La nascita di un figlio, ma anche l’adozione di un bambino, sono momenti molto importanti per la coppia e impongono alcuni cambiamenti nella gestione della routine quotidiana. Se in passato la società patriarcale vedeva nella donna l’unico soggetto preposto alla cura del nuovo arrivato, oggi le cose stanno lentamente cambiando.

Sono sempre di più i padri che, desiderosi di seguire le fasi di crescita dei propri figli, cercano giorno dopo giorno di spezzare un retaggio culturale che, pur essendo superato nel concetto, rimane ancora ben radicato nella mentalità di parte della società.

Il congedo parentale svolge così il doppio ruolo di sostegno alla maternità e alla paternità, per meglio dire dunque alla genitorialità, riconoscendo il diritto a entrambi i genitori di assentarsi dal luogo di lavoro per occuparsi dei figli nei loro primi anni di vita.

L’importanza del congedo parentale nel gender gap

Modi e tempi cambiano da Stato a Stato, ma anche da un’azienda all’altra. Nonostante vi siano delle leggi atte a garantire alcuni diritti di base anche ai padri, alcune imprese cercano di dare qualcosa in più ai propri dipendenti, nel pieno rispetto del loro diritto di essere genitori oltre che lavoratori.

Tra queste spicca, per la grande attenzione che da sempre presta alle tematiche sociali e al benessere delle persone, l’azienda multinazionale P&G. Quest’ultima, specializzata nella produzione di articoli per la pulizia della casa e la cura della persona, ha a cuore il benessere dei propri dipendenti; per questo ha deciso, già dal 2019, di offrire ai papà che lavorano per la società la possibilità di usufruire di un congedo parentale retribuito al 100% e della durata di 8 settimane, utilizzabile anche nei casi esclusi dall’INPS.

Il congedo parentale aperto anche ai padri consente di colmare in parte il gender gap in ambito lavorativo, ridistribuendo le responsabilità nei confronti della prole tra entrambi i genitori. Oltre a permettere ai padri di vivere i primi anni dei propri figli, vedendoli crescere e potendosene prendere cura, il congedo parentale offre dunque la possibilità di mettere in atto un cambiamento molto importante per la società, togliendo dalle spalle della madre una parte di quelle responsabilità verso i figli che la società da sempre le impone.

La condivisione di responsabilità, implica la possibilità che non solo la donna, ma anche l’uomo, nel caso della nascita di un figlio o dell’adozione di un bambino, possa assentarsi dal lavoro per prendersene cura, opera di fatto un mutamento sostanziale in grado di ridurre il gender gap sul lavoro.

Come funziona il congedo parentale secondo la legge italiana

Ad oggi il congedo parentale prevede la possibilità per entrambi i genitori di assentarsi dal lavoro per un massimo di 10 mesi, divisibili tra i due soggetti, entro i primi 12 anni di vita del figlio. I giorni di congedo vengono retribuiti al 30% dello stipendio medio giornaliero.