C’è ancora chi, ormai ingenuamente, lo chiama ancora enfant prodige. Ormai però, nonostante l’età è ancora giovanissima, Xavier Dolan è da considerarsi un regista maturo, esperto, che sa cosa vuole e sa come ottenerlo. È Solo la Fine del Mondo ne è l’ultimo fantastico esempio.

Una famiglia che implode/esplode

Riprendendo le atmosfere del precedente Mommy, in questo nuovo film Dolan tocca nuovamente il tema della famiglia. Il protagonista è Louis (un pregevole Gaspard Ulliel), un giovane scrittore di successo che da dodici anni è lontano dalla sua casa di origine, abbandonata per vivere in pieno la sua vita. Un giorno decide di tornare per ritrovare la sua famiglia: la madre (Nathalie Baye), la sorella Suzanne (sensuale Léa Seydoux), il fratello Antoine (sempre eccelso Vincent Cassel) e la cognata Catherine (Marion Cotillard). Ad attenderlo però ci sono soprattutto esattamente le stesse dinamiche nevrotiche che lo avevano allontanato dodici anni prima. Il tempo è passato, ma certi malloppi restano, latenti. Il motivo del suo ritorno è la comunicazione di una notizia importante. Come reagirà la famiglia? Sarà la fine del mondo?

Dal teatro al cinema

È Solo la Fine del Mondo è tratto dall’omonima pièce teatrale di Jean Luc Lagarce del 1990. Un testo scritto in un modo unico, intessuto di goffaggini, di ripetizioni, di esitazioni, di errori di grammatica. Parole precise che diventano potenti ed incisive, senza tagli, senza limare. Qualsiasi autore contemporaneo probabilmente depennerebbe automaticamente tutti gli elementi superflui e ridondanti. Lagarce invece fa il contrario, li mantiene, li celebra. È stata qui la principale prodezza di Dolan, quella di mantenere il linguaggio originale, senza edulcorarla, senza compromessi. Del resto, nonostante siano passati già ventisei anni, l’opera di Lagarce assume valore con il passare del tempo.

Personaggi e attori unici

Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Léa Seydoux, Vincent Cassel, Marion Cotillard. Xavier Dolan ha preso il meglio della recitazione francese per interpretare i personaggi del film. Attori in stato di grazia che hanno reso alla perfezione i caratteri nervosi e intimoriti dei protagonisti della storia. Le loro emozioni, urlate o soffocate, i loro silenzi, le loro esitazioni, la loro irrequietezza, le loro inquietanti imperfezioni, la loro solitudine, i loro tormenti, i loro complessi di inferiorità. Azioni e parole, in un crescendo devastante. In conclusione sembra proprio essere lui, Xavier Dolan, la fine del mondo.