A cura di Fulvio Aniello

 

Loredana Roccasalva e Antonio Falanga

E’ stata una delle sue più felici intuizioni, ha ideato per lei nel luglio del 2005 sotto l’aerostato più grande del mondo, “Aerophile 5500”,  una performance unica, inserita nel Calendario di AltaRoma, dove ha presentato una collezione Haute Couture ispirata ai fantastici viaggi di Julies Verne. Dopo quasi cinque anni, Antonio Falanga, produttore e regista di eventi moda, l’ha voluta in esclusiva al suo più esclusivo evento il “Premio Margutta – La Via delle Arti”.

Noi di Fashion Times, l’abbiamo voluta conoscere e abbiamo scoperto che …..

Chi è Loredana Roccasalva?Loredana Roccasalva oggi e’ una donna di 42 anni che ama questo lavoro di  designer piu’ di prima ,inizio del percorso 20 anni fa, all’IED a roma …e da li’ il percorso lavorativo l’ha portata a lavorare per grandi marchi e a fondare nel 1995 una azienda tutta sua che porta il suo nome  e che produce una linea di pret à porter che distribuisce oggi nel mondo .
Loredana oggi e’ anche una donna che ha due figlie e una famiglia che ama piu’ di ogni cosa e che sono il suo motore creativo ….”senza di loro -dice la designer-nulla di tutto cio’ che faccio avrebbe un senso “….”loro danno al mio essere creativa una marcia in piu’ …una giocosita’ che altrimenti forse non sarei riuscita a ritrovare”

Loredana Roccasalva vive e lavora in Sicilia, terra lontana dai percorsi di moda, come è stato possibile fare ciò? Sicuramente difficile ,..ma visti i risultati non impossibile .Lavorare in Sicilia fino ad un certo punto e’ stato una difficolta’ insormontabile ,nulla di tutto cio’ che serve e’ li’ …spesso anche la gente del luogo non capiva bene quale fosse il tuo lavoro….all’inizio mi chiedevano le cose piu’ strane e impossibili. Con pazienza e tenacia sono andata avanti cercando di far diventare questo gap un vantaggio. La qualita’ della vita e la ricchezza del luogo sono impareggiabili e volevo preservare questo ,nella mia vita pur continuando a fare il lavoro che volevo .Tutto cio’ e’ stata una battaglia dura.  A volte mi sono persa ..ma piu’ volte sono tornata a” combattere”

Se dovessi parlare della tua moda, che parole useresti? Le definizioni non mi sono mai piaciute ..mi sembra che sono delle parole che costringono le idee a rimanere ingabbiate …ed io non amo le gabbie…

… e se la volessi descrivere? Ecco questo mi piace di piu’ ….descriverei qualcosa senza tempo e senza eta’ ,parlerei di moda emozionale ,di moda tattile, di affettuosita’ delle linee e dei tessuti ..parlerei delle mie cose dicendo che suscitano emozioni …che ti fanno sentire dentro un guscio protetta,accarezzata. Ritorno quasi alla funzione primaria dell’abito come protezione ,come coccola.

A proposito di quanto dici, sappiamo che tra le tue produzioni c’è ne’ una a cui tieni particolarmente, che si chiama “Tintemotive”… di cosa si tratta?Tintemotive e’ la linea che e’ nata proprio da una emozione ..cromatica in questo caso, e dalla visita ad una installazione al PAC a Milano dell’artista cambogiana Kimsoja. In quella occasione mi ha colpito  il senso del colore e l’uso evocativo dei teli di stoffa in esposizione, che  nella sua cultura servono  per trasportare gli indumenti personali da un luogo all’altro. Guardando da un  punto di vista diverso ho scoperto l’uso che se ne poteva fare e ho capito come l’emozione e la storia di chi  aveva usato questi teli ,aveva impregnato  le trame delle stoffe e questa energia rimane per sempre dentro i fili del tessuto  rendendoli unici. Tutto questo mi ha fatto pensare ad un oggetto unico e avvolgente ..ed e’ cosi’ che e’ nata questa linea  di accessori ,sciarpe e  mantelli,che proprio perche’ nella loro funzione hanno il compito di abbracciare il corpo ,cingerlo, renderlo morbidamente colorato e caldo ,esprime al massimo il concetto di emozionalita’ che ispira la mia linea. Questa  linea di sciarpe coniuga  anche l’esigenza di riutilizzare i tanti tessuti pregiati che negli anni abbiamo lavorato, in maniera da ridare una  dignita poetica  agli scarti .


Sappiamo che la tua linea di di pret à porter presentata a Parigi, dalla prossima collezione sarà presente in parecchi punti vendita nel mondo… Dopo questo traguardo quali sono i progetti futuri.. in un momento di così grandi incertezze?..il momento non e’ dei migliori ..e questo e’ vero ,ma e’ anche vero che il mercato proprio in questo momento di stanchezza cerca qualita’ e ricerca ,piccoli marchi  ,nuovi e con una storia da poter raccontare ..perche‘ abbiamo perso noi stessi e abbiamo bisogno di ritrovarci ..magari dentro un morbido cappotto…i progetti?….piccoli passi da consolidare stagione dopo stagione …non voglio diventare schiava del lavoro ,non voglio che i numeri o la frenesia corroda la gioia creativa ..voglio solo continuare a lavorare nel mio luogo e con la mia famiglia accanto