Avevamo lasciato Davide Mazzocco alle più dolci esperienze delle allegre pedalate all’alba che, da Bologna, la sua città, a Milano e Torino, portano il vento fresco dell’allegria di chi pedala in un orario in cui persino piazza Duomo è espugnabile.

Sunrisebike Ride è ormai una tradizione a cui grandi e piccini non mancano. E pedala anche chi normalmente è lontano mille miglia dall’idea di inforcare una bici, anche solo per una semplice scampagnata. Pedalano tutti e tutti pedalano all’alba, nell’incanto di una città vuota e ancora assopita.

Le pedalate all’alba di Sunrisebike Ride

Avevamo quindi lasciato Davide all’ameno orizzonte metropolitano, con l’idea di rivederlo tale e quale alla successiva Sunrisebike Ride milanese, prevista il prossimo 10 giugno, ma la bicicletta, ahinoi, è una magnifica ossessione. O meglio, una “brutta bestia”, come direbbe qualche antico ciclista felice di “essere arrivato uno”. E quindi anche per lui c’è stata la fatidica trasformazione. Da semplice ciclista a “uomo-bici”. Ormai sempre più incollato al sellino, Davide di foto in foto (non c’è come Facebook per tenere d’occhio questo tipo di situazioni), è andato a scovare l’anima del vero ciclista che c’era in lui e che, se ci si pensa bene, staziona più o meno “in pectore” in ognuno di noi. Sì perché si può iniziare a pedalare per stare in compagnia. Oppure, motivo tra i più diffusi, per perdere peso. Oppure ancora per trovare uno psicologo che non costi nulla e che ti liberi la testa. Oppure tutte queste cose insieme. Si inizia così, ma poi… Poi arriva, potente come il rinculo di una fucilata, la percezione che pedalare fa proprio per te, che non ne puoi più fare a meno, che l’adrenalina che ti dà correre spensieratamente a tutta non te la regala neppure un giro sull’ottovolante. Quindi ecco che si cade nella meravigliosa trappola che, a differenza di tante altre, ti offre la libertà più estrema. E non parlo solo del tragitto che farai, che non ha certo rotaie da seguire come un diligente trenino. La libertà in bici è ovunque tu la senta. Puoi persino girare in velodromo per 70 km, sempre a percorrere la stessa ellisse per 100, 200 volte, e sentire ugualmente tutta l’aria fresca della libertà più assoluta soffiarti in faccia e dirti: stai correndo esattamente dove vuoi tu e alla velocità che vuoi. Cosa c’è di più appagante? Cosa c’è di più libero?

 

Così, tornando a Davide, ecco che lo ritrovo ormai preda della droga-bici. Decisamente più asciutto nel fisico (si vede che ha lavorato) a Davide deve essere scattato quel famoso interruttore che, apparentemente dall’oggi al domani, ti fa percepire in modo diverso il giro di pedale che prima facevi senza pensarci. È un po’ come una presa di coscienza. Come la folgorazione sulla via di Damasco. Come quando, improvvisamente, il fiume di note di una composizione di Bach ti si apre nel cervello e… la capisci. Non solo, la ami! Così deve essere successo a Davide. E quindi la pedalata si trasforma in gesto atletico e la velocità diventa sempre più costante e sempre più leggera. Facile come un respiro. È allora che la bici non è più un semplice mezzo per spostarsi. Anzi… questa connotazione, almeno nel mio caso, la perde del tutto. Io ad esempio cerco luoghi in cui, come in pista, posso pedalare in santa pace. Senza bambinetti che ti attraversano la ciclabile a sorpresa, senza semafori che ti fanno respirare un po’ di gas e perdere la gamba. La continuità di pedalata per me è fondamentale almeno quanto per chi scia la pista deve essere infinitamente lunga, diciamo come il Canalone a Madesimo, così da far dimenticare al tuo didietro il comodo sedile della seggiovia. “Amore infinito” è il pay off del Giro d’Italia. Vero genio trovare questa definizione.

Quando scatta, insomma, la voglia infinita di “ciclare” in ogni momento e tutte le volte che si può, ecco che, in Davide, che non è un semplice appassionato, ma anche e soprattutto un organizzatore di eventi a due ruote, dev’essere parsa irrevocabile la necessità di sviluppare un nuovo “luogo dell’anima” dove ritrovarsi a pedalare con la sua rinnovata percezione del ciclismo e dell’essere ciclista. Perché non si rimane mai troppo a lungo sempre gli stessi e così anch’io, nata con l’dea estetica vintage della bicicletta e timbrato il cartellino all’Eroica un paio d’anni fa, oggi mi ritrovo su un ben più agile telaio in carbonio, a cercare il Qom in ogni strada.

Davide Mazzocco e la sua voglia di pedalare. Sempre e sempre con il sorriso

Davide invece si trova ora perfettamente a suo agio nel luogo bucolico delle strade bianche, il mondo della bici Gravel. Riuscitissimo ibrido tra una bici da corsa e una bici da cross. Telaio leggero, ruote più ampie e a volte lievemente dentate, manubrio con il fondo piega allargato per dare più stabilità, la Gravel è quella bici che ti permette di fare lunghi percorsi senza precluderti lo sterrato nel bosco. È pura evasione. E corrisponde senz’altro a un modo molto contemporaneo di andare in bici. È attualmente, secondo me, la forma più libera di escursione a due ruote non solo perché ti permette di approcciare strade non proprio perfette, ma ti lascia intatta tutta la voglia di velocità che, durante il percorso, potrebbe sorprenderti incrociando un tratto in asfalto. È questa la vera novità della Gravel. Non tanto la possibilità di andare per sterrati, per quello c’era anche la mountain bike o la cici da cross, ma l’opportunità di concederti una velocità simile alla bici da corsa e di alternare quindi, in un’unica escursione, sia la natura che l’asfalto.

“La più bella foto della mia carriera di ciclista”. Così la didascalia nell’ironico scatto di Guido Rubino, dove Davide Mazzocco è inesorabilmente battuto da un ciclista d’esperienza

Il percorso concettuale seguito da Davide Mazzocco è quindi chiarissimo e totalmente comprensibile. Dalla libertà di una pedalata all’alba, senza traffico, nella solitudine della città ancora addormentate, è passato alla libertà della pedalata su qualsiasi strada. È la ricerca dell’abbattimento di ogni ostacolo che lo ha guidato. In città vai dove vuoi, perché non ci sono ancora le auto a frenarti. In campagna vai ancora dove vuoi, perché le strade sterrate ti fanno un baffo.

Così è nata la Sunrisebike Gravel. Domenica 20 maggio, a Bologna, prenderà vita la prima edizione. A scelta, due percorsi: uno corto di 50 km, 350 mt di dislivello e tanto single track molto tecnico lungo il fiume, e uno di 100 km, dove c’è lo stesso single track e ben 1.100 mt da scalare.

Per iscriverti online clicca il link qui sotto e… lasciati conquistare dall’avventura di un percorso sulle strade bianche più belle e a misura di ciclista del bolognese. Testate una per una da Davide Mazzocco che, da ciclista di città ha scelto l’evasione pura della campagna.

Iscrizione Sunrisebikeride Gravel 2018 – Domenica 20 maggio

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