Per quanto mi abbia dato gioia ed energia, sto ancora facendo i conti con i danni e gli acciacchi post maratona di New York. La maratona non si improvvisa, va rispettata e preparata con testa e serietà, dedizione e sacrifici.

Il rischio è che, però, magari ti passa la voglia di correre, il fatto di essere vincolata a tabelle e tempistiche spesso fanno passare l’entusiasmo cosi ti capita di uscire controvoglia, corri male e rientri a casa che sei più stanco e scoraggiato di prima.

Allacciarsi le scarpe da running diventa quasi un dovere e non più una gioia. La conseguenza è che molli il colpo e ti impoltrisci sul divano in attesa di quello slancio, quel barlume di follia che normalmente ti porta ad andare a correre anche quando ci sono 2 gradi sotto zero.

Ti arrovelli, rimugini, sbuffi e intanto il malumore si impossessa di te e diventi sempre più intrattabile.

Poi ci sono serate come quella di ieri in cui accade qualcosa, ti arriva una mail da Rossana con come oggetto Wings for Life e una sola parola: “andiamo?“. Neanche il tempo di arrivare alla fine e sulla fiducia rispondo “ok”.

Cosi ci troviamo vestite da runner, in un pomeriggio qualunque di una giornata freddissima – forse una tra le più fredde che ci siano state a Milano – al Parco Indro Montanelli ingresso PAC. A fare cosa?

Il video e alcuni scatti promozionali per la Wings for Life che quest’anno si farà a Milano l’8 di maggio, insieme a Giovanni Storti e Giorgio Calcaterra…. Vogliamo parlarne?

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Veniamo accolti dall’ufficio stampa e ci ritroviamo in uno stanzone insieme ad una ventina di altri runners, in quella stanza ritrovo racchiuso il mio passato, Federico il mio primo Coach di Bologna, Rossana amica e runner con me nel gruppo dei #cityrunners e il mio futuro… ancora in fase di definizione.

Tante facce amiche, entusiasmo e positività, mi sento subito a mio agio. Un brief veloce su quello che andremo a fare, distribuzione della magliette e delle bandana e poi via tutti in gruppo al Parco. Freddo, molto e noi siamo vestiti leggeri fermi sul set improvvisato all’interno del Parco Indro Montanelli in posa prima per una serie di scatti fotografici e poi per le riprese video.

Siamo bravi, l’affiatamento e l’entusiasmo danno una spinta positiva alla riuscita, tempo quaranta minuti e dopo l’approvazione del regista, in un battibaleno siamo tutti in corsa dietro a Giovanni e Giorgio che zigzagano tra una aiuola, lo sterrato e una fila di panchine. Ormai non sentiamo più nemmeno il freddo pungente, ci stiamo divertendo e lo stiamo facendo per una giusta causa.

Ma cos’è la Wing for Life? Un evento globale che si corre lo stesso giorno in contemporanea in tutto il mondo. Per alcuni è una corsa divertente, per altri un gara molto seria. Sin dall’inizio, lo scopo della Wings for Life World Run è stato quello di portare il maggior numero di persone a correre insieme.

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Tutto è cominciato con un’idea semplice ed intrigante, in una sosta all’aeroporto di Mosca: è possibile far correre tutto il mondo, lo stesso giorno, nello stesso momento? Ne verrebbe fuori una gara di proporzioni epiche, con un unico vincitore globale alla fine. Una corsa mondiale.

Anita Gerhardter, CEO della Wings for Life, una fondazione che cerca di rendere curabili le lesioni al midollo spinali ci ha lavorato con dedizione e passione.

Dopo due anni di pianificazione, finalmente, nel 2014, si ha luogo la prima edizione della Wings for Life World Run, con l’aggiunta di una piccola novità, le Catcher Car, ossia dei veicoli equipaggiati con sensori speciali introdotte per inseguire, nel vero e proprio senso della parola, tutti i partecipanti. Un format unico al mondo, in una gara dove, di fatto, è il traguardo ad inseguire i runner.

Inoltre, attraverso la app Wings for Life viene data ai runner la possibilità di fare parte di un evento unico al mondo in qualsiasi location. Dal Circolo Polare Artico alle praterie del Canada, in centinaia si sono uniti correndo per chi non può, compreso Daniel Ricciardo, che ha corso 12,56 km a Montecarlo.

Un modo perfetto per partecipare, ovunque tu sia. Nelle location ufficiali i partecipanti hanno avuto la possibilità di correre al fianco di celebrità come il pilota Mark Webber a Silverstone, il presidente sloveno Borut Pahor a Lubiana ed il principe Abdulaziz Turki Al Faisal a Dubai.

Per molti il momento migliore è la fine, ovvero il sorpasso delle Catcher Car. Quale modo migliore di chiudere una gara se non quello di venire superati da driver del calibro di David Coulthard, Mark Coma o il grande Felix Baumgartner?

Per alcuni è una corsa divertente, per altri un gara molto seria. Una serie di ultra-runner di livello mondiale come Eric Ngubane (Sudafrica), l’italiano Giorgio Calcaterra e Michael Wardian hanno combattuto nello stesso momento a centinaia di kilometri di distanza.

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La gara è stata vinta due volte da Lemawork Ketema, entrambe in una sfida agguerrita con il peruviano Remigio Quispe. Nel 2015 sono stati ammessi per la prima volta i partecipanti in sedia a rotelle ed Aron Anderson ha vinto in Svezia, percorrendo ben 64,82km. In due anni 136,677 persone hanno partecipato in oltre 40 diverse località, raccogliendo più di 7 milioni devoluti interamente alla fondazione Wings for Life.

L’8 maggio 2016 sarà la volta di Milano. Io e Rossana ci saremo, insieme per divertimento ma soprattutto per una giusta causa, quale migliore opportunità per indossare le scarpine da runner?