New York era nel mio destino. In un anno, ben due volte a distanza di pochissimo tempo l’una dall’altra. A Novembre per la “mia” Maratona e a settembre per la sfilata di Chiara Boni La Petite Robe. Cosi, visto che dal 13 al 16 settembre sarò nella Grande Mela per lavoro e di correre non se ne parla, tocca recuperare il programma di allenamento in questi gironi.

Dopo il Training Autogestito di Salomon di giovedì sera in cui abbiamo corso solo 10 kilometri tra saliscendi del Montestella e della Montagnetta di San Siro, ecco che…….

Greta Vittori Runner (3)

Alle ore 6.05 di un sabato mattina dal sapore autunnale, suona la sveglia. Fuori tuoni, lampi e acqua a catinelle, un tempo che non invita certo a lasciare il caldino del letto. Ma io che mi conosco bene, ho posizionato la sveglia in un angolo sufficientemente lontano dalla portata del letto che mi costringe ad alzarmi…. Quantomeno per spegnerla.

Giro per la stanza inebetita, il completino da running, saggiamente preparato la sera prima, è già pronto sulla poltrona ai piedi del letto, le scarpine vicino alla porta mi invitano ad indossarle e ad uscire nonostante il tempaccio.

Spalanco le finestre e vago per la casa con la tazza del mio cafferone extra strong leggendo i watsapp dei compagni di avventura preoccupati per il maltempo, Rimandiamo? Aspettiamo che smetta? Fa freddo. Piove. Tutti i preamboli per tornare a letto ci sono, ma presa da un momento di (eu)follia scrivo tutto di getto “ok diluvia, ma smetterà, se ci bagnamo ci asciughiamo…. Via che si va. Ore 8 sotto casa mia. Puntuali”, invio in fretta senza nemmeno rileggere, non importano eventuali errori di battitura o correzioni del malefico T9, prima che cambi idea e ritorni al caldo delle copertine.

Ciondolo ancora un po’ per casa e poi seduta sul divano parte il rito della vestizione, gesti meccanici ripetuti sistematicamente nel totale silenzio, quasi alla ricerca della concentrazione giusta che ti fa entrare in “modalità running”. Poi quando infilo le scarpe è come se scattasse una molla, mi rigenero e anche la pioggia battente non ha più potere di distrarmi da quello che sto per fare, l’obiettivo è quello di correre 28 kilometri e niente e nessuno può dissuadermi dal raggiungerlo.

Cosi alle 8 meno due minuti, scendo e trovo Luca e Annalisa bardati sotto un diluvio di proporzioni esagerate, io in canotta e calzoncini corti barbello un po’ dal freddo, ma sono fiduciosa che presto il temporale passerà ed io riuscirò a scaldarmi.

Greta Vittori Runner (5)

Direzione Idroscalo passando per Parco Forlanini, Aeroporto di Linate, Novegro ingresso Magnolia, giro completo dell’ Idroscalo e ritorno. Un percorso studiato a tavolino la sera prima, che ci permette di aver un giro vario, gradevole e perché no, distarci dalla fatica. Con i kilometri dovremmo esserci se poi manca qualcosina al raggiungimento della lunghezza totale, teniamo come opzione, un giretto al mio “cricetario”…. Parco Marinai d’Italia. Parco si fa per dire, un angolo verde di modeste proporzioni il cui perimetro esterno è di poco più di 1 kilometro, se vuoi fare i 10K devi girare intorno per 10 volte, da lì il soprannome di cricetario, ma a me piace, ci sono affezionata, è li che ho iniziato a correre i primi metri ed è li che vado la domenica quando non ho gare o trasferte. Mi piace e poi è a un tiro di schioppo da casa.

Nel frattempo la pioggia battente non cessa, anzi sembra incrementare cosi come i lampi e i tuoni, allora ci rifugiamo nel baretto vicino a casa a prendere un caffè, ok che siamo Runner, ma è pur sempre sabato mattina e visto che già dobbiamo correre per 28 kilometri, cerchiamo di rendere la cosa un minimo gradevole.

Caffè, due chiacchiere, un po’ di stretching, Luca ci racconta della sua ultima Maratona di New York e oh ha smesso di piovere, basta scuse…… Si va!

Greta Vittori Runner (6)

All’inizio la tentazione di andare forte è tanta, ma la testa ti dice di conservare le forze perché ti serviranno quando i kilometri cominceranno a farsi sentire nelle gambe. Cosi ci sincronizziamo ad una velocità costante e confortevole che ci permette comunque di chiacchierare tar di noi.

In un attimo siamo già in Viale Corsica, giriamo verso sinistra per toglierci dal traffico e ci portiamo a filo del Parco Forlanini. Il Forlanini è un Parco abbastanza grande, ben curato, ritrovo di parecchi Runners, perché ti permette di fare un discreto allenamento, la via per arrivarci è un misto di piano e di saliscendi, ma una volta arrivati, puoi personalizzare il percorso tra asfalto, sterrato, giretto del lago, rilassante, campo da golf oppure tagliare dal canile e tornare sulla strada che porta a Linate cosi come abbiamo fatto noi.

Un pezzo nel prato in salita per staccare la monotonia e farci due risate, ed eccoci all’Aeroporto, ingresso degli ARRIVI, ci è mancato poco che non ci infilassimo all’interno…. Chissà che ci era passato per la testa, forse di arrotondare due lire come supporto facchini di Easy Jet…

Un attimo di sbandamento che ci ha fatto perdere l’orientamento e poi l’autobus 73 ci ha tolto dall’imbarazzo di vagare per tutti i parcheggi dell’aeroporto, seguendolo per pochi metri abbiamo trovato la via d’uscita direzione Novegro, pezzo di strada statale in cui gli automobilisti non si sono risparmiati nel prendere in pieno le pozzanghere, lavandoci, e poi una ciclabile asciutta e sicura, che ci ha portati dritti all’ingresso del Magnolia.

Greta Vittori Runner (2)

L’idroscalo mi piace, parecchio, è un circuito di 6,7 kilometri che si staglia tra alberi, ponticelli, maneggio, campo pratica sci nautico e spiaggia con piscina. Il tutto nella totale sicurezza di cancelli, sorveglianza, con bagni, fontanelle e perfino bar nel caso decidessi per un Cuba Libre o uno Spritz dopo l’allenamento.

Si incrociano numerosi Runners che si preparano alla Maratona o anche semplice amatori che percorrono pochi kilometri per mantenersi in forma.

Il giro dell’Idroscalo lo abbiamo completato anche in maniera fluida, fermandoci per un selfie, un paio di pit stop di servizio e via che si rientra.

Il fatto di essere sulla via del rientro psicologicamente aiuta, entusiasmo a mille e ritmo sostenuto. Solo verso i 24 kilometri qualche dolorino ha cominciato a farsi sentire, le gambe ad essere un po’ pesanti da farti trascinare i piedi e la testa che mi diceva di mollare, ma come dico sempre io l’unione fa la forza e la compagnia degli amici e dei compagni di corsa, nei lunghi fa sempre la differenza.

Nulla è più motivante di una corsa in compagnia per darti la carica giusta e per distrarti dalla fatica che ti sta letteralmente massacrando. Testa bassa, ritmo leggermente rallentato e via dritti all’obiettivo.

Purtroppo però a volte la volontà non è abbastanza e nulla può quando il fisico comincia a cedere sotto lo sforzo. Poiché però non siamo atleti professionisti e la nostra avventura a New York è finalizzata a correre si la Maratona ma soprattutto al divertimento e a viverla in compagnia in totale serenità, sforzarsi con il rischio di farsi male oggi a settembre è controproducente, cosi di tanto in tanto ci siamo fermati a fare stretching o a “rifiatare,” anche perché nel frattempo il temporale era passato e aveva lasciato il posto ad un caldo umido che non incentivava allo sforzo. La cosa su cui mi sono concentrata era il BI BIP del Garmin che suonava ad ogni kilometro corso. Uno in meno da fare mi ripetevo mentalmente e poi di nuovo BI BIP e via cosi …..

Arrivati al Parco Marinai d’italia mancavano giusto giusto quei 700 metri per completare il giro e cosi tra una chiacchiera e l’altra il Garmin è suonato sui 28 kilometri.

Vedere quel numero sul display non mi sembrava vero. Emozionata, felice di aver condiviso questa piccola impresa con gli amici di sempre e un poco stanchina come direbbe Forrest Gamp.

Greta Vittori Runner (1)

E’ strano quando finisci una corsa e sei stremata dalla stanchezza, è il momento in cui hai voglia di ricominciare subito con un’altra sfida.

Probabilmente è stato in uno di quei momenti in cui ho deciso di iscrivermi alla Maratona di New York, in un meraviglioso momento di totale assuefazione da endorfine e incoscienza causata da stanchezza.

Dopo 28 kilometri, probabilmente, le endorfine fanno ancora più effetto, eh si, perché subito dopo nel pomeriggio ho scritto a Silvia di Almostthere per sapere se oltre alla Maratona di New York organizzano anche quella di Londra e in caso affermativo……. Io Presente!

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