barbecue no flame more grill catering (4)

Passare dall’essere uno dei più stimati Head Hunter nel settore Luxury & Fashion in Italia a diventare imprenditore del settore BBQ. Il passo è breve se ti chiami Alberto Molteni e decidi di seguire le tue passioni, prima di tutto!

Intervista ad Alberto Molteni di Flame No More, società che organizza corsi ed eventi a tema BBQ e griglia, ma non solo!

Come e quando è nata la tua passione per il bbq? La mia passione è nata nel 2015. Dapprima incuriosito da un programma TV che narrava le gesta di alcuni partecipanti a delle gare di BBQ in America, una cosa che mi sembrava tanto assurda quanto affascinante. Poco dopo sono stato definitivamente stregato da un corso di cucina BBQ, nel quale venivano usate le tecniche “americane” applicate però a dei piatti della nostra tradizione. Il valore aggiunto, da un punto di vista gustativo e di riuscita del piatto ha fatto sì che superassi l’iniziale scetticismo e mi appassionassi a questa “nuova” visione della cucina.

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Com’è nata l’idea Flame No More? Il percorso è un po’ rocambolesco. Nel 2017 affianco, in veste di garzone, una squadra BBQ che tiene dei corsi in un garden e a fine stagione organizzano una gara amatoriale. Alcuni dei partecipanti a questo corso, ragazzi che ho imparato a conoscere durante le varie “lezioni”, fondano i Flame No More e si iscrivono. Io ero parte di un altro team, e anche noi ci iscriviamo alla stessa gara. I Flame No More, al loro esordio si classificano al primo posto e vengono premiati dal sindaco Sala.

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E poi cosa succede? Il 2017 è un anno particolarmente vivace nell’ambito del BBQ competitivo lombardo.  La squadra con cui facevo i corsi ha un riassetto che coinvolge un membro dei Flame No More, e contemporaneamente si scioglie anche il team di cui facevo parte io. Vengo così chiamato a far parte dei Flame No More in occasione della loro secondo gara ufficiale e insieme conquistiamo il secondo posto. Da allora le nostre strade non si sono più separate! Sembra la trama di Dinasty, ma è solo la versione riassunta ed edulcorata dei fatti realmente accaduti in quel periodo! Il progetto iniziale è nato per gioco, ma nel giro di qualche mese abbiamo capito che poteva essere qualcosa di più di un passatempo sporadico. Nel giro di un anno abbiamo cominciato a realizzare degli eventi per divulgare la cultura del BBQ americano (cotture lunghe caratterizzate da note affumicate) cercando però di creare sempre un connubio con il gusto italiano.

Qual è il vostro scopo e la vostra filosofia? Nel 2020 abbiamo avuto uno sdoppiamento, da un lato rimane il team che continua l’aspetto competitivo, dall’altro invece io ho avviato una realtà professionale in ambito BBQ mantenendo lo stesso nome e “istituzionalizzando” di fatto, la parte di eventi. Lo scopo è quello di far conoscere la cultura del BBQ, che non è solo fatta di ricette ma è proprio una mentalità diversa di approcciarsi alla cucina. La nostra filosofia è di unire la nostra tradizione culinaria, alle caratteristiche della cucina BBQ in modo da creare un ponte tra questi due stili molto diversi tra loro e che fanno difficoltà a comprendersi se vissuti come un dogma. Per fare questo partiamo sempre dalla convivialità e dalla condivisione, che sono le nostre peculiarità.

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Cosa vi differenzia dagli altri player del settore? Ad oggi non c’è una “scuola alberghiera” del barbecue, ma esistono tanti corsi diversi in giro per l’Italia.  Alcuni di questi corsi sono organizzati da importanti brand (che rivendono dispositivi di cottura o spezie), altri invece sono organizzati dai team per “autofinanziarsi”. I corsi sono la punta dell’iceberg, a cui seguono poi eventi e catering. E’ un mercato emergente e con un seguito sempre maggiore. Il nostro punto di forza è aver spostato l’attenzione sulla persona, mettendo l’utente al centro del percorso, sia quando costruiamo un corso sia quando andiamo a concordare un evento con un locale.  Difficilmente arriviamo con un pacchetto preconfezionato, ma cerchiamo sempre di crearlo in base alle esigenze specifiche. Questo a volte può essere visto in modo non troppo positivo, come segno di poca “programmazione”, ma essendo le combinazioni di menù infinite, preferiamo costruirlo nuovo ogni volta e customizzato per il nostro cliente.

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Come funziona la World Barbecue Associaton – Italia e in che posizione siete? La World Barbecue Association è un’associazione, nata in USA, che si occupa di formare i giudici che sanciscono le gare BBQ del circuito di riferimento.

La WBQA ha 2 tipologie di gare

  • Le gare classiche che si disputano nell’arco del weekend, con 11 preparazioni da presentare durante le 2 giornate di gara. Cinque di queste preparazioni sono i classici del bbq (salmone, maiale, costine di maiale, pollo e punta di petto di manzo) e sono sempre presenti in ogni gara. Le altre 6 invece variano di volta in volta e di solito comprendono una preparazione dessert, una vegetariana, e una bistecca. In Italia ogni anno vengono organizzate dalle 3 alle 5 gare di questo tipo e insieme compongono quello che in gergo viene chiamato NBC (National Barbecue Championship). Sono gare “onerose” sia in termini economici, sia in termini di tempo investito per gli allenamenti e per lo svolgimento delle gare stesse.
    In questo ambito gareggiano circa 30 squadre.
  • Le gare nella versione light, chiamate “Fire Battle”, si disputano in una sola giornata e prevedono 3 preparazioni (uno dei classici del bbq, una bistecca, e un piatto “freestyle” per il quale di solito viene fornito un ingrediente obbligatorio).Molto più abbordabili economicamente. E’ facile trovare in gara sia “professionisti” sia squadre alle prime armi.  E’ un format molto conviviale e meno impegnativo. Nel 2018, primo anno in cui è stato istituito questo campionato, hanno partecipato circa 100 squadre.

Noi partecipiamo con costanza alle Fire Battle e nel 2018 ci siamo classificati al 3° posto su quasi 100 squadre da tutto lo stivale. Il premio è stato un “accesso” ad una tappa del campionato NBC. Abbiamo quindi partecipato alla tappa di Torino 2019, classificandoci all’8° posto su 22 squadre per le categorie BBQ e al 9° posto nella sommatoria delle altre categorie. Un risultato per noi davvero importante se si considera il fatto che era il nostro esordio, e che abbiamo realizzato 11 preparazioni in 4 persone, rispetto ad una media di 6 membri che compongono le squadre con più esperienza! Purtroppo la stagione 2020 non è mai partita a causa dell’emergenza COVID-19, e quindi l’ultimo piazzamento è il 15° posto assoluto ottenuto nel campionato 2019 al quale hanno partecipato più di 80 squadre.

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Quando avete deciso che poteva diventare un business? Abbiamo pensato potesse diventare un business intorno a settembre 2019 quando, tirando le somme della stagione che si stava chiudendo, mi sono reso conto di come avessimo ricevuto richieste di collaborazioni direttamente dai locali interessati senza che fossimo noi a cercare questo tipo di collaborazioni.
Questo sempre affiancato dalla parte di corsi, che è ormai giunta al quarto anno di attività. Questa analisi, unita alla mia volontà di dare una svolta al mio percorso professionale e alla collaborazione dei miei compagni di squadra che hanno acconsentito alla possibilità di utilizzare Flame No More come nome della mia attività, ha portato alla realizzazione del progetto che è diventato realtà a febbraio 2020.

Oggi che servizi offre Flame No More? Flame No More offre i suoi servizi sia ai privati, sia alle aziende a tema Barbecue e griglia. I privati possono scegliere tra corsi di cucina personalizzati e fruibili a piccoli gruppi, catering per feste, e una versione più gourmet per un servizio di Personal Chef. Per le aziende invece offriamo catering, consulenze in ambito ristorazione, ma anche team building (perché un team barbecue è come una brigata di cucina, ma con meno comodità e con più imprevisti!)

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Come vi state muovendo durante questo periodo di stop forzato? Rientrando a pieno titolo nel settore ristorazione, e facendo degli “assembramenti” uno stile di vita, in questo periodo siamo stati fermi, in attesa degli ultimi decreti, ma solo dal punto di vista puramente esecutivo. Nel mentre abbiamo realizzato il sito web dell’attività, messo a punto nuove ricette per la costruzione del menù, e avviato alcune consulenze.  Abbiamo anche individuato un “nuovo” modo di gestire un evento a domicilio (corso, evento o personal chef), così da rispettare le normative vigenti in tema di distanziamento e protezione. Parallelamente, durante tutto il periodo di Lockdown fino all’inizio della fase 3, abbiamo pubblicato sulla nostra pagina facebook delle “pillole di barbecue” con cadenza regolare. Così da fornire ai nostri follone dei momenti di svago/approfondimento legati al mondo del barbecue. Un’attività concreta per continuare il nostro intento divulgativo, anche a distanza!

Prossimi progetti? Da circa un mese stiamo collaborando con un “pitamster” (termine tecnico con il quale vengono definiti gli chef specializzati nella cucina bbq) italiano che lavora in Texas (patria del BBQ a stelle strisce) ed è molto stimato negli USA, per la traduzione dei suoi video Youtube e altri progetti legati alla sua attività di consulenza. Ci sono poi altri progetti che devo ammettere sono molto ambiziosi, e tra le tante idee che ci frullano in testa la più concreta è mettere a punto un corso BBQ che esuli dall’immagine puramente carnivora che è spesso associata a questo mondo, e trasformarlo poi in uno dei vari menù che compongono la nostra offerta. Un altro obiettivo, anche se più a lungo termine, è poter mettere a punto un laboratorio di cucina, finalmente un punto fisso dove mettere radici.

Fonte foto: No Flame More