Lo champagne è più di un vino frizzante, è un vino che sa trasmettere gioia ed entusiasmo e comunicare prestigio, lusso e qualità, perfetto per chi voglia festeggiare con stile ed eleganza.

Una splendida unione tra magia e fascino che Moët & Chandon ha saputo interpretare nel migliori dei modi.

Moët & Chandon è più di una casa vinicola, non è solo una delle più grandi e importanti champagnerie del mondo ma è un vero simbolo delle bollicine francesi.

Know-how storico e tecnologia all’avanguardia si fondono per creare un equilibrio armonioso per il quale lo champagne Moët & Chandon è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Ogni fase della lavorazione si fonda sulle conoscenze complementari di viticoltori, bottai, chef de cave, enologi e altri professionisti, tutti accomunati da infinita passione ed eccellenza professionale.

Dove e come nasce lo champagne Moët & Chandon

La storia di Moët & Chandon inizia nel 1743 con il fondatore Claude Moët sotto il regno di Luigi XV – grande amante dei vini spumanti, che iniziò a importare i vini prodotti nella regione dello Champagne nella capitale, Parigi. Il suo sogno era di trasformare un vino prestigioso ma poco conosciuto se non all’interno della regione, in uno dei più noti non solo in Francia, ma di tutta Europa.

La corte reale era alla costante ricerca di vini nuovi, specie frizzanti, e lo champagne Moët iniziò a entrare nelle casate francesi come di tutta Europa, arrivando fino agli Stati Uniti.

La richiesta di vino frizzante aumentò vertiginosamente grazie anche a Madame de Pompadour, confidente del Re di Francia Luigi XV, che lo propose a corte, decretandone il successo. Fu sempre Madame de Pompadour a dire che lo champagne è l’unico vino che rende belle le donne dopo averlo bevuto.

Tra i suoi grandi estimatori figurano anche Napoleone Bonaparte, Thoma Jefferson e oggi la regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Sarà il nipote Jean-Remy Moët a decretare la vera crescita della casa vinicola francese con l’intento non solo di portare il suo champagne nel mondo intero ma di trasformarlo in un vero simbolo di festa, per “condividere la magia dello champagne con tutti”.

Il nome Chandon viene aggiunto nel 1832, quando Jean-Rémy  passò la società metà al figlio, Victor, e metà al genero, Pierre Gabrielle Chandon, diventando, appunto, Moët & Chandon.

Dal 1971 Moet & Chandon fa parte insieme a Veuve Clicquot, Ruinart, Dom Pérignon e Krug del Gruppo Moët Hennessy – leader mondiale nel settore dei vini e alcolici di lusso – che a sua volta fa parte del colosso mondiale LVMH – leader mondiale del lusso, con un portafoglio unico composto da più di settanta marchi prestigiosi tra moda, food, cosmesi e gioielleria.

Vigneti e cantine sconfinati

Non tutti lo sanno, ma il ricco aroma e il colore dello champagne si ottengono combinando diverse varietà di grappoli: Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay. Ogni varietà contribuisce con le sue specifiche qualità a raggiungere l’aroma finale inconfondibile.

La storia di Moët & Chandon ha inizio nel cuore della regione dello champagne, tra vigneti di un verde lussureggiante, culla dello champagne più amato al mondo.

I grappoli che conferiscono a questo champagne il suo inconfondibile aroma provengono da vigneti sparsi in tutte le cinque principali aree della Champagne.

Il marchio possiede oggi la più grande area vinicola della Champagne: 1.190 ettari di terreno, ricco e calcareo, classificato per il 50% Grand Cru e per il 25% Premier Cru. E non solo in Francia, ma anche nella Napa Valley e in Australia a Green Point.

L’ampia varietà di frutti e vigneti assicura una selezione ottimale di grappoli, necessaria per garantire la continuità di Moët Impérial e l’originalità dei Grand Vintage.

  • Il Pinot Noir serve a dare corpo, struttura e intensità al vino, con note di bacche selvatiche.
  • Il Pinot Meunier serve per la rotondità del gusto e a donare note dolci di frutti bianchi.
  • Lo Chardonnay è per l’eleganza, l’acidità e la freschezza con note agrumate e di fiori bianchi.

Le cantine Moët & Chandon sono le più ampie della regione e tra le più vaste al mondo. Situate ad Epernay, si estendono sotto terra per oltre 28 km, formando un leggendario labirinto sotterraneo dove i frutti si trasformano in vino nelle migliori condizioni di umidità e temperatura.

Dotata delle più moderne tecnologie qui ogni anno vengono prodotte 32 milioni di bottiglie di alta qualità, sotto la guida di uno degli chef de cave più quotati al mondo, Benoit Gouez.

Chef de Cave Moët & Chandon dal 2005, Benoît Gouez è un’entusiasta autodidatta dello champagne. Per dirla con le sue parole: “Non vengo dall’universo vinicolo. Sono giunto qui attraverso una serie di incontri, circostanze e soprattutto intuizioni!” L’entusiasmo e la competenza hanno permesso a Benoît Gouez di approfondire lo spirito dello champagne Moët & Chandon, aggiungendovi audacia ed eleganza.

I “fantastici” di Moët & Chandon

Le più famose etichette firmate Moët & Chandon sono quelle dell’Imperial, del Réserve Imperial, dei Grand Vintage e del Dom Pérignon, veri e propri simboli di prestigio e assolute certezze di eccellenza vinicola.

  • Moët Impérial

Cuvée emblematica è il Moët Impérial, l’espressione più profonda e universale della Maison. Assemblaggio perfetto di oltre 200 cru, associa la piena corposità del Pinot Noir, la morbidezza del Meunier e la raffinatezza dello Chardonnay. Da oltre 150 anni, l’immagine assoluta di equilibrio nello champagne.

Il marchio di maggior successo è sicuramente il Brut Imperial che deriva da una selezione di oltre 100 vini, per la creazione della cuvèe, di cui almeno il 20% composta da vini riserva. Prima della messa sul mercato deve affinare sui lieviti per almeno 36 mesi più sei mesi in bottiglia.

  • Grand Vintage Collection

A differenza della maggior parte degli champagne, i Grand Vintage di Moët & Chandon sono prodotti con le uve di un’unica annata d’eccezione.

Ogni Grand Vintage è unico. Ciascuno possiede le qualità caratteristiche inimitabili delle uve pregiate di quell’annata.

Dal 1842 La Maison ha lanciato 74 champagne millesimati Moët & Chandon vantando una delle più prestigiose collezioni di champagne millesimati al mondo, tutti custoditi nelle cantine della riserva Grand Vintage.

  • Dom Pérignon

La maison conta anche uno degli champagne più esclusivi al mondo, il Dom Pérignon: creato dal monaco benedettino Pierre Pérignon, a cui viene attribuita l’invenzione dello champagne.

Il Dom Perignon è la Cuvée de Prestige di Moët & Chandon e secondo alcuni studiosi ed esperti enologi, fu il primo a essere definito “champagne di prestigio”. Ormai è quasi un prodotto a parte. I vitigni utilizzati sono Pinot Nero e lo Chardonnay.

  • Moët Ice Impérial

Ogni anno vengono inaugurate nuove sperimentazioni, per creare uno champagne rivoluzionario ma di classe. Oggi per esempio è possibile gustare l’ultima novità della Maison che porta in tavola una nuova sfida: Moët Ice Impérial, il primissimo champagne da gustare con ghiaccio, in bicchieri capienti appositamente disegnati per esaltarne tutta l’eleganza.

Apprezzare uno Champagne a tavola?

Secondo Benoît Gouez, Chef de cave di Moët & Chandon, sorseggiare champagne è innanzitutto “un’esperienza spontanea, che coinvolge le sensazioni e le emozioni, più che le conoscenze”.

Quindi per esempio molto importante è l’impatto visivo; i colori del piatto devono evocare l’ampiezza aromatica del vino, che non corrisponde necessariamente al suo colore. Per esempio se lo champagne ha note di frutti estivi (albicocca, pesca, ecc.) l’ideale sarebbe proporre piatti con colori caldi, come quelli dello zafferano e della curcuma.

Per esaltare il gusto non proponete piatti troppo elaborati con troppi ingredienti, meglio usare un ingrediente principale, uno complementare e uno di contrasto; l’importante è che siano freschissimi, di stagione e cotti e conditi a puntino.

Come?

Innanzitutto facendo molto attenzione alla salinità. Gli Champagne Moët & Chandon possiedono infatti quattro dei cinque sapori primari: l’acidità dello Chardonnay, la nota amara del Pinot Nero e del Meunier, l’umami dato dalla maturazione sui lieviti, la dolcezza, che dipende dal dosaggio. Il quinto elemento, il sale, è il grande assente. Per questo deve essere presente nel piatto, in modo da consentire a tutti i sapori di rivelarsi.

Attenzione poi alla cottura dei cibi: lo Champagne non ama i cibi asciutti. L’estrema leggerezza dello Champagne richiede cotture moderate, che preservano la succosità degli ingredienti, quindi via libera a cotture a bassa temperatura, rapide in padella bollente, “al dente”, oppure utilizzare gli ingredienti direttamente crudi o marinati.

Un po’ di terminologia “da champagne”

– Terroir

Le viti della Maison Moët & Chandon crescono su terreni nel cuore della regione della Champagne, caratterizzati dalla loro geologia e clima unici.

– Cépages

Nell’assemblaggio degli champagne vengono utilizzati tre uvaggi principali: il Pinot Nero, il Meunier e lo Chardonnay.

– Vendange

La vendemmia mobilita un’intera regione per raccogliere i frutti del lavoro di un intero anno.

– Assemblage

L’arte dell’ assemblaggio richiede la selezione mirata di vini provenienti da diverse aree, vitigni e annate, per creare uno champagne che esprima perfettamente lo stile di Moët & Chandon.

– Maturation

Nel cuore delle cantine, le bottiglie iniziano un lungo periodo di affinamento.

– Remuage

Dopo il periodo di maturazione, in preparazione alla sboccatura viene effettuato il remuage, che elimina i residui sul fondo della bottiglia e rende lo champagne così splendidamente trasparente e non torbido.

– Dégorgement

Dopo il periodo di maturazione e il remuage, la bottiglia viene sboccata per essere chiarificata. Infine, viene aggiunto il dosaggio al vino e il tappo di sughero che sigilla la bottiglia.