Se c’è una caratteristica che descrive la nuova Milano, la più “europea” tra le città italiane, è senza dubbio l’infinita scelta di ristoranti, bistrot, pasticcerie, pizzerie, hamburgherie, enoteche, osterie, cocktail bar… che dal dopo Expo invadono il capoluogo meneghino con nuove aperture praticamente giornaliere!

Non per niente Milano è sempre più descritta come una città in continua evoluzione, cosmopolita e questo attira imprenditori, case di mode, brand internazionali, catene alberghiere di lusso e piccole start-up a investire in quello che sembra essere un settore che non conosce crisi: la ristorazione.

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Ogni weekend, in ogni angolo della città c’è qualche cosa di nuovo da scoprire e per aiutarvi a non finire nel vortice delle “nuove aperture meneghine” ecco 6 indirizzi che secondo noi vale la pena provare, uno più diverso dell’altro.

FELICE A TESTACCIO – Un pezzo di autentica “romanità” a Milano

Istituzione romana dal 1936, questa osteria porta con sé i veri sapori della tradizione della Capitale e una carta dei vini capace di esaltare i più classici piatti “de roma”: dalla coda alla vaccinara, all’abbacchio al forno con patate (19 €), dall’involtino di manzo al sugo (14 €), ai carciofi alla romana (7 €), dalla coratella (piatto di frattaglie) alla gricia e soprattutto il piatto simbolo di questo locale, i tonnarelli cacio e pepe (13€).

Situato in uno dei quartieri più caratteristici della capitale, il Testaccio appunto, “Felice al Testaccio” è davvero un simbolo per i romani e soprattutto la cacio e pepe è mitica. Il timore che facendola alle  Colonne di San Lorenzo a Milano non venisse proprio identica c’era, invece a quanto pare si riesce ad assaporare tutta la veracità romana che questo piatto porta con sè. Merito forse del figlio di Felice che nel 2009 (dopo la morte del padre) prende in mano l’attività, trasformandola in una trattoria capace di esportare Roma a Milano.

“Milano ci è sembrata la scelta migliore. Abbiamo scelto una zona centrale, per raccogliere un bacino ampio, milanesi e turisti. Non è stato facile trovare il locale giusto, ma questo spazio ci permette di lavorare in modo molto simile a quanto facciamo a Roma”.

Il menù è praticamente identico a quello di Roma ma il locale è più curato e accogliente; le materie prime sono le stesse utilizzate nella sede storica, a partire dai tonnarelli e dal pecorino, fondamentali per la realizzazione del piatto più famoso; i vini sono molto interessanti e anche i dolci (tutti 7€), soprattutto il tiramisù fatto in casa con biscotto di frolla, crema al caffè e cioccolato fondente fuso.

Felice a Testaccio a Milano

 

La mitica cacio e pepe di “Felice al Testaccio”

403030 HEALTY KITCHEN – L’alimentazione perfettamente bilanciata (foto in apertura)

Un concept di ristorazione per chi vuole mangiare in modo semplice e genuino, ma con un’impostazione più moderna, per rimanere in forma in modo sano, gustoso, senza regole troppo rigide.

Tutto si basa sul perfetto bilanciamento dei 3 macronutrienti principali (carboidrati 40%, proteine 30% e grassi 30%) della famosa Dieta Zona. In cucina ogni ricetta è studiata per mantenere basso il carico glicemico ma alto lo spirito, la concentrazione, le energie e il senso di sazietà. Il menu nasce infatti da un attento percorso benessere ed è in continua sperimentazione ed evoluzione, grazie al supporto della nutrizionista Dott.ssa Daniela Morandi  che insieme allo Chef Claudio Colombo Severini studia e innova continuamente ricette e bilanciamenti degli ingredienti per consentire all’organismo di lavorare al meglio. Nei piatti 403030 Healthy Kitchen convivono creatività e salute, l’ideale per preparsi alle abbuffate natalizie o per disintossicarsi dopo!

Un piatto “40 30 30”

TEN GRAMS – Il tartufo low cost

Il primo fast food dedicato al tartufo, il prezioso tubero da sempre protagonista delle tavole di ristoranti stellati e grandi gourmet arriva finalmente a prezzi democratici in via della Moscova a Milano. Il tartufo è l’assoluto protagonista e viene utilizzato rigorosamente fresco da giovani, ma espertissimi chef, nella preparazione dei piatti che oltre ad usarlo nei condimenti, lamellano tartufi freschi di giornata su ogni portata! Bastano poche lamelle per trasformare piatti consueti in prelibatezze per gourmet: tagliolini, carne cruda, uova, tutto viene impreziosito dal tartufo;  bastano pochi grammi: una decina (da qui il nome “Ten Grams”).

Un’idea che si sta rivelando vincente e che rende questo tubero straordinario alla portata delle tasche di tutti: niente locali esclusivi e arrademento chic ma piuttosto una cucina veloce su tavoli in legno, e anche l’asporto. Da fast food l’atmosfera e il servizo ma non certo gli ingredienti: la qualità dei tartufi è massima, provengono da tutta Italia e sono di stagione, bianco in autunno, nero di Norcia in inverno, bianchetto in primavera e il nero estivo. “Vogliamo offrire la stessa qualità dei ristoranti stellati utilizzando solo un prodotto fresco, senza salse o additivi e a prezzi molto convenienti”, dice il proprietario Gaffi.

Nel menu troverete i tagliolini al tartufo a 15€, conditi con burro fatto in casa, l’uovo in camicia con tartufo nero a 9€, la tartare con tartufo bianco servita su fette di pane caldo, il timballo e il tortino di patate, la Caesar Salad a 12€ e panini come la baguette con mortadella e tartufo a 4€!

Il fast food “10 Grams”

 

Anche Chiara Ferragni è già un’addicted del tartufo low cost

OLIO – CUCINA FRESCA – Un inno all’oro di Puglia

La cucina tradizionale pugliese, da qualche tempo a questa parte, sta riscuotendo sempre più successo grazie ai suoi ingredienti semplici e genuini, dai sapori inconfondibili e ai quali è difficile resistere. Ed è forse per questo che due ragazzi di Bari hanno voluto dare vita a un vero angolo di Puglia al centro del capoluogo lombardo. Da “Olio” troverete tutto quello che vorreste gustare della cucina pugliese stando però Milano, con una particolare attenzione alle materie prime: olio naturalmente in primis, ma anche pesce, latticini e salumi.

Un progetto interessante che ha un grande protagonista, l’olio extravergine d’oliva del Frantoio Muraglia e che ha costruito una sorta di collettivo con i prodotti delle realtà artigianali più apprezzate di Puglia (come il Salumificio Santoro e il Caseificio Ignalat). Lo chef Marco Misceo ha strutturato una carta con piatti a base di pesce, stracciatella, capocollo e gli immancabili primi piatti della tradizione.

La sala di “Olio”
Sgombro al vapore e marinato in olio evo, vellutata di mandorle di Putignano, finocchietto, sedano e pomodori arrosto.

MISCUSI – Siamo italiani, non toglieteci la pasta

Pasta creata dal grano (bio di Altamura) macinato al momento, trafilatura al bronzo quotidiana, condimenti con ingredienti selezionati e il vino associato ai gusti personali grazie a un algoritmo (già!). Ecco in poche parole “Miscusi”, dove gustare un buon piatto di pasta, condita a piacimento, e un bicchiere di vino. Un’idea semplice, al limite del banale direte, ma è il classico esempio che se si fanno le cose ponendo attenzione ai dettagli e, in questo caso, alla qualità, il risultato non può che essere vincente. Gli ideatori nonchè fondatori sono due 27enni con un “pizzico” di ambizione: creare una catena globale di fast-food che promuova lo stile semplice e l’amore per i sapori veri italiani.

Arredo minimal, cucina con mulino a vista (le macchine per macinare il grano al momento, che così conserva proteine e vitamine, insieme a più crusca, ricca di minerali e aminoacidi) e vino selezionato da un’altra startup milanese, Vino à porter. Potete scegliere fra paccheri, spaghetti e tagliatelle, anche in versione integrale, oppure pasta ripiena come ravioli, pansotti e tortelli. Tra i condimenti la scelta spazia dal pesto fresco alla carbonara, dalle cime di rapa e acciuga alla bottarga e mollica tostata. Non manca il più classico dei classici, il pomodoro ciliegino e basilico, condito con un formaggio a scelta (tra cui la ricotta di pecora rigorosamente pugliese, magra e saporita da grattugiare fresca al momento, imperdibile!), oppure nduja, crema di pistacchio e il sugo croccante con pinoli o mandorle o pistacchio o noci, a scelta.

Il prezzo di un piatto varia tra i 7 e 13 euro e il calice di vino costa 3€ .

Il pastificio di “Miscusi”

 

Tagliatelle al ragù di “Miscusi”

ILE DOUCE – la pâtisserie parigina nel quartiere Isola

Dalla colazione al pranzo al rito del tè, il motto dei giovani trentenni che sono a capo del progetto “Ile douce” (isola dolce) è sempre lo stesso “elevata qualità delle materie prime, perfezione nella tecnica, esperienza e passione per fare dei nostri sogni una dolce realtà”.

Un locale dal sapore parigino in tutto e per tutto, dove se siete amanti della pasticceria francese, di quelle vetrine perfette piene di piccoli gioielli dolci, allora non potete non anadare a fare una merenda.

Il giovane pastry chef Fabrizio Barbato è l’autore di questi dolci moderni, colorati, lucidi, perfetti, che seguono il ritmo delle stagioni e mixano Francia e Italia: viennoiserie, croissant riempiti al momento e fatti con lo stesso burro francese che utilizza il Maestro Pierre Hermè, pain au chocolat, macarons, torta frangipane, crostata di ricotta e visciole, biscotti, semifreddi… .

Ad accompagnarli trovate caffè monorigini selezionati, centrifughe fresche, succhi biologici, spremute, estratti e l’immancabile té. Un’ampia selezione di tè ed infusi Dammann prepara, in collaborazione con un esperto sommelier, a gustare il rito del tè che prevede un’alzatina di pasticceria dolce e salata (finanzieri, madeleine, scones, cookies, operà, bignè salati, assaggi di monoporzione, tramezzini e mini panini) da abbinare ai germogli di ogni pianta del tè scelto; ad ogni tavolo poi viene portata una clessidra per rispettare i tempi di infusione e una teiera trasparente per osservare la trasformazione dei germogli in bevanda da gustare.
Il menù prevede anche la possibilità di una pausa pranzo, elaborata in collaborazione con esperti nutrizionisti, con zuppe calde o fredde, taglieri di salumi, formaggi, pizze, focacce e soprattutto pane appena sfornato (tutto fatto rigorosamente in casa con l’uso del lievito madre), magari accompagnato da burro della Normandia e alici del Cantabrico. Immancabile la proposta brunch nel week end e nei giorni di festa, con le uova protagoniste: al tegamino, strapazzate, all’occhio di bue, poché. E le crêpes suzette preparate al tavolo sul momento.

Una curiosità: il nome “Ile douce” è un omaggio a Milano e al suo quartiere Isola dove si trova ed è anche il nome del dolce simbolo del locale, ossia una morbida bavarese al pistacchio, il prediletto di Gianluca e Lorenzo; aspic di champagne rosè, l’amore di Simona; un trionfo di litchi e petali di rosa per il pastry chef Fabrizio. Il dolce viene presentato con uno decoro che richiama l’inconfondibile nuovo skyline meneghino.

“L’Ile douce”

 

Una proposta “take away” di “Ile douce”