Le mascherine sono dei dispositivi medico chirurgici, quindi, devono essere prodotti e imballati seguendo le specifiche fornite dalle leggi dello Stato. In modo particolare quelle chirurgiche e riutilizzabili non si possono definire dispositivi di protezione individuale in quanto non vengono impiegate per proteggere se stessi ma gli altri. Si può preservare la propria salute solo se le calzano tutte le persone che si trovano in un determinato luogo, perché si tratta di strutture che coprono naso e bocca e hanno il fine di evitare che i droplets, cioè le piccole particelle di saliva che si disperdono nell’aria dalle mucose, arrivino nell’ambiente e, quindi, diffondere eventuali microrganismi su oggetti o persone. Conoscere le caratteristiche di quelle chirurgiche e riutilizzabili è importante per sapere quale scegliere nelle singole occasioni.

Le mascherine chirurgiche e quelle riutilizzabili, sostanzialmente, si impiegano nel medesimo modo: si fissano dietro alle orecchie o sulla nuca con degli elastici e coprono naso e bocca per evitare che particelle di saliva possano diffondersi nell’ambiente.

Le differenze tra le due risiedono nel materiale con cui sono realizzate e nella durata di utilizzo. Qualora si voglia acquistare l’uno o l’altro modello ci si può rivolgere a negozi specializzati che operano online come, ad esempio, it.rs-online.com, che mette a disposizione degli utenti diverse tipologie di dispositivi di protezione individuale adatti a qualsiasi esigenza.

Mascherine chirurgiche: come sono realizzate

Le mascherine chirurgiche, nello specifico, sono realizzate con vari strati di tessuto non tessuto, quest’ultimo è un materiale idrorepellente capace di trattenere le soluzioni acquose impedendo loro di raggiungere l’esterno. Il loro utilizzo è spesso limitato e si attesta dalle 6 alle 8 ore, tale caratteristica è indicata sulla confezione.

Trascorso questo tempo devono essere smaltite nel bidone dell’indifferenziato e non possono essere nuovamente sanificate. Questo modello, inoltre, presenta sul naso una barretta di metallo che può essere plasmata a piacimento per far aderire il dispositivo in modo migliore al volto.

Mascherine riutilizzabili: quello che c’è da sapere

Le mascherine riutilizzabili sono realizzate in stoffa di cotone, un tessuto naturale particolarmente traspirante, alcune presentano una tasca interna dove mettere dei filtri da sostituire, altre, invece, hanno un doppio strato di tessuto ma non presentano il ferretto sul naso. Queste, a differenza di quelle chirurgiche, consentono una migliore respirazione proprio perché sono realizzate in materiale non sintetico, inoltre, possono essere lavate e riutilizzate più volte.

Dopo ogni impiego, infatti, possono essere deterse, a mano o in lavatrice, si consiglia di lavarle a temperature al di sopra dei 50°C, la loro efficacia si attesta in circa 50 lavaggi dopo i quali dovrebbero essere sostituite, dovrebbero essere gettate via anche qualora gli elastici e la porzione che copre il volto appaiano rotte o bucate.

Quando usare le mascherine chirurgiche e riutilizzabili

Le mascherine chirurgiche e riutilizzabili sono impiegate soprattutto nell’ambito della sanità o nei luoghi dove ci sono persone malate di patologie che colpiscono le vie aeree per ridurre la diffusione di virus e batteri, ma possono essere utili anche per proteggere soggetti immunodepressi i quali potrebbero facilmente contrarre patogeni.

Un altro ambiente in cui il loro uso è consigliato è quello della ristorazione per evitare la contaminazione dei cibi. Per impedire che virus e batteri, che potrebbero essere presenti nella cavità orale o nasale del soggetto, vengano dispersi nell’aria il dispositivo deve essere posizionato correttamente, questo deve coprire completamente naso e bocca e aderire al viso, sia a livello delle guance che della gola, per evitare alle goccioline di acqua di fuoriuscire da tali pertugi e diffondersi nell’ambiente.