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La cultura della ricerca, dell’approfondire le cosedell’approfondire ogni aspetto – estetico e non –  che ti circonda… che riguarda te stesso o gli altri, è un modus vivendi… un modo d’essere che trovo estremamente conforme alla personalità di Rodolfo Paglialunga.

Il designer che ha un percorso professionale su territori stilistici conosciuti proprio per lo spiccato, dettagliato, mirato focus sul racconto più interiore di un abito – un’interiorità così colma di sapere, di conoscenza anche personale, di cultura anche personale,  da esplodere visivamente in ricami, colori, tessuti, volumi … ma sempre dosatamente e senza strafare – non poteva che essere la figura-chiave coinvolta in un progetto che ha come elemento centrale, una delle mete che è eccellente bagaglio di conoscenza: la Cina.

Il Gruppo Asiatico VGrass Fashion approdato in Italia con il marchio VGrass Studio, ha così affidato la Direzione Creativa proprio a Paglialunga cogliendo nella particolare sensibilità dello stilista, quel puro “filo” di connessione tra i codici estetici del marchio e la sua evoluzione oltre confine con un progetto specifico, posizionato nel segmento luxury.

Obbiettivo della nuova linea? Rielaborare l’ispirazione e la cultura orientale nell’ottica della contemporaneità e… dell’internazionalizzazione.

Lo stilista – prima di procedere con la collezione donna AI 2019-2020 presentata ora a Milano durante la settimana della moda di Febbraio – ha visitato a Shangai gli headquarters di VGrass Fashion e la sede originaria di Nanchino, capoluogo della Cina orientale, dove sorge anche il Nanjing Museum recentemente entrato a far parte dell’asset del gruppo.

Il Museo è dedicato allo Yunjin, ovvero il tessuto-nuvola, e custodisce una raccolta di valore inestimabile ereditata con il passare dei secoli fino a diventare un autentico simbolo di orgoglio che celebra la storia e la tradizione artigianale della Cina imperiale.

I broccati Yunjin, tra i più sontuosi al mondo e per questo inclusi nella lista dei patrimoni Unesco, sono orditi a telaio con materiali finissimi come la seta, l’oro e le piume di pavone utilizzando le tecniche antiche impiegate nel corso di 1.600 anni per creare le vesti dei monarchi.

Il primo flag-ship store di VGrass Studio? E’ stato aperto a Milano in Via Spiga 30… un contenitore luxury dello stile del marchio progettato ad hoc con il supporto dello studio Claudio Silvestrin Architects.

Ho incontrato Rodolfo Paglialunga per Focus On.

Rodolfo com’è nato il progetto?  VGrass Studio è nato dal mio incontro con i signori cinesi della Holding VGrass Fashion Co. Ltd che hanno già un marchio ed una bella azienda… appunto in Cina. Loro desideravano internazionalizzarsi e proprio per questo motivo, hanno scelto di venire in Italia, da grandi estimatori del Made in Italy, della nostra creatività e del gusto italiano. E devo dire che… recandomi a “casa loro” a Shanghai, sono rimasto decisamente colpito e affascinato dal Museo che hanno preso in gestionelo Yunjin Museum  dove sono presenti questi famosi tessuti Yunjin che raccontano alla perfezione quello che era il fasto dei vecchi imperi cinesi. Pensa che realizzano – facendo lavorare questi telai – ancora dei tessuti preziosissimi con 5 cm al giorno, con dei pattern pazzeschi… usando l’oro zecchino e dei fili fatti con piume di pavone. Sono rimasto davvero affascinato, soprattutto dalla loro volontà di mantenere in vita questa artigianalità oltre ad un Museo come questo, che rappresenta, ripeto il fasto della Cina. Così senza alcun tipo di pregiudizio, ho trovato l’incontro di queste due culture molto contemporaneo e soprattutto, mi è molto piaciuto il loro interesse ad investire concretamente nel nostro prodotto… venendo in Italia.

Ho visto che avete anche aperto una boutique. Sì, a Milano in via Della Spiga. Abbiamo creato questo brand che si chiama VGrass Studio, proprio perché si differenziasse dalla casa madre. Si tratta di un progetto creativo in cui sperimentiamo maggiormente proprio con l’idea di dar vita ad uno stile ancora più ricercato.

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Cosa c’è dello stile di Rodolfo Paglialunga in questa collezione? Direi più o meno quasi tutto. E anche quelle che appaiono come impronte più dichiaratamente cinesi, in realtà sono state scelte perché le ho volute personalmente. Non è stata perciò una richiesta da parte della casa madre, ma una mia idea creativa. Sono sempre stato molto affascinato dalla Cina…

Cosa ti piace nello specifico della Cina? Mi piace il suo sfarzo e quel tipo di eleganza … che ritrovo anche nella cinematografia. Penso per esempio al film “In the Mood for Love di Wong Kar-wai che è per il suo lato estetico, uno dei miei film preferiti.

Tu sei conosciuto però per la tua eleganza understatement, molto minimale. Come si concilia questa con lo sfarzo cinese? Ho apprezzato lo sfarzo, che può essere inteso e tradotto in vari modi. Trovo che questa sia una collezione molto ricca di elementi, di tessuti e anche di stampe e colori. Non si parla in questa collezione di minimalismo, ma certamente non è neppure un overdressed. Poi devo dire che ogni progetto è sempre un nuovo capitolo di vita personale e professionale, quindi la mente si adatta e si evolve anche con gli elementi nuovi che si aggiungono. In questo caso ciò che ho visto in Cina era talmente ricco e fantasioso che la traduzione sui capi non poteva che essere questa.

A chi è rivolta questa collezione? Chi è la donna che secondo te indosserà questi abiti? Io non penso mai a una donna precisa, lo trovo molto riduttivo. Mi piacciono le donne contemporanee, che viaggiano, che si sentono incuriosite e che non seguono gli stereotipi della moda.

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Quindi non hai un nome o una donna che potrebbe essere il punto di riferimento? Non mi piace mai fare nomi, perché non penso mai a una persona fisica. Penso sempre a tanti tipi di donne. Quando creo, penso a una donna immaginaria che forse neanche esiste… perché prendo magari un lato di una e un aspetto della personalità di un’altra.

Secondo te il Made in Italy in quale direzione sta andando? Il Made in Italy deve riprendere in mano ciò che ha sempre fatto e che ci ha contraddistinti in tutto il mondo. Intendo dire che deve perciò ridare valore all’artigianalità dell’Italia e non solo all’industrializzazione. Penso che questo sia anche ciò che gli stranieri apprezzano di noi. All’estero amano per esempio l’aspetto della bottega, del fatto a mano.. tutti vengono a comprare i tessuti in Italia proprio per la maestria che noi abbiamo ..e l’esclusività italiana.

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Che cosa sono per te l’eleganza e il lusso? Sono un qualcosa che non è sicuramente rappresentato dai vestiti. Sono qualcosa che si avvicina invece più alla cultura, alla conoscenza, è un modo di essere. I vestiti possono solo esaltarla, ma l’eleganza è legata alla personalità… all’individualità.

Cosa ci puoi dire dei vostri prossimi progetti? Ci sarà l’apertura della prima Boutique VGrass Studio in Cina… poi… (sorride)… vedremo…

FONTE FOTO: Circle Pr / VGrass Studio