London Marathon

Tre giorni fa, il 24 aprile si è corsa la Maratona di Londra. Quella Maratona che più di qualunque altra avrei voluto correre. Il mio sogno da realizzare dopo New York. Purtroppo però, contrariamente alla maratona americana, quella inglese è inverosimilmente più inaccessibile e blindata e i pettorali finiscono nel giro di pochi giorni addirittura un anno prima della data della corsa.

Sono una novella maratoneta, per certi versi ancora improvvisata, non so ancora bene come funzionano le cose e le tempistiche da rispettare, quello che so per certo è che non ho alcuna intenzione di cadere in specchi per allodole o peggio, tranelli di aguzzini che speculano sulla vendita dei pettorali. La Maratona di Londra avrei potuto correrla (eccome!) domenica, alla modica cifra di 3000 Sterline da pagare ad una delle tante fondazioni benefiche che girano intorno all’organizzazione di gare blasonate. Ho sempre fatto beneficenza, ma 3000 sterline per correre in una città che per certi versi, è quasi la mia seconda casa, mi sembra davvero una esagerazione.

Ho provato a chiedere ad amici, conoscenti, sfoderato tutti i contatti maturati in anni di lavoro nelle pubbliche relazioni. Nada.

Ci sono rimasta male e un po’ ci ho sofferto, ma alla fine sono arrivata alla conclusione che, forse, non era il momento giusto e che probabilmente non l’avrei nè goduta, nè corsa come avrei dovuto e voluto. Sarebbe stata la mia seconda maratona dopo New York e forse sprecarla così mi avrebbe lasciato l’amaro in bocca.

Non si tratta di capricci, o di puntare i piedi: Londra è nel mio cuore da sempre, merito dello zio Peter che ci ospitava nei mesi estivi delle vacanze scolastiche che mi ha trasmesso l’amore e il rispetto per questa città fantastica. Per la sua storia, per i suoi monumenti, per le parole dell’inno inglese e i gossip che fantasticano intorno alla famiglia Reale. Ogni volta che rientravo in Italia, un pezzo di cuore restava in UK e una parte di me non vedeva l’ora di ritornare dagli zii per respirare ancora un po’di quella “inglesità” e di quella nazione che poco a poco sentivo appartenermi.

Immaginate quindi cosa possa significare per me correre lungo le rive del Tamigi, toccando il Tower Bridge, il Canary Wharf, fino ad arrivare alle principali attrazioni del centro cittadino tra cui il London Eye e l’Houses of Parliament e tagliare la Finish Line all’ombra di Buckingham Palace insieme ad altre 40.000 persone. Londra, infatti è una delle maggiori maratone al mondo quanto a numero di partecipanti, una delle sei maratone del World Marathon Majors insieme a quelle di Berlino, Boston, Tokyo, New York e Chicago.

La Virgin Marathon London è frutto dell’idea di due noti maratoneti inglesi, John Disley e Chris Brasher, che con il loro impegno e grazie ai finanziamenti del primo sponsor della corsa, la Gillette, riuscirono ad inaugurare l’evento il 29 Marzo 1981 con 7.747 partecipanti e migliaia di spettatori presenti. Gli obiettivi principali che i due atleti si proponevano erano legati alla promozione di un grande evento internazionale in grado di migliorare lo standard dello sport inglese e alla raccolta fondi per migliorare gli spazi ricreativi di Londra.

London Marathon
London Marathon

Da allora la Maratona di Londra è cresciuta in misura e popolarità: è uno degli eventi sportivi più seguiti e viene trasmessa in televisione in più di 150 paesi nel mondo! Si tratta inoltre di un grande evento di beneficenza, in quanto, più dei tre quarti dei maratoneti corrono per scopi benefici e negli ultimi 15 anni, la gara ha raggiunto oltre 750 associazioni di beneficenza.

Rosicato nel week end per non essere là? Un pochino, mi sono chiesta se ho fatto abbastanza o se c’era qualcuno a cui avrei potuto chiedere di cui mi sono dimenticata. Ma la corsa insegna tante cose, il metodo, la disciplina, il sacrificio, la tattica, a volte l’egoismo e la pazienza. Quando hai una strada di 42 kilometri di fronte a te e un obiettivo da portare a casa, non ci sono alibi o scuse, inizi a correre, un piede davanti all’altro, ti misuri con te stesso con la tua testa, affronti i tuoi fantasmi che ti vorrebbero fermo dopo pochi kilometri con infradito e birra fresca in mano. Ma tu vai dritto all’obiettivo e se ti fai prendere dalla frenesia o dall’ansia di arrivare in fondo troppo in fretta, allora, scoppi. E quando ti rendi conto di avere fatto una c… cavolata, è troppo tardi, perché hai finito le energie, e ti mancano ancora una decina di kilometri al traguardo e niente aiuto dal pubblico a casa, ci sei solo tu, le tue gambe, la tua testa, il tuo obiettivo.

Pazienza e calma sono le virtù dei forti.

London Marathon
London Marathon

E poi c’è il tempo che aiuta a maturare e a vedere le cose da un altro punto di vista. Perché correre anche solo per il gusto di farlo, senza tabelle o tempi o programmi da seguire, solo infilare le scarpette e andare a correre, ecco è una cosa che libera la mente, che da sicurezza, che insegna a fregarsene degli altri, lo leggevo oggi su runlovers.it. FREGARSENE nel senso di imparare a dosare le problematiche e i cattivi pensieri ridimensionandoli e dare loro il giusto peso, dare importanza a cose che ci fanno stare bene, che ci completano. Dare importanza a quello che davvero vorremmo fare nella vita, non dipendere da altri e dalle loro necessità o richieste.

“Avete un cervello in testa e i piedi nelle scarpe. Potete prendere qualsiasi direzione scegliate. Siete soli con voi stessi, e sapete di cosa siete capaci. E siete voi a decidere dove andare”.  Dr. Seuss

E così, superata la delusione Maratona di Londra 2016, ho iniziato la conquista del territorio UK, complice la mia amica Francesca: mi sono iscritta intanto alla mezza maratona di Windsor che si correrà guarda caso proprio in concomitanza con il weekend del mio compleanno, il 25 settembre. Vuoi non cogliere l’opportunità di dormire schiena a schiena con Betsy proprio nell’anno di compimento dei suoi 90 anni?

La Maratona di Londra è rimandata al 2017, e la correrò alle mie condizioni. Ora che so come funziona mi organizzerò per tempo. Aprile 2017 Maratona di Londra, segnate in agenda.

Note di cronaca. La Maratona di Londra parla keniano: tra gli uomini Kipchoge fa la miglior prestazione dei 30 km al passaggio, poi sfiora di 8” il record del mondo di maratona con 2h 03’05”. Tra le donne, eroica la Sumgong: cade al 36°, si ferisce alla testa ma dal 39° km è inarrestabile e vince.