intervista nadia zenato

Che cosa è per Lei il vino? Per me il vino è passione, arte, convivialità, ma soprattutto è amore.

A quando risale il primo ricordo sul vino? La storia della sua famiglia è qualcosa di unico e per lei come è iniziato il tutto? Io già da bambina andavo a passeggio in mezzo al vigneto con mio papà e c’era già la gioia di stare in mezzo alla natura e vedere come si svolgevano le attività dell’azienda. La raccolta e la vendemmia sono momenti davvero belli; ricordo che ero felicissima di andare a vedere come si pigiava l’uva, attività che allora si faceva con il torcolo. Mi affascinava il profumo che c’era in quei momenti.

Alla scoperta dell’anima del vino: Wine Experience da Zenato

Quali sono i valori che è riuscito a trasmettervi vostro padre riguardo al vino? Una delle cose che mio padre diceva sempre era quella di saper ascoltare, perché la vigna ci parla sempre. In attesa del momento più bello, quello della raccolta, passeggiare tra i filari ti permette di renderti conto di come la natura sappia sorprenderci con i grappoli d’uva formati e con il sapore di ogni acino al quale sono legate tutta una serie di sensazioni ed emozioni. Lui mi diceva anche che era fondamentale saper aspettare.

Quali valori le piacerebbe trasmettere alle nuove generazioni? In primis vorrei trasmettere il concetto di non arrendersi mai e di continuare sempre a sognare, perché i  sogni si possono anche realizzare se ci si crede fino in fondo. Anche nell’ambito del mio vino io cerco sempre di guardare a qualcosa di diverso, senza mai essere standardizzata. Ne è un esempio anche il progetto che stiamo facendo adesso con Sansonina, con il quale ho voluto mettere in gioco sia l’esperienza trasmessa da mio padre, sia me stessa cercando delle vinificazioni diverse, anche puntando a qualcosa di più di nicchia. Quando c’è voglia di sognare in grande non bisogna mai arrendersi, ma sono anche una sostenitrice del low profile; avere una propria personalià, mantenendo un low profile.

Partendo da questo, cos’è che vi ha portati al progetto sui gioielli? Come è nata l’idea? Tutto nasce in maniera molto spontanea. Io di carattere sono una persona molto eclettica e molto curiosa; amo viaggiare e durante i miei viaggi sono sempre molto attenta a quello che succede nel mondo e alle culture diverse. Mi ha sempre affascinato l’idea di avere dei gioielli originali, che parlassero con l’anima della persona che li indossa. Da lì è nata la creazione di un gioiello molto particolare che ho chiamato “il cielo stellato”, gioiello fatto solo per me: un anello fatto di lapislazzuli e stelle dorate. Questo è stato il primo step che poi mi ha portata a fare gioielli che richiamassero la mia prima passione, il vino. È stato il primo anello che ho disegnato e di cui  le amiche si sono subito innamorate ed è stato quello il momento che ha fatto nascere il desiderio di creare una collezione.  Oltre all’anello avevo fatto anche una collana con il tappo di sughero, che indossavo spesso: nonostante lo stile semplice, questo gioiello era capace di conferire quel tocco di originalità che fa la differenza. Ecco, l’avventura è iniziata così. I nomi che ho dato alle mie collezioni sono sempre stati collegati ai viaggi che ho fatto e ogni anno disegno qualcosa di diverso, che mi piace collegare a questo mio mondo del vino.

Oltre all’utilizzo di materiali di recupero, ci sono altri materiali particolari o lavorazioni speciali nei suoi gioielli? L’ultimo anello, per esempio, non è stato fatto con meteriali di recupero, ma ho pensato di lavorare con oro bianco e oro giallo, con l’aggiunta di diamanti grigi e rubini, in cui ho richiamato la foglia della vite, tanto da dargli come nome Gold Leaves. Con il Gold Leaves mi sono staccata dall’utilizzo di materiali di recupero. Avevo disegnato questo anello inizialmente solo per me, ma poi è diventato parte della collezione.

Cosa ci può dire invece degli accessori che riguardano il vino? Anche questo è nato grazie a una collaborazione con il mondo del fashion, che mi piace molto. Abbiamo così collaborato con un artigiano toscano che ha realizzato queste pochette che dovevano avere una chiusura particolare che andasse a richiamare il mondo del vino, per cui avevo creato charms con il tappo, a forma di bracciale. L’ultima cosa che ho fatto, collegata all’idea che avevo di creare un porta bottiglie di cuoio è qualcosa di ancora più originale: una Drink Bag, ovvero una borsa/pochette per portare il vino, ma anche da sfoggiare in altre occasioni.

intervista nadia zenato

A che tipo di target ha pensato quando ha dato vita a questi accessori e gioielli? Ho pensato a persone amanti dell’originalità e della creatività, che vogliono distinguersi dalla massa.

Se le chiedessi di identificarsi con 3 brand famosi del mondo della moda e dei gioielli, quali sarebbero? Non ho un brand che utilizzo esclusivamente. Mi piace Alberta Ferretti, ma anche lo stile di Etro. Per quanto riguarda i gioielli mi piace Palmiero.

Pensando invece ai viaggi, in quale posto la sua mente ritorna alla ricerca di ispirazione? Quale posto l’ha particolamente ispirata e colpita? New York, una città magica capace di darmi carica ed energia. Ogni volta che torno da lì sono ricca di nuove idee. C’è energia bella, solare e positiva che mi ispira davvero.

Ci può raccontare una sua giornata tipo? Mi sveglio con caffè e le notizie del giorno. Passo poi a fare un po’ di allenamento fisico, jogging o palestra, prima di andare nella mia cantina a lavorare. La mia mente elabora in ogni momento del giorno e alla fine della giornata sono sempre soddisfatta di ciò che ho fatto.

C’è un posto, all’interno della sua azienda, in cui lei ama stare? Ce ne sono due. Il primo è la vigna in Costa Lunga, che è proprio in mezzo alla natura ed è un posto magico. L’altro è nella nostra barricaia, dove ci sono le nostre bottiglie delle annate più importanti.

intervista nadia zenato

Ci può svelare qualcosa in merito ai prossimi progetti, sia per quanto riguarda i vini, sia per quanto riguarda i gioielli? Come Zenato abbiamo iniziato a lavorare sull’e-commerce. Un e-commerce un po’ diverso e non standard che non riguarda tutti i vini, ma che punta a raccontare la storia di alcuni vini particolari, al fine di creare curiosità e creare anche abbinamenti tra food e wine. Stoi seguendo personalmente il progetto che riguarda Sansonina, un progetto legato anche all’arte, perché non parlerà solo di vino, ma anche della struttura architettonica che abbiamo fatto. Per quanto riguarda i gioielli, invece, sto pensando di disegnare un nuovo bracciale fatto con dei dischi che ricordino le fiches da gioco, mettendo all’interno il logo Sansonina con una “S” stilizzata.

Come si sente, in qualità di conoscitrice di vini, ad andare a cena con persone spesso meno esperte di lei? Bellissima domanda! Tante volte mi sento in imbarazzo perchè mi “obbligano” a scegliere il vino. A me invece piacerebbe anche vedere cosa propongono gli altri. Però fa parte del mio DNA e in qualità di esperta fanno sempre scegliere a me!

Fonte foto: Zenato press office