Quante volte a pranzo o a cena fuori vi sarà capitato di lasciare nel piatto degli avanzi? Di dire “non ce la faccio più” e avanzare parte del cibo? O di non aspettarvi porzioni così generose e “a saperlo prima ne ordinavamo una sola…”.

Beh, la prima iniziativa di cui vi voglio parlare ha proprio pensato a questa situazione moltiplicata per chissà quante volte in una città come Milano e alla quantità di cibo ancora buono (e che è stato pagato) che finisce buttato via.

Si chiama “Il buono che avanza” e si tratta della prima rete di ristoranti ad “avanzi zero”. Un progetto contro lo spreco ideato e realizzato dalla Onlus “Cena dell’Amicizia” (associazione che da 40 anni si occupa di persone senza dimora a Milano).

I ristoranti che decidono di aderire al progetto propongono ai propri clienti di portar via, in una doggy bag esclusiva, il cibo e il vino che sono avanzati e li informano sul valore sociale di questa scelta.

Come si legge dal loro manifesto, con questo piccolo gesto in prima persona “crediamo che possano nascere i grandi cambiamenti sociali ed economici e un nuovo modo, più solidale, di intendere la società. Non sprecare il cibo un atto di civiltà e di rispetto verso chi non ne ha.”.

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Come funziona?
L’Associazione fornisce su richiesta ai ristoranti, trattorie, locali, mense, catering i materiali di comunicazione e il “sacchetto” in cui portare via la classica schiscetta. La lista dei locali che hanno aderito è già lunga e ricca di nomi prestigiosi come D’O e Joia. La lista aggiornata dei ristoranti/ locali che hanno già aderito all’iniziativa.

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“Il Buono che Avanza” è inoltre sovvenzionato e patrocinato dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, in quanto educa anche a ‘limitarsi’ e a non sprecare, invitando a uno stile di vita non solo etico ma anche salutare, per se stessi e per la spesa pubblica.

La seconda iniziativa che vuole sensibilizzare sullo spreco alimentare coinvolge tre grandi nomi quali l’Expo, la Caritas e uno degli chef stellati più importanti d’Italia, Massimo Bottura.

Un tema come quello di questa Expo, incentrato sull’alimentazione, non poteva certo trascurare un aspetto come quello del cibo sprecato quotidianamente.

Ed è per questo che un’idea del tristellato chef Bottura (per chi non lo sapesse è lo chef che da quattro anni è nella lista dei 50 ristoranti migliori al mondo con l’Osteria Francescana di Modena) e del regista Davide Rampello (curatore del padiglione zero e del palinsesto eventi Expo 2015) sarà a breve realtà.

Si tratta del “Refettorio Ambrosiano”, che sfrutterà le eccedenze dei padiglioni secondo le ricette di 40 cuochi di prestigio internazionale: il primo cuoco sarà addirittura Alain Ducasse, seguito da una staffetta di venti stranieri e venti italiani che si daranno il cambio in cucina.

Ciò che sarebbe destinato ad essere gettato via, sarà trasformato in piatti di alta cucina, grazie al talento e alla creatività.

Durante l’Expo 2015 vogliamo cucinare quello che inevitabilmente rimane in tutti gli altri Padiglioni, – ha spiegato Botturafocalizzandoci su un alimento fondamentale come il pane. Avremo a disposizione un grande forno, grazie al quale insegneremo a panificare a tutti i volontari della Caritas”.

Avremo due camion frigo che gireranno per raccogliere ciò che gli altri padiglioni ci metteranno a disposizione, trasformeremo tutto quello che sarà scartato proprio come facevano i contadini di una volta o le famiglie durante la guerra” – spiega Bottura.

Il mondo oggi ha fame non solo di cibo, ma di tutto ciò che questo rappresenta: generosità, bellezza, amore – commenta Davide Rampello. Vogliamo testimoniare il senso del bello e del buono che è insito nell’alimento, anima e fulcro del senso dell’esistenza”.

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Il Refettorio ambrosiano avrà sede nel quartiere Greco di Milano nell’ex teatro annesso alla parrocchia San Martino, una sala risalente agli anni ‘30 e ormai in disuso. Questo spazio verrà completamente ristrutturato dagli studenti del Politecnico di Milano e gli ambienti saranno impreziositi da opere d’arte create per l’occasione da alcuni dei principali artisti contemporanei, mentre nel salone centrale saranno disposti 12 grandi tavoli in quercia (per un totale di 90 posti a sedere) realizzati dai più importanti designer italiani.

Al progetto hanno aderito anche i più noti marchi italiani: Alessi, Artemide, Eataly, Kartell, KME Group, Lavazza, Riva1920, San Pellegrino.

L’editore Skira infine documenterà tutte le fasi dell’iniziativa in una pubblicazione esclusiva.

Il Refettorio non è ancora aperto ma i lavori di ristrutturazione nel vecchio teatro abbandonato sono ormai in dirittura di arrivo. E si prevede che già nella prima settimana di giugno lo chef Bottura potrà cucinare la prima cena per le persone seguite da Caritas.

Finita Expo questo progetto continuerà naturalmente a vivere, come un’esperienza stabile che continuerà a funzionare per la città, gestito da Caritas Ambrosiana.