passata di pomodoro.

Oppure un pezzetto di fico d’India avvolto in una fetta di speck può diventare uno sfizioso finger food dal sapore esotico e addirittura il succo di fico d’India può essere utilizzato per preparare un insolito risotto ai fichi d’India. Provare per credere.

Marmellata di fichi d’india

Ingredienti

  • ½ kg zucchero
  • 1kg polpa di frutti di fico d’India
  • 1 bicchiere d’acqua
  • 1 limone, il succo

Procedimento

  • Tagliate la polpa dei frutti a cubetti molto piccoli, versateli in una pentola, aggiungete l’acqua e portate a ebollizione in modo che i frutti si spappolino.
  • Togliete la pentola dal fuoco e passate la polpa al setaccio in modo da eliminare i semini. Se necessario, ripetete l’operazione.
  • A questo punto mettete la polpa setacciata nuovamente nella pentola, aggiungete il succo del limone e lo zucchero. Fate bollire per 45 minuti o comunque fino a che il composto non si sarà addensato.
  • Versate la marmellata in barattoli sterilizzati e lasciate raffreddare a temperatura ambiente.

Insalata di arance e fichi d’india

​Ingredienti

  • 100gr caciocavallo
  • 50gr olive nere (non quelle denocciolate!)
  • 2 arance
  • 3 fichi d’india
  • 1 limone
  • insalata soncino
  • 4 coste di sedano
  • 1 pezzetto di cannella in stecca
  • olio evo
  • sale e pepe

Procedimento

  • In una ciotolina spezzettate la cannella, copritela d’olio e lasciatela in un luogo al caldo per circa 2 ore.
  • Sbucciate l’arancia al vivo (eliminando anche la parte bianca) e tagliatela a pezzetti, sbucciate i fichi d’India e tagliateli a spicchi piccoli, lavate e asciugate il soncino, pulite e tagliate il sedano, tagliate il formaggio a listarelle, tagliate grossolanamente le olive e mettete tutto in un’insalatiera.
  • In una ciotolina grattugiate la scorza di limone, spremete il succo, aggiungete un po’ di sale, un po’ di pepe, l’olio profumato alla cannella ed emulsionate per bene con una forchetta.
  • Versa nell’insalatiera il condimento, mischiate con delicatezza e servite.
Fonte Foto: Pixabay