Per capire chi è Giuseppe Giglio, Presidente e Amministratore Delegato di Giglio.com vi invito a leggere direttamente l’ultima risposta di questa intervista.

Alla domanda se ha mai pensato di scrivere un libro per raccontare l’incredibile storia dell’azienda, lui con tutta l’umiltà del mondo mi risponde “avrei voluto che lo scrivesse mio papà”.

Il papà di Giuseppe è Michele Giglio e negli anni ’50 ha trasformato la bottega di tessuti, fondata a sua volta dal padre, in una boutique di abiti confezionati facendo diventare le boutique Giglio un punto di riferimento per gli appassionati di moda a Palermo e portando l’azienda di famiglia a quelli che si pensavano i massimi splendori possibili che si potessero raggiungere, questo perché ancora non aveva fatto i conti con la visione futuristica di suo figlio Giuseppe, che nel frattempo si era innamorato di internet e immaginava un modo per vendere capi e accessori di moda online in tutto il mondo.

Il momento chiave è questo, perché se è vero che Michele Giglio è stato un visionario, Giuseppe Giglio è il vero protagonista della nostra storia.

Per 10 lunghissimi anni Giuseppe Giglio ha sopportato le pressioni di suo padre Michele, che incolpevole figlio di un’altra epoca, lo voleva dietro il banco di un negozio per portare avanti gli affari di famiglia, cercando di scoraggiare in tutti i modi la sua idea, il suo sogno: un sito web per vendere online abbigliamento e accessori di moda.

“…era convinto che il sito e il computer fossero per me una totale perdita di tempo. Ci ho messo 10 anni (dal 1996 al 2006) a spiegare a mio papà che le vendite online sarebbero state il futuro!” – Giuseppe Giglio, Presidente e Amministratore Delegato di Giglio.com

Giuseppe Giglio con Giglio.com ci ha dato una bella lezione di imprenditorialità perché non ha mai mollato il suo sogno e oggi Giglio.com è a tutti gli effetti uno dei marketplace di moda più visitati al mondo.

Intervista a Giuseppe Giglio, Presidente e Amministratore Delegato di Giglio.com

Quando nasce l’azienda madre Giglio con i negozi a Palermo? I negozi Giglio nascono grazie a mio nonno, a cavallo tra le due guerre; la prima è una bottega di tessuti che diventa negozio di abbigliamento non appena cominciano ad arrivare i primi abiti confezionati, quindi intorno agli anni ’50. Quelle che erano botteghe di tessuti si sviluppano e diventano vere e proprie boutique di moda grazie a mio papà.

Qual è il primo ricordo che hai delle boutique? Ricordo che quando cominciai a lavorare ero convinto di arrivare in negozio e di poter esser trattato come il figlio del titolare, invece il primo giorno di lavoro mio padre mi disse di prendere una pezza e di pulire tutti i vassoi di plexiglass che usavamo per esporre le camicie… ed erano davvero tantissimi! Ho passato una settimana a pulire vassoi di plexiglass!

Boutique Giglio a Palermo
Boutique Giglio a Palermo

Tu hai lavorato in negozio fino a quando? In realtà quando ho terminato l’università non avevo voglia di stare dietro ad al banco di un negozio, non riuscivo a vedermi così. Eravamo all’inizio degli anni ’90 e ho cominciato ad innamorarmi del mondo del web, che era agli albori. Più volevo stare lontano dal negozio e più mio papà mi chiedeva di lavorarci, perché non voleva che io stessi davanti al computer, con la falsa convinzione che stessi giocando. In verità, nel 1996, ho creato e registrato il nostro sito: giglio.com. Nasce con il .com perché all’epoca esisteva solo quell’estensione e non perché avessi manie di internazionalizzazione. In sostanza giglio.com nasce perché io non volevo stare dietro ad un banco.

Come hai spiegato a tuo padre che volevi prendere un’altra strada? All’inizio per lui era tutto incomprensibile, era convinto che il sito e il computer fossero per me una totale perdita di tempo. Ci ho messo 10 anni (dal 1996 al 2006) a spiegare a mio papà che le vendite online sarebbero state il futuro, ma finalmente nel 2007 i fatti sono riusciti a convincerlo e il sito giglio.com è diventato a tutti gli effetti il sito che vediamo oggi online.

Sede di Giglio.com a Palermo
Sede di Giglio.com a Palermo

Tuo padre, alla fine, ti ha mai detto che avevi ragione? Ci è voluto un po’, ma nel frattempo si è incominciato a capire verso quale direzione stava andando il mercato e ha capito che forse la mia intuizione non era così tanto campata in aria.

In questi 10 anni di attesa da parte tua, come si è evoluto il sito? È nato subito come sito di vendita con questa idea di oggi oppure era diverso? Nel 1996 è nato come sito di vendita ed è rimasto aperto circa un anno, durante il quale abbiamo evaso solo 2 ordini. A quel punto io non avevo più la forza per difendere la mia idea; noi avevamo 7 negozi che stavano vivendo un momento di grande splendore, quindi anche io ho cominciato ad avere dei dubbi, nonostante fossi convinto che quella del sito fosse la strada del futuro. Va tenuto presente che nel 1996 non esistevano tante realtà, come PayPal per esempio, e non esisteva nessun sistema di pagamento digitale. Nel 1996 provammo a scrivere al servizio cliente di uno dei nostri servizi interbancari per chiedere come vendere online, ma ci fu risposto che in quel momento non era possibile assisterci in una vera e propria vendita online.

Questo percorso che hai dovuto compiere, oggi ti rende una persona aperta a chi ti dice che si potrebbe agire in un modo diverso? Sei aperto ad altre idee, magari non tue? Sono apertissimo. Io credo che oggi giglio.com sia il risultato di un’alchimia straordinaria che è fatta di innovazione digitale e di passaggio generazionale: nonostante si lavori in famiglia in grande armonia, siamo riusciti a cambiare il mindset dell’azienda, costruendo un layer manageriale, che è molto complicato per una realtà di queste dimensioni. Io ascolto tecnici, sono aperto a nuove tecnologie e a tutto ciò che viene detto dagli altri; non ho la pretesa di voler fare tutto io o di voler dire solo la mia opinione, anzi, mi ritengo un facilitatore in questo senso.

Quanto sei orgoglioso del fatto che tutto sia ancora a Palermo e tutto sia in continua crescita? Lo sono davvero moltissimo. Sono orgoglioso perché siamo la prima company nella storia della città di Palermo. Sono anche orgoglioso perché abbiamo dato una nuova vita a un modello di business tradizionale e sono orgoglioso anche perché oggi ho un team di ragazzi giovanissimi (siamo 125 e il 75% non ha ancora 35 anni) e molti di loro si sono conosciuti qui dentro, si sono sposati e hanno comprato casa. Sono orgoglioso di aver tenuto qui persone che volevano andare via, al Nord o fuori dall’Italia, perché ho potuto offrire loro un’opportunità qui, a casa loro.

Quali sono i brand che vi danno più soddisfazione? Noi siamo più proiettati verso il luxury, per due motivi: il primo è per una questione di strategia, perché sono prodotti più difficili da reperire, ma noi, grazie alle nostre connection, riusciamo a trovarli e il secondo motivo è per uscire dalla battaglia di prezzo con altri. Sul lusso è più difficile competere e noi crediamo che sia lì la nostra collocazione naturale. I brand di maggiore soddisfazione sono quelli del made in Italy e quelli che hanno un contenuto di qualità.

Studio fotografico nella sede di Giglio.com
Studio fotografico nella sede di Giglio.com

Adesso avete una vostra piattaforma interna, com’è nata? Nel 2013 il business iniziava a crescere con ritmi interessanti e ho capito che il digitale stava diventando il fulcro dell’azienda e per questo non potevamo essere legati alle tecnologie terze. Avevamo una certa passione per la tecnologia e ci siamo detti che era arrivato il momento di costruire la nostra piattaforma, e credo che questo sia stato un importante punto di svolta per l’azienda.

Avete pensato di mettere la vostra piattaforma a disposizione anche di altri marketplace? A volte ci abbiamo pensato, ma questa sarebbe stata una distrazione. Noi siamo focalizzati su quello che è il nostro business e tendiamo a non distrarci: vogliamo fare meno cose, ma farle nel modo migliore possibile.

Come vengono gestite le vendite? Tutto ciò che viene venduto viene spedito da un nostro sistema di logistica. Tutto parte o da Palermo o da Vimodrone. Per scelta non condividiamo mai i dati dei nostri clienti con altri player.

Guardandoti indietro, c’è stato qualche momento in cui hai avuto paura? Da azienda di famiglia, uno dei momenti più significativi in questo senso è stato quando ci siamo aperti al capitale investito e abbiamo dovuto spiegare a mio padre perché stavamo facendo un debito di 5 milioni di euro. Poi anche quando sono entrati in azienda i nostri soci e abbiamo fatto un’operazione di equity è stato un momento importante, necessario per crescere ed essere più granitici: anche quello è stato un momento di grande paura e di tormento, ma ad un certo punto abbiamo voluto provare a costruire qualcosa di più grande.

Hai mai pensato a scrivere un libro sulla storia di questa azienda? Avrei voluto che lo scrivesse mio papà, perché tutto è cominciato da lui e con lui ci siamo sempre confrontati ad ogni passo, dimostrando di essere una famiglia molto unita.