Tra zone rosse e arancioni, nessun può negarci il piacere di una ricca colazione a base del tipico dolce scandinavo a nido d’ape.

Croccanti fuori e morbidi dentro, come potrebbe risuonare una pubblicità. Cugini dei pancake americani, fratelli (seppure con qualche rivisitazione) delle gaufre belghe e francesi, i waffle sono la pausa dolce per eccellenza della tradizione scandinava. Pare che la loro origine risalga addirittura all’Antica Grecia, ma qui non vogliamo farne un trattato storico o perderci nel loro albero genealogico: se la Nutella è italiana, i waffle sono scandinavi. Ed è proprio in Svezia, Norvegia e Danimarca che il 25 marzo di celebra il Waffle Day.

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Sì, ok, anche io vorrei piazzarmi al sole in un bel caffè di Stoccolma, in attesa di una pila di waffle e di un lungo caffè bollente, rigorosamente servito da un hipsterissimo e tatuatissimo barista, tra mobili industrial, piante grasse e riviste di arredo. Oggi ci tocca stare in casa, ma ai piaceri del cibo possiamo non rinunciare.

waffle day

Il 25 marzo, allora, organizziamo una ricca colazione a base di waffle. Muniamoci di piastra, farina, latte, burro, uova, zucchero e lievito (le ricette dei waffle sono ovunque, pure quelle destinate ai “for dummies” come me), prepariamo la tavola o per i più “coraggiosi” allestiamo una colazione a letto. Dico coraggiosi perché io temo come la peste le briciole nel letto.

I waffle, una volta pronti, accontentano un po’ tutti. Il fissato/a con la dieta e la sana alimentazione li abbinerà a delle fragole o a dei mirtilli, preziosi alleati nella circolazione (leggi ritenzione idrica maledetta), per non aggiungere un surplus calorico. Il/la gaudente se li godrà invece con una bella dose di miele, melassa o sciroppo d’acero. Il/la sofisticato opterà per della panna acida. I più piccoli non resisteranno a badilate di Nutella che li terranno in iperattività per ore, maledicendo l’idea di non aver optato per delle più sane fragole.

E non è tutto. Se fate un giro su Instagram, i waffle – e in generale le cialde morbide e spumose – sono ultra fotogenici. Cosa farei io?

Salirei in ginocchio su una sedia, che la natura non è stata generosa con me sui cm, smartphone alla mano, pronta per un flat lay. L’inquadratura zenitale, quella dall’alto è la migliore, soprattutto se si allestisce un piccolo set ad hoc. Non sarà come trovarsi in un bar di Stoccolma, ma quel runner Marimekko e quella ciotola di Ikea sapranno esservi di aiuto.


Fonte foto: Pixabay / Tim Douglas da Pexels / Brigitte Tohm da Pexels