Devo dire che quando ho iniziato a correre, tanti anni fa, la scelta era decisamente scarsa anzi direi proprio inesistente. Il giorno che papà mi portò nel negozio sportivo più rinomato e referenziato in fatto di corsa della zona, la commessa mi scrutò un bel po’, mi fece provare a correre su una pista disegnata all’interno del negozio e poi arrivò con un paio di orribili scarpe a righe fucsia e verde bandiera e mi disse: “Ecco queste sono le scarpe che fanno per te”.

Erano tremende e io che forse avevo la strada già segnata nel mondo della moda o per lo meno del buon gusto azzardai un: “non ne avete lo stesso modello in altri colori?”. Neanche mi degnò di una risposta, forse si offese perché per lei erano bellissime, forse mi odiava per quel mio essere un po’ snob e proprio per quello forse mi aveva portato quel modello osceno in quell’abbinamento di  colori che credo nemmeno un daltonico ubriaco avrebbe potuto, fatto sta che guardò mio padre, girò su stessa e andò a servire un altro cliente.

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Ovvio che papà mi comprò le scarpe, altrettanto ovvio che uscii dal negozio con quelle scarpe ai piedi, per ammorbidirle prima della corsa, mi dissero. Non mi vergognavo, di più.

Posso dire però che, estetica a parte erano le scarpe più comode che avessi mai indossato, correre con quelle ai piedi era come non correre. Una sensazione mai provata. Iniziai ad amarle e a metterle anche quando uscivo con gli amici e quando qualcuno mi guardava e storceva il naso, io rispondevo con orgoglio “sono le mie scarpe da corsa”. La parola running all’epoca ancora non era tanto in voga.

Le avessi avute alla maratona di Londra! Quando credevo di aver sotto le piante dei piedi delle piastre di ferro da stiro rovente. Ho sofferto dai primi kilometri fino agli ultimi 195 metri. Erano molto belle e molto fashion quelle che indossavo ma mi hanno spaccato i piedi.

Al negozio ci tornai, ringraziai la commessa per il consiglio, lei si che ne sapeva, correva già all’epoca delle maratone, mi vergognai per averla giudicata male, e incredibile, parlando del più e del meno siamo anche diventate amiche.

Ancora oggi quando torno a casa al lago passo a salutarla, vende scarpe da running come solo lei sa e sono sicura che con il suo modo di fare, renda felici tante persone. Ancora mi prende in giro per il mio di fare da snob il giorno che ho comprato da lei il mio primo paio di scarpe da corsa.

Dopo quelle ne vennero altre centinaia di paia forse, e altre ne verranno ma a quel primo paio ci ho lasciato il cuore. Le ho ancora da qualche parte in un angolo della cantina.

Oggigiorno la scelta non è vasta, di più, tra modelli e colori, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Le maggiori case sportive fanno a gara per lanciare modelli stagionali che oramai fanno quasi concorrenza alla moda. Fall Winter, Sprig Summer, Pre-fall.

Il running è di moda e anche l’outfit giusto per il running fa moda.

In effetti, si confesso, mi piace abbinare colori e marchi, sfoggiare i nuovi acquisti incentiva ad uscire a correre, anche solo per pochi kilometri, anche se, passi lo stile e la moda, aiutano certo, ma alla fine della fiera, bisogna sempre far andare le gambe per arrivare al traguardo.

L’importante è sapersi fidare e affidare a persone che ne capiscono, che sanno quale modello consigliare e individuare il più adatto allo stile di corsa e alla tipologia di appoggio, mai ricorrere al fai da te in funzione del proprio gusto estetico o fare auto analisi, porta dritto dritto all’ortopedico.

Personalmente ho scoperto di recente i modelli da running di MBT che mai avrei pensato, mi trovo bene sia nella corsa che nella camminata di ogni giorno.

MBT è l’acronimo di Masai Barefoot Technologies e, nata ormai 22 anni fa, è stata la prima azienda a proporre sul mercato una linea di calzature caratterizzata da una tecnologia brevettata, capace di simulare la camminata naturale a piedi scalzi su superfici morbidi ed instabili.

L’azienda ha costantemente investito sull’innovazione e sulla tecnologica e la ricerca scientifica per creare prodotti sempre più all’avanguardia, che possano garantire benessere e miglioramento della qualità di vita delle persone che ne scelgono le calzature.

La calzatura MBT, infatti, non è solo confortevole ma gli studi scientifici dimostrano che fornisce dei benefici per la postura, per l’equilibrio così come per il ritorno venoso. Inoltre le MBT agiscono come un dispositivo allenante per i piedi e per il corpo consentendo una costante attivazione muscolare e riducendo il sovraccarico lombare.

ll grande valore aggiunto di questa calzatura da running sta nella sua costruzione: accanto alla MBT Sensor Technology ® bidensità che è integrata nel tallone perfezionando il sensore del mesopiede e riducendone l’impatto. Il modello GT2 è stato concepito con l’esclusiva suola curva specifica funzionale per l’attività di running che agevola la fase di spinta ed il passaggio all’appoggio successivo, creando un’azione combinata di supporto al piede e stabilità dinamica, con una qualità in più: immagazzina l’energia in appoggio e la rilascia in stacco.
 La prima sensazione in corsa è quella di una maggiore ammortizzazione ma al tempo stesso una maggiore ritorno di energia, un minor peso della scarpa e una maggiore durata: una calzatura che invita a spingere e performare anche se in origine, non nasce come scarpa veloce da gara e le sue caratteristiche la rendono apprezzabile soprattutto da un runner mediamente evoluto.

L’obiettivo era quello di creare una calzatura che conservasse i più importanti benefici MBT e che li unisse ad innovazione e tecnica” spiega Alex Manazzon, Head of Academy MBT, “sappiamo bene quanto il benessere e l’attività siano fondamentali per chi vuole ottenere il massimo e così ci siamo immedesimati negli sportivi più esigenti, per capire come sarebbe dovuta essere la loro scarpa da running ideale. Così è nata la GT2, come una naturale evoluzione dei modelli GT precedenti.”

Provare per credere.