Christian Prazzoli

Che momento stiamo vivendo, considerando anche che c’è stato il MICAM? Questo momento lo definirei fluido, liquido. A MICAM non abbiamo partecipato quest’anno anche in ottica strategica, poiché non è più un evento a cui noi puntiamo. Il nostro obiettivo attuale è andare con grandi player di mercato e lavorare direttamente con loro. C’è anche da dire che in un mondo così interconnesso come il nostro, arrivare a qualcuno, è abbastanza semplice. Il momento non è certo facile, in particolar modo per l’Italia e per un brand come il nostro, molto votato a un pubblico internazionale, in questo periodo sta patendo la totale mancanza di turisti. Tale mancanza però ci sta portando anche dei vantaggi in alcuni mercati in cui il turista bloccato sta consumando localmente: faccio un esempio, sul nostro primo mercato, la Russia, stiamo andando bene. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno.

Qual è il nuovo modo di comunicare per quanto riguarda il B2B? Qual è la strada giusta da percorrere se non è più la classica fiera di settore? Stiamo lavorando molto sul networking, attivando network tramite business partners in giro per il mondo. Questa è la strategia che staimo adottando in questo momento e quello che vorremmo fare è proprio avere grandi partner locali. Non guardiamo più al singolo negozio multimarca, che comunque ci interessa, ma non si pone più come una scelta strategica bensì tattica, stiamo guradando a partnership importanti su mercati rilevanti come Cina, Corea, Giappone e altri dell’Est, ma non solo.

Dal lato B2C invece cosa ci può dire? Sicuramente l’unica cosa certa è che tutto sarà diverso. La comunicazione tradizionale è ancora importante, ma sta perdendo centralità nella strategia di chiunque, quindi anche Baldinini si sta focalizzando maggiormente su tutto il mondo digitale. La verità è che noi, come brand, stiamo lavorando in maniera totalmente ibrida tra fisico e digital, e lo stiamo facendo sia a livello comunicativo, sia a livello distributivo, sia a livello strategico. Questo è il nostro dogma e il nostro obiettivo, ovvero quello di arrivare al consumatore in modo totalmente ibrido.

Per quanto riguarda invece il mercato delle vendite online, come agisce Baldinini? Stiamo andando molto bene. Quest’anno rasenteremo la tripla cifra di crescita e ne siamo molto contenti, anche se siamo consapevoli che questi dati sono il riflesso della mancanza di business da altre parti; siamo comunque convinti che questa sia la base su cui costruire il futuro. Stiamo cercando di concentrarci non solo sul nostro brand.com (baldinini.com), ma stiamo guardando in maniera molto attenta ai principali market place a livello mondiale, infatti siamo già presenti su alcuni market place rilevanti in Russia, ma anche in altri in Europa, in Cina e poi puntiamo a due dei principali player che sono Zalando, con la sua divisione premium, e Global Fashion Group che è il player principale che si sviluppa a partire dall’Arabia.

Cosa possiamo dire invece del prodotto? Anche dal lato prodotto avete affrontato dei cambiamenti dettati dalla situazione o avete portato avanti la filosofia che da sempre contraddistingue il brand? Di base abbiamo continuato la nostra produzione basando lo sviluppo sulle solide fondamenta della filosofia Baldinini, ma abbiamo anche iniziato un’innovazione facendo leva sulle nostre radici. L’obiettivo è dunque quello di fare leva sul nostro heritage, iniziando a parlare a un consumatore nuovo. Puntiamo a un processo che vuole portarci nuovi consumatori. Noi non saremo comunque mai un brand da diciottenni, perchè non è il nostro target e non vogliamo che lo sia. La nostra idea è quella sì di ringiovanire un pochino, ma di avere comunque una persona di una certa maturità: se oggi il nostro target è 45 +, l’obiettivo è scendere a 30-35 +, attraverso un processo naturalmente progressivo.

All’interno di questo processo c’è anche qualche strategia legata ai social network? Assolutamente sì. Stiamo già postando stories e tutta una serie di altre cose che fanno parte della strategia digitale che abbiamo in mente di implementare.

Per quanto riguarda il lavoro con i social network, avete già una strategia per capire come sfruttare tutti i dati di flusso che vi arriveranno? Sì, noi stiamo adottando degli strumenti di business intelligence e di social sentiment proprio per questo, per iniziare a mettere a fattor comune i big data. La conoscenza per noi è il vero patrimonio.

Fonte foto: press office Baldinini