Cosa succede quando un regista britannico come Wash Westmoreland incontra un’eroina francese, interpretata da una bravissima Keira Knightley? Si genera come risultato la produzione del dramma storico “Colette”, presentato all’ultimo Festival di Torino dopo essere uscito un paio di mesi fa nelle sale statunitensi e disponibile al cinema in Italia dal 6 Dicembre.

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Ma chi era Colette? Sidonie-Gabrielle Colette è stata una semplice ragazza di provincia e, allo stesso tempo, una delle menti più argute dei salotti parigini, un talento artistico manipolato dal marito e, allo stesso tempo, un’icona dell’emancipazione femminile, un’attrice, una candidata al premio nobel per la letteratura, una critica teatrale e un esempio unico di donna nella sua epica (e non solo).

Nata nella campagna della Borgogna, Colette, dopo aver sposato all’età di vent’anni l’editore e scrittore Henry Gauthier-Villars (Dominic West), si trasferisce nella Parigi della Belle Époque. Qui entra in contatto con gli stimolanti ambienti culturali della capitale francese e ben presto scopre di avere un notevole talento per la scrittura: dietro suggerimento del marito, inizia a scrivere dei romanzi ispirati alla sua vita pubblicandoli però con il nome di Henry, convinto che un’opera firmata da una donna non avrebbe avuto alcuna possibilità di essere venduta. Le opere dedicate all’alter ego di Colette, Claudine, hanno un successo senza precedenti e il personaggio da lei inventato assume in pochissimo tempo un ruolo di grande rilevanza nell’immaginario popolare.

Quando però Colette chiede al marito che appaia anche il suo nome nelle pubblicazioni, il rifiuto dell’uomo inizia a far incrinare il rapporto tra i due, già messo a dura prova per i tradimenti di lui e dalla decisione di Gauthier-Villars di vendere i diritti della serie di Claudine per pagare i propri debiti. Dopo la separazione nel 1910, Colette firmerà a suo nome diverse altri romanzi, continuando ad alimentare l’immagine di una donna talentuosa e libera.

Il film di Westmoreland però questa seconda parte non la racconta, soffermandosi sopratutto sul rapporto con Henry Gauthier-Villars e arrivando a mostrarci la fine della loro relazione e la prima esperienza di Colette in campo teatrale, condivisa con la facoltosa marchesa Mathilde de Morny (Denise Gough) della quale si innamora. La regia di Wash Westmoreland riesce a ridare voce a questa grande personalità senza mai scadere in eccessi leziosi o noiosi, merito anche e sopratutto del fascino di Keira Knightley, che si conferma ancora una volta come una delle migliori interpreti per ruoli in costume degli ultimi anni.

Sia che siate fan di Colette che semplici curiosi nel scoprire per la prima volta questa figura, non perdete l’occasione di vedere al cinema questo biopic!