Abbiamo incontrato Eleonora Figus, designer e CEO di Figus Designer: il brand diventato famoso per le sue borse realizzate con bucce di mela.

Partiamo dal principio: qual è il primo ricordo che hai di questa azienda? Quali sono i tuoi ricordi di bambina? Il mio primo ricordo è quello del cuoio italiano, il profumo del cuoio, misto all’odore del sigaro che mio papà fumava sempre quando realizzava le sue creazioni. Sì, profumo di sigaro e cuoio sono il mio primo ricordo, a cui si aggiungono i ricordi di sapienti mani all’opera.

Quindi hai viva questa immagine di tuo papà che lavora all’interno del laboratorio di Corso Garibaldi? Sì, ricordo lui che lavorava il cuoio e la passione che ci metteva lui quando dava vita alla borsa. Nasceva tutto dal nulla, materializzandosi in qualcosa di vero, apprezzato e comprato”.

Quando eri piccola che lavoro pensavi che facesse tuo papà? Mio papà per me era un artigiano e un artista. Tutto ciò che riguarda la parte commerciale mi era sconosciuta da bambina.

Quando sei arrivata attivamente in azienda? Dopo la laurea in marketing e comunicazione, ho lavorato in grandi aziende in ambito digital e fashion. Mio padre, con l’avvento del fast fashion e l’impatto della crisi economica, ha deciso, dopo oltre 30 anni di lavoro, che non ci fosse più mercato per i suoi prodotti,e così pensò di chiudere. A quel punto ho deciso di prendere in mano la situazione e buttarmi in questa nuova avventura. Il mio capo di allora supportò la mia scelta convinto che potessi rilanciare l’azienda e guidarla nella trasformazione digitale e nella sfida dei mercati esteri. Adesso, dopo 15 anni di gestione di azienda mi emoziona sempre vedere quanto sia apprezzato il brand, in particolare in Usa e i risultati ottenuti nel  mercato internazionale.

Pensi che le nuove generazioni siano pronte ad avere il coraggio che hai avuto tu, buttandosi in attività che all’inizio richiedono sacrificio e assenza di stipendio? Non so, ma spero di sì. Io consiglio sempre ai più giovani di buttarsi, perché alla fine la volontà e la dedizione premiano e nulla si ottiene in poco tempo. Se non c’è il sacrificio non si ottiene niente. Anche a me è successo così.

Hai portato avanti una rivoluzione digitale all’interno dell’azienda. Cosa ci puoi raccontare? Ho messo a frutto le esperienze formative e professionali precedenti, e anche grazie al contributo di mio marito, professionista in ambito digital, abbiamo dato vita a un team dedicato che oggi segue i nostri canali digital e le attività correlate: e-commerce, social media, customer care, content creation… Abbiamo aperto i canali social e un sito, che abbiamo promosso, settato e spinto, cosa che ha avuto bisogno di un grande lavoro. Una buona parte del sito riguarda contenuti e fotografie, la cui qualità è fondamentale.

Attualmente avete dei negozi fisici? Abbiamo 2 negozi fisici. Io, tra l’altro, sono spesso alla vendita, perché mi piace molto conoscere i feedback dei clienti e le loro opinioni per cercare di migliorarmi sempre di più e raccogliere stimoli per fare nuove collezioni. Cerco sempre di progettare borse che siano funzionali in base alle esigenze delle persone e quindi mi interessa molto quello che pensano i nostri clienti. Da sempre noi ci occupiamo di personalizzazione, da molto prima che scoppiasse come trend. Attraverso la personalizzazione diamo modo al cliente di scegliere ciò che preferisce.

Questo modo di agire personalizzando ha molto riscontro? Sì, sempre. All’interno dei punti vendita facciamo una media di 30 custom a settimana.

Siete molto attenti al mondo donna e alle loro esigenze. In futuro prevedete di dedicarvi anche al mondo uomo? Sì, abbiamo pensato a dei modelli che siano fluidi e unisex, come la laptop bag, la borsa pensata per essere versatile e genderless: misura, stile e colori sono unisex, così come la shopper è unisex e customizzabile. Abbiamo anche zaini personalizzabili dedicati a uomo e donna.

Come nasce l’idea di creare borse partendo alle bucce della mela? Tutto è nato perché Figus è stato un po’ un brand pionieristico sulla presentazione di una vasta gamma di materiali, tra cui la simil pelle, introdotta da noi negli anni ’90. Per continuare questo filone legato alla vasta varietà di materiali, ho pensato a un materiale che fosse eco-sostenibile e dedicato a un target Gen Z e a un target Italia attento al riciclo e all’economia circolare.

Figus Designer lancia AppleBag: borse prodotte con scarti di mele

Che tipo di target volete colpire? Con l’utilizzo delle bucce di mela sicuramente la Gen Z, ma abbiamo anche la pelle di vitello conciata al vegetale, con metodi 100% naturali.

Se dovessi immaginare un testimonial ideale per il tuo brand, chi sarebbe? Per l’ultima campagna abbiamo scelto Vittoria Hyde per la sua energia e per la sua passione. Vittoria è dj e artista musicale che fa molto per il mondo femminile. Ci piace molto il suo sentirsi Figus! Lei è anche molto ironica con la sua femminilità e anticonformista nelle sue attività e nella sua personalità!

Quando sei entrata in azienda nel 2012 qual era la meta da raggiungere? All’epoca era risollevare il brand, riorganizzarlo e digitalizzarlo. Ce l’abbiamo fatta.

Ora qual è la meta? Adesso la meta è essere sempre più capillari nel mercato USA. Abbiamo fatto nel 2021 un pop-up shop a Manhattan e i nostri prodotti sono stati molto apprezzati. I clienti vogliono più presenza del brand in US e noi vogliamo     accontentarli. Dobbiamo rivolgerci a loro, anche sul digitale. Il nostro live shopping è incentrato molto su questo.