Sono tante le opzioni a disposizione, ma allo stato attuale la scelta dei consumatori sembra rivolgersi sempre più verso le auto ibride, in attesa di ulteriori sviluppi dai produttori di auto elettriche e di nuovi passi in avanti dei modelli a gas.

Questa scelta è dettata da vari fattori: minore emissione, risparmio notevole sui costi, ma anche una non trascurabile possibilità di vendere l’auto facilmente nel caso di un nuovo acquisto.

Da una ricerca dall’istituto tedesco Fraunhofer e dai colleghi dell’istituto di tecnologia di Karlsruhe, si può notare che questa è la scelta migliore anche in materia di salvaguardia dell’ambiente, visto che allo stato attuale le auto ibride eliminano lo stesso quantitativo di emissioni di gas serra CO2 dei modelli elettrici. La motivazione è da ricercare nella durata delle batterie elettriche ancora troppo contenuta, e non in grado di garantire spostamenti su lunghe tratte se non dopo tempi d’attesa importanti per la ricarica.

Gli esperti hanno comparato le emissioni e la messa in strada di 49.000 automobili elettriche e di oltre 73.000 veicoli ibridi plug-in in circolazione sulle strade europee e statunitensi. Comparando i dati di monitoraggio delle flotte aziendali e i siti di settore rivolti agli automobilisti che vogliono controllare le emissioni dei propri veicoli, emerge che i modelli dotati di motore ibrido ricaricabile anche tramite le prese di corrente hanno un potenziale di riduzione delle emissioni identico a quello delle auto elettriche. Il calcolo è stato possibile stimando l’autonomia di un ibrido plug-in di circa 60 chilometri, per una durata complessiva di 15.000 chilometri annui, gli stessi che è possibile percorrere con le auto elettriche. Se si prendono poi in considerazione le dimensioni delle batterie, le auto ibride rilasciano anche un numero inferiore di particelle nell’aria, necessitano di una carica minore e possono effettivamente costituire la svolta per il mondo della mobilità elettrica.

Se la bilancia del 2017 pende però a favore delle auto ibride, nei prossimi anni il trend potrebbe invertirsi, sia in considerazione di un numero sempre più elevato di punti di ricarica rapida, sia dell’avanzamento della ricerca che punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica durante la propulsione elettrica. Allo stato attuale, il consumatore deve anche valutare l’aspetto economico: il prezzo “secco” di listino favorisce il modello ibrido, che però non usufruisce delle esenzioni quinquennali della tassa automobilistica e di altre agevolazioni regionali. La regolamentazione nazionale non ha preso in considerazione i modelli ibridi, direzione però in cui si sono mosse alcune amministrazioni locali. Sono 10 infatti le regioni che prevedono esenzioni e agevolazioni per l’acquisto di auto ibride, a cui si aggiungono anche due province autonome. I veicoli di nuova immatricolazione delle province di Bolzano e Trento hanno diritto ad esenzioni da 36 a 60 mesi a seconda delle emissioni prodotte; stessa discorso vale anche per i veicoli immatricolati in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, con esenzioni che però scadono nel 2017 ma potrebbero prevedere ulteriori prolungamenti.

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