Il mondo delle droghe psichedeliche è spesso tanto inquietante quanto affascinante, soprattutto quando si parla di sostanze naturali con intrinsechi effetti allucinogeni. È infatti bizzarro pensare che in natura si trovino elementi che possono causare reazioni tanto sconvolgenti, in positivo o in negativo, nella mente dell’essere umano. Questa fascinazione per il mondo della psichedelia è incarnata dai funghetti allucinogeni, consumati da migliaia di anni dalle popolazioni di tutto il globo per il loro potere psicotropo.

 

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Dai Nativi Americani ai popoli indigeni di Africa e Asia, i funghi allucinogeni sono sempre stati considerati parte integrante di rituali e cerimonie, consumati per allargare le proprie percezioni ed entrare in contatto con il mondo extra-sensoriale. Ancora oggi il loro consumo è associato ad esperienze fisiche e mentali amplificate, e spesso chi ne fa un uso sapiente sostiene che i funghetti servano ad avere una più profonda conoscenza di sé e dell’ambiente circostante.

In questo articolo non troverete, ovviamente, un invito all’assunzione di sostanze illecite, bensì una serie di nozioni che pensiamo possano essere utili nel caso vi troviate a consumare funghi allucinogeni. D’altra parte, gli studi scientifici su questo tipi di funghi non cessano ancora di svelare nuove nozioni a loro proposito ed indicarne potenziali utilizzi dei quali, chissà, un giorno tutta la popolazione potrebbe beneficiare.

La sostanza psichedelica dei funghi allucinogeni è la psilocibina

I funghetti più famosi sono quelli che contengono una sostanza detta psilocibina. Parente dell’LSD, questo alcaloide ne condivide il potenziale allucinogeno, ma è in proporzione più sicuro.

Una volta all’interno dell’organismo, la psilocibina viene scomposta in psilocina, una sostanza che aumenta la concentrazione di serotonina nel cervello bloccandone la ricaptazione da parte dei neurotrasmettitori. In poche parole, garantisce le sensazioni di benessere e euforia spesso associate alla serotonina.

Gli effetti principali della psilocibina sono di tipo enteogenico, ovvero portano ad avvertire un contatto profondo con la realtà, sia interiore che esteriore. L’assunzione di questa sostanza può comportare la visione di colori più nitidi e vividi e la formazione di allucinazioni visive, uditive e tattili più o meno intense a seconda della dose. Non è rara la visione di una sorta di “aurea” intorno a oggetti e persone, spesso associata a significati spirituali.

Quali sono i funghi allucinogeni sicuri da assumere?

I “funghetti magici” più noti e diffusi, nonché dalle potenzialità allucinogene più elevate, sono quelli del genere Psilocybe, nome che deriva proprio dalla sostanza psicotropa che contengono. Tale sostanza è responsabile anche della colorazione bluastra che contraddistingue le loro sporate. I funghi di questo genere sono il più delle volte di piccole dimensioni, hanno un cappello tondeggiante viscido e glabro di colore marrone-dorato e uno stelo biancastro.

Le varietà utilizzate più spesso come sostanze ricreative sono il Psilocybes cubensis, o “messicano”, e il Psilocybes semilanceata, diffuso anche sulle Alpi e sull’Appennino tosco-emiliano. Un’altra tipologia famosa è il Panaeolus cyanescens, anche detto “hawaiano”, particolarmente diffuso in aree tropicali o subtropicali.

Anche i funghi della varietà Amanita sono a volte considerati allucinogeni, ma bisognerebbe tenersene il più alla larga possibile. Non solo infatti non hanno effetti psichedelici, ma sono altamente tossici e possono addirittura risultare mortali.

Ci sono diversi modi per assumere i funghi allucinogeni

I funghi alla psilocibina sono commestibili e possono essere ingeriti in diverse forme. Se si raccoglie il fungo fresco, non lo si dovrebbe cucinare, poiché il calore distrugge il principio attivo psicotropo. La procedura consigliata è quella dell’essiccazione, che conserva intatte le sostanze all’interno del fungo.

Una volta essiccati, i funghi possono essere o direttamente masticati oppure sbriciolati con un grinder e inseriti in capsule da deglutire. Questo secondo metodo è particolarmente indicato per l’assunzione dei funghetti in microdosaggi, che si dice siano utili a mantenere la calma e la concentrazione durante la giornata. In ogni caso, gli effetti inizieranno a manifestarsi dopo circa 45 minuti dall’ingestione.

I funghi sbriciolati possono poi essere messi nell’acqua calda per realizzare una tisana; l’importante è non portare mai la temperatura a ebollizione in modo da non rovinare il composto. Rimanendo in cucina, pezzetti di fungo essiccato possono essere inseriti in dolci e biscotti, oppure spolverati su zuppe e altri piatti. Quando si realizza un cosiddetto “edibile” ai funghi, l’ingrediente allucinogeno non dovrebbe mai essere cotto, bensì aggiunto a cottura ultimata.

Un’avvertenza è doverosa: il sapore dei funghi, comunque li assumiate, non sarà mai particolarmente piacevole. Gli edibili vanno a mitigarne il gusto amaro, ma nella maggior parte dei casi limitanogli effetti psichedelici. Il modo più efficace per avere esperienze estatiche intense è infatti assumere i funghi a stomaco vuoto.

L’ambiente dovrebbe essere preparato al meglio prima di assumere i funghetti

Se vi sentite tranquilli nell’intraprendere il vostro trip da funghetti e avete la materia prima che vi occorre, l’unica cosa che vi resta da fare è preparare il “setting”, ovvero l’ambiente nel quale godervi il vostro viaggio.

È consigliato rimanere in casa o comunque in un ambiente chiuso e con poche persone all’interno. Anche se i funghetti possono portare ad uno stato di socialità piacevole, è infatti plausibile che gli eccessivi stimoli esterni o la presenza di troppi individui intorno generino ansia e panico.

Il vostro ambiente dovrebbe essere dunque il più confortevole e accogliente possibile. Largo a cuscini e coperte, luci soffuse e candele (queste ultime in punti sicuri dove non potete inciampare). Indicatissima anche la creazione di una playlist ad hoc che vi accompagni con ritmi suadenti e ipnotici.

Prima del viaggio, fate incetta di snack salutari, frutta e soprattutto acqua o bevande ipotoniche. Il vostro corpo avrà infatti bisogno di nutrienti e soprattutto di idratazione per reagire al meglio alle sostanze allucinogene.

Per rendere la vostra esperienza coi funghetti ancora più sicura, chiedete ad una persona fidata di farvi da “trip-sitter”, ovvero di rimanere sobria accanto a voi per tutta la durata del viaggio. Gli effetti dei funghi possono infatti durare dalle 3 alle 6 ore, ed è bene avere qualcuno su cui fare affidamento se si dovessero presentare sintomi indesiderati.

È possibile avere un bad trip da funghi allucinogeni

Alcuni studi scientifici come il Global Drug Survey hanno rilevato che i funghi allucinogeni sono una delle sostanze psicoattive più sicure fra quelle usate a scopo ricreativo. La loro tossicità cronica è infatti molto bassa, così come la possibilità di sviluppare dipendenza fisica da essi.

Ciò non toglie che queste sostanze possano avere effetti indesiderati. Assumere una dose troppo elevata per il proprio fisico, trovarsi in un ambiente insalubre durante il viaggio, soffrire di malessere psicologico oppure avere già uno stato mentale alterato da alcol e droga in partenza sono alcuni degli elementi che possono contribuire al presentarsi di un “bad trip”.

Per bad trip si intende un’esperienza allucinatoria negativa con sensazioni di ansia, paranoia e panico, visione alterata e stato confusionale. Alcuni sintomi fisici normalmente associati all’assunzione di funghetti quali nausea e cefalea possono intensificarsi, così come la sensazione di freddo intenso. Anche l’esperienza di distacco da sé, generalmente calmante, può tramutarsi in un senso di dispersione caotica che sfocia nella paura di impazzire o di morire.

Essere in un ambiente protetto e avere a fianco una persona fidata servono proprio a mitigare gli effetti del bad trip. Può aiutare anche bere dell’acqua e mangiare qualcosa di salato per riequilibrare i succhi gastrici e diluire l’effetto delle sostanze stupefacenti nell’organismo.

I funghi allucinogeni possono avere effetti benefici

Negli ultimi anni, i funghi allucinogeni sono stati studiati sempre più da vicino da università e istituti di ricerca per carpirne i segreti. È infatti innegabile che queste sostanze siano in grado di portare estesi benefici a chi ne fa un uso congruo.

Il rapporto della psilocibina con la serotonina, anche detta “ormone della felicità”, fa sì che la sua assunzione porti sensazioni di piacere se non addirittura di euforia, migliorando l’umore e lenendo l’ansia.

L’università Johns Hopkins di Baltimora ha inoltre dimostrato che i funghetti possono portare a cambiamenti positivi nella personalità di chi li assume quali maggiore apertura mentale, immaginazione più prolifica e senso estetico rafforzato. Questa sarebbe un’estensione benefica dello stato contemplativo al quale porta un viaggio da funghetti.

Fra gli altri effetti positivi della psilocibina studiati di recente si annoverano anche la facoltà di contrastare la dipendenza da nicotina ed il contributo sostanziale che potrebbe dare nella cura del disturbo depressivo maggiore.

Coltivare funghi allucinogeni in Italia è illegale

Va infine ricordato che, in Italia, i funghi allucinogeni contenenti psilocibina, ovvero una sostanza psicotropa, sono equiparati ad altre droghe come le amfetamine, l’LSD e le foglie di coca. La loro coltivazione è dunque illegale, tranne nel caso in cui si possa dimostrare che non contengano principi attivi stupefacenti (cosa piuttosto difficile). La pena per la coltivazione ed il commercio di funghi allucinogeni comprende sia la reclusione in carcere da 6 a 20 anni sia una sanzione pecuniaria fino a 260mila euro.

Se però la coltivazione di funghetti allucinogeni fosse così esigua da far risalire al solo uso personale, non si incorrerebbe in sanzioni penali, ma solo nell’illecito amministrativo.


Fonte foto: Marcus Loke on Unsplash