Ammettiamolo, negli ultimi 10 anni un po’ tutto nei supermercati tende ad avere la scritta “bio” sull’etichetta. Ma si tratta sempre di un prodotto davvero biologico? E soprattutto, con biologico cosa si intende? Quando si parla di carne poi è ancora più difficile capirlo.

Cerchiamo allora di fare un minimo di chiarezza per potere fare una spesa responsabile, sana e buona.

Per fortuna, bisogna dirlo, la sensibilità nei confronti dell’ambiente e degli animali è in costante crescita e i dati lo dimostrano: basti pensare che durante il periodo di pandemia da Covid19 gli italiani hanno privilegiato un’alimentazione più sana tanto che le vendite di prodotti alimentari e bevande bio tra febbraio e marzo 2020, hanno segnato un +20,1% rispetto agli stessi mesi del 2019. E la situazione non è molto diversa nel resto d’Europa.

Tuttavia, il dubbio che il cibo biologico sia solo una moda e una trovata di marketing, resta vivo in molte persone.

Cerchiamo quindi  di capirne un po’ di più.

Cos’è la carne biologica?

Innanzitutto gli obiettivi principali di un allevamento biologico sono:

  • il benessere animale attraverso il rispetto del ritmo naturale di crescita e le loro necessità di spazio
  • la sostenibilità ambientale
  • la tutela della salute del consumatore finale

Appurato ciò, la carne biologica, per poter davvero essere definita tale, deve provenire da allevamenti che rispettano dei severi disciplinari stabiliti dalla Comunità europea e dagli enti certificatori, solo così possono avere, e comunicare al consumatore finale, la certificazione “bio”. Le aziende Agricole che operano nel biologico ricevono frequenti visite dalle autorità competenti, incaricate di verificare che siano rispettati i requisiti per la certificazione biologica.

Un allevamento si può definire biologico se rispetta queste norme:

  1. l’uso di materie fertilizzanti naturali
  2. la scelta di razze animali autoctone
  3. un sistema produttivo basato su un terreno riservato al pascolo
  4. un numero massimo di animali per unità di superficie, perché devono essere garantiti al bestiame ampi spazi per muoversi liberamente durante il pascolo
  5. gli animali devono essere allattati con latte materno, per un periodo minimo di 3 mesi
  6. almeno il 60% del mangime deve essere biologico e totalmente privi di OGM, e deve essere assicurata agli animali una dieta alimentare corretta e genuina; persino l’acqua deve essere adeguata per qualità e quantità
  7. l’area destinata al pascolo degli animali non deve essere trattata da almeno 3 anni con prodotti non autorizzati
  8. il bestiame dev’essere trasportato solo per brevi tragitti per non creare disagi e sofferenze
  9. in caso di malattia degli animali, l’allevamento biologico prevede il ricorso agli antibiotici solo in caso in cui le cure naturali non abbiano sortito l’effetto desiderato
  10. gli allevatori devono essere in grado di garantire la qualità e la tracciabilità della carne lungo tutta la filiera produttiva, compreso il trasporto.

Perché scegliere la carne biologica?

La carne biologica ha un costo più alto rispetto a quello della carne normale, ma varrebbe la pena sceglierla per tre motivi principali:

  1. la garanzia di avere una materia prima sana e di qualità
  2. il benessere degli animali
  3. un sistema alimentare giusto e rispettoso nei confronti dell’ambiente

Inoltre la carne bio è meno grassa e dunque meno calorica rispetto alla carne “convenzionale”, e non contiene ormoni (per velocizzare la crescita degli animali) e antibiotici che invece vengono usati in grosse quantità negli allevamenti intensivi, e sono sostanze tossiche che restano all’interno della carne anche dopo la macellazione, e che si trasferiscono al nostro organismo.

Come riconoscere la carne biologica?

I prodotti nel banco del supermercato sono tanti e si rischia di fare confusione. Come si può riconoscere la carne bio?

L’etichetta resta sempre la nostra migliore alleata.

Prestate dunque attenzione alle indicazioni di tracciabilità, solitamente le carni biologiche provengono da animali nati, allevati e macellati in Italia, la cosiddetta “filiera corta”, poi naturalmente deve esserci il marchio “bio” dell’unione europea (non quello pubblicitario!), che è un logo di colore verde raffigurante una fogliolina formata da dodici stelle, questo è segno di certificazione biologica a livello europeo.