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Come è nata l’idea di Geopop? L’idea è nata per scherzo in un bar con degli amici. Il giorno di Pasquetta del 2018 ero a Napoli a bere un aperitivo e parlando di progetti e idee è venuto fuori il discorso relativo ai video di Marco Montemagno e ho detto loro che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di simile, ma in riferimento al mio lavoro; ho pensato che avendo un po’ di esperienza, nazionale e internazionale, qualche consiglio agli studenti di geologia e scienze avrei potuto darlo. Fu lì che una mia cara amica mi consigliò di fare video di scienze per tutti, per non esperti, perché secondo lei ero bravo a spiegare facilmente concetti difficili… Così iniziai a fare il primo video che ebbe un discreto successo su Facebook. Era un video sui Campi Flegrei: quando ero piccolo non sapevo che la tangenziale di Napoli attraversasse letteralmente dei crateri vulcanici e quindi ho scelto di partire con questo argomento, e tuttora il video è online.

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vulcano vesuvio napoli

Quindi è da lì che è partito tutto? Quando hai capito che poteva diventare un appuntamento fisso con la creazione di altri video? Ho cominciato a fare tanti video e fino a qualche mese fa era un hobby che ho coltivato nel tempo libero. Poi pian piano si sono aperte delle porte e ho iniziato ad avere contatti con case editrici, che mi hanno poi portato a scrivere un libro. Così, quello che doveva essere un hobby da coltivare la sera, è diventato qualcosa di più. Sta piacendo così tanto, al punto tale da smuovere dei business: qualche mese fa ho avuto una proposta da uno dei maggiori editori digitali in Italia, e Geopop è diventata una vera e propria realtà editoriale.

Ci puoi raccontare com’è nato il progetto del libro? Il libro uscirà il 28 gennaio e si intitola “Un tesoro al piano terra”: ho voluto parlare della relazione tra il sottosuolo (inteso come fonte di ricchezza) e la nostra società, la nostra vita e la nostra quotidianità; questo perché fondamentalmente noi vediamo le scienze della terra come qualcosa di lontano dalla nostra vita quotidiana, invece sono fortemente convinto che le scienze della terra siano nella nostra vita. Se guardiamo cosa abbiamo sulla scrivania o all’interno di una stanza, il 99% dei materiali vengono dal sottosuolo. Faccio un esempio: tutti i componenti metallici arrivano dai minerali e tutti i componenti plastici arrivano dal petrolio. Senza lo studio del sottosuolo le nostre città sarebbero inesistenti e nel libro racconto tutto questo. È un libro ricco di tanti contenuti, da un excursus sul petrolio alle risorse minerarie, fino all’ultimo capitolo che è uno sguardo al futuro, in cui parlo di transizione energetica e delle prossime future fonti energetiche, quali la fusione nucleare e l’idrogeno, promesse per il futuro che possono davvero sostituire gli idrocarburi. Le fonti rinnovabili classiche (eolico e solare) sono e saranno importantissime, ma non hanno la potenzialità energetica per sostituire il petrolio e nel libro ne descrivo i dettagli. Il libro è un libro pop, perché io so parlare solo così. L’ho scritto con lo stesso linguaggo che utilizzo al bar, tanto che chiesi all’editore se fosse convinto di voler scrivere un libro con me! Di tutta risposta mi dissero che era proprio ciò che stavano cercando.

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Nel tuo libro parli anche del rapporto con la moda e il lifestyle? Nel libro racconto come nascono i diamanti. Può essere incredibile sapere come nascono i diamanti, che nascono a 150 km di profondità. È poi la lava riportarli in alto. Basta pensare che quasi tutti i giacimenti di diamanti che esistono si trovano in condotti vulcanici.

Una domanda sulla tua formazione. Quanto ha influito nascere a Napoli? Relativamente alla mia formazione credo che abbia influito poco. È vero che da casa dei miei genitori si vede il Vesuvio e io da piccolo ci andavo spesso, ma non penso che abbia influito. Non so quindi se sia stato qualcosa di inconscio, ma è successo che dopo il liceo non avevo proprio le idee chiare su cosa fare, o meglio, volevo fare la rock star perché suono la chitarra da tantissimo e volevo andare in California per frequentare la Rock University, ma non fu possibile per ragioni economiche. Le scienze della terra mi erano piaciute al liceo, così decisi di intraprendere questa strada e cominciai a scoprire la materia… e me ne innamorai.

Qual è stato il complimento più bello che ti hanno fatto in tutti questi anni e che hai sentito più tuo? Ci sono state un paio di mamme che mi hanno scritto, una in particolare mi ha colpito dicendomi che il figlio vede ogni giorno i miei video e che da grande vuole fare il geologo. Questa cosa mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, mi sono davvero emozionato.

Come è stata accolta questa tua idea invece dal mondo della geologia? Che ambiente è quello dei geologi? Onestamente non lo conosco neanche io così bene il mondo della geologia italiana, perché dopo 10 anni di lavoro all’estero sono rientrato da poco e non credo di avere gli elementi per definirlo. Molti colleghi mi scrivono e ho contatti con la società geologica italiana e con il consiglio dell’ordine nazionale. Sono tutti colleghi che stanno apprezzando molto questo mio lavoro di divulgazione, anche perché solitamente la scienza della terra è sempre stata una di quelle materie lasciate un po’ per ultime, un po’ denigrata e con questo progetto si spera che invece diventi una materia che possa tornare un po’ più nelle nostre vite. La mia mission con Geopop è quella di portare un po’ di terra in più nelle nostre vite.

Questo che stai seguendo è un progetto che ti fa viaggiare molto per scoprire posti o fai tutto da remoto? Per ora Geopop mi sta dando un po’ di calma, perché la mia vita professionale fino ad ora è stata estremamente movimentata; essendo un consulente internazionale mi sono trovato a spostarmi continuamente, con una media di 80 o 90 voli l’anno. Sicuramente con Geopop ci muoveremo sul territorio, mi piacerebbe molto e ho tante idee.

Come sarà il progetto? Geopop diventerà un magazine? Non sarà un magazine cartaceo. È ancora tutto da creare. Ora sono impegnato con i team del gruppo editoriale per creare, strutturare e ideare. Al momento siamo ancora in una fase esplorativa. Geopop avrà l’impronta che ha oggi, anche perché rispecchia quello che sono io e quello che è il mio carattere, quindi non potrebbe essere diversamente. Mi piacerebbe anche fare un progetto per bambini, GeoKids o qualcosa del genere, anche perché sono molti i genitori che ci seguono e quindi vorrei creare qualcosa su misura per i più piccoli. Ho in mente molte cose da fare.

Quale video è stato quello che ti è piaciuto maggiormente girare? Ne ho 2. Uno è quello sul bradisismo flegreo perché l’ho girato con un amico, Claudio Morelli, che è uno straordinario fotoreporter, grande conoscitore del territorio. Con lui ci siamo recati sul posto, siamo andati all’osservatorio vesuviano a intervistare il direttore e anche il sindaco di Pozzuoli. È un lavoro che amo molto, anche se per la sua durata è da definire più uno speciale. Siamo riusciti a far emergere la stretta relazione che c’è tra scienza e società, i due fattori che io vorrei sempre tenere uniti. L’altro video che mi è molto piaciuto girare è quello sul Vesuvio, che è anche quello che ha ottenuto il maggior successo, anche per via delle immagini clamorose che ho potuto inserire: ho avuto la fortuna di lavorare con un bravissimo artista Mario Marino, un modellizzatore 3D.

Lasciando per un attimo da parte Geopop, chi è Andrea Moccia? Com’è la tua giornata tipo? Ora sta cambiando molto. Io sono un motociclista e quando posso vado in pista. Suono molto spesso e infatti sto cercando una band qui a Milano. Mi piace fare, devo sempre fare qualcosa e non riesco mai a stare fermo.

C’è qualche curiosità Geopop su Milano che ci puoi raccontare? Sto scoprendo ora la città di Milano. Per me, dal punto di vista del territorio, è collocata in un posto magnifico, perché è a due passi dalle Alpi e anche dal mare: in un’ora di strada si può arrivare a godere dei panorami di montagna e con un’ora e mezza circa si arriva in Liguria, al mare. Non tutte le città possono vantare questa caratteristica.


Fonte foto: Geopop / Domenico Paolella da Pexels