Per qualcuno la domanda è lecita, visto che per parteciparvi diserterà la prossima Red Hook milanese… di chi sto parlando? Ma del figlio del grande Francesco Moser, naturalmente, che, ciclista di talento, ha deciso di lanciarsi in un’avventura mediatica tra le più impegnative. Il Grande Fratello (Vip) appunto, che, guarda caso, ha proprio le stesse identiche iniziali delle Gran Fondo, ovvero le “maratone dei ciclisti”.

Ma se per il giovane Moser il dubbio su come interpretare le iniziali oggi si pone eccome, nel mio caso, che vip non sono (ancora) e che invece mi avvio a diventare una discreta ciclista, non ci sono affatto ambiguità. Ebbene sì, parteciperò alla mia prima Gran Fondo. Anzi alle mia prima e alla mia seconda Gran Fondo nel giro di una settimana. Una follia? Forse. Ma il calendario milanese non ammette pause. Si sa che a noi “imbruttiti” piace da sempre correre, che “siamo a Milano e non abbiamo tempo da perdere”. E quindi ben due Gran Fondo a Milano si avvicendano ravvicinate alla loro prima edizione. Così la nostra city, che pur essendo metropoli adorante del ciclismo, non aveva ancora debuttato nella magia della Gran Fondo si ritrova di colpo ad ospitarne due.

E due siano, quindi, senza timore di affrontarle a stretto giro! La prima, in partenza da Bresso, naturalmente con il supporto di dateciPista, ovvero dei volontari del Velodromo Parco Nord, organizzata sotto l’egida della FCI e con il patrocinio del Comune di Bresso si chiama GRANFONDO MILANO e garantisce un’itinerario piuttosto brianzolo, quindi denso di promesse altimetriche: 1.000 metri per chi fa la versione media di 103 Km e quasi il raddoppio a 2.000 per chi allungherà il percorso di 30 Km, ma con pendenze che raggiungono la doppia cifra decimale.

Un’immagine tratta e rielaborata dal sito di presentazione della Granfondo Milano

La seconda sarà sicuramente più mediatica. Patrocinata dal Comune di Milano, parte con astuzia dal Vigorelli, la “Scala del ciclismo” oggi tristemente in standby, e si dirige più bonariamente verso ovest, tra il canale Villoresi e il Naviglio Grande, raggiungendo Turbigo a nord e Abbiategrasso a sud. DEEJAY 100, così si chiama quella che in realtà, con poco più di 100 km, è una medio fondo, si svolge nel contesto della nuova manifestazione Vodafone Milano Ride che, oltre ad abbracciare con le sue iniziative tre giornate, dal 22 al 24 settembre (c’è anche spazio per mtb e fixed), si fregia della partecipazione di vip. Ci sarà naturalmente la benedizione di Linus di Radio DeeJay, che forse ha dato finalmente ascolto ad Aldo Rock e attaccato al chiodo le scarpette da runner a vantaggio di due più sane (per le articolazioni) ruote, e si potrà correre insieme a Ivan Basso e a Gianni Bugno. Due big che non sto neppure a spiegare.

Da sinistra, Linus di Radio DeeJay e i campioni Gianni Bugno e Ivan Basso

Così mi appresto a vivere queste due intense emozioni. E se la prima, la Granfondo Milano, mi avvince sicuramente di più dal punto di vista puramente sportivo, la DeeJay 100 mi conquista comunque per l’aspetto relazionale. Non potevano quindi che esserci due soluzioni diverse per Milano, visto che qui i ciclisti sono divisi in nicchie e se c’è quello che ama le gran fondo c’è poi quello che ama le gran fondo solo con bici vintage o quello che senza chip per la misurazione dei tempi non fa neppure un giro di pedale. Quindi più offerta c’è e meglio è.

Un’immagine rielaborata sempre tratta dal sito di Granfondo Milano

Veniamo però al dunque. Come mi sto preparando, io, a queste due prove? Ieri volevo dare un colpo di telefono a Mario Bodei, presidente di dateciPista, per avere qualche dritta esperta, ma poi il lavoro mi ha fregata e non sono riuscita a chiudere ad un orario decente. Così l’ultima spiaggia è il web. Facendo un giro su Google alla voce “come preparare una gran fondo” saltano fuori articoli che assomigliano a trattati di scienza. C’è Bikeitalia.it ad esempio che, a firma di Omar Gatti, offre un articolo serio e dettagliatissimo sul percorso di preparazione. Durata? Un paio di mesi. Così, tra esercizi per il potenziamento muscolare e il calcolo delle soglie di lavoro, al termine dell’impegnativa lettura mi sono ritrovata… in preda al panico! Ma neanche quel perfettino di Froome, ci scommetto, ce la può fare a rispettare una road map così scientifica.

Stavo quasi per rammaricarmi di non aver fatto “i compiti a casa” che, giunta alla fine dell’articolo, mi imbatto nel capitoletto dedicato all’ultima settimana. E scopro così che, come nel caso di Dio e il settimo giorno, l’ultima fase pre – gran fondo è votata al riposo. Mai forzare sui pedali, mai accumulare fatica inutile. La settimana che precede la GF può includere alcune belle camminate, ma devo assolutamente evitare di strafare in pausa pranzo sul Naviglio Grande o, peggio ancora, al Velodromo.

Il gruppo di testa in una gran fondo amatoriale

E poi confido nella mia preparazione spontanea attuata questa estate. Potenziamento muscolare? Certo! con pendenze medie dell’11% in montagna posso dire di aver fatto uno squat un po’ più divertente. La dieta? Polenta taragna, uova e costine, accompagnata da bresaole e salamini d’antipasto, è certamente una buona cura ricostituente per i muscoli. E se a ciò si aggiunge il minestrone di verdura tutte le sere si rimane anche belli puliti.

Tornata in città ho poi ripreso il tradizionale carpaccio di pesce a pranzo dopo una sgambata in bici di 26 Km. Da zona Tortona a Gaggiano e ritorno. Quindi sento di avere la coscienza a posto. E se il mio modello di allenamento è forse un po’ “fai da te” mi piace allora immaginarmi come Abebe Bikila, il runner etiope due volte campione olimpico di maratona che correva scalzo. Con un approccio così naturale in gara l’allenamento non doveva essere da meno.

E mettiamoci pure come esempio il buon vecchio Rocky Balboa, che pestava quarti di bue e ingurgitava qualcosa come dodici uova d’un fiato a colazione. Anch’io quest’estate a Madesimo, dopo qualche giorno di allenamento, mi sono ritrovata con la stessa musica a fanfara nelle orecchie  che accompagnava il campione sulla cima della scalinata, a braccia alzate. L’Alpe Motta non aveva sotto una metropoli brulicante di vita, ma solo un paio di mucche brucanti erba, ma l’effetto WOW c’era tutto. Perché? Perché non c’è che essere sicuri di potercela fare per farcela.

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI CLICCA SUL NOME DELLA GRAN FONDO:
GRANFONDO MILANO (Domenica 17 settembre)
DEEJAY 100 (Domenica 24 settembre)

 

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