Se sei un Capo di Stato per quasi tre quarti di secolo, è inevitabile diventare protagonista della cultura popolare mondiale. La Regina Elisabetta II ha ispirato tutto, dagli inni punk beffardi alle canzoni dei Beatles, dai cappellini alla moda alla satira, passando naturalmente per il cinema e la tv (memorabili l’interpretazione da Oscar di Helen Mirren in The Queen e quelle di Claire Foy e Olivia Colman nella straordinaria serie Netflix The Crown).

Elizabeth era ancora in fasce quando venne citata per la prima volta in Winnie the Pooh di A.A. Milne e aveva solo tre anni quando conquistò la copertina di Newsweek del 1929, dove venne presentata al mondo come la “Principessa Lilybet” dalla faccia angelica.

Queen Elizabeth II ci ha lasciato l’8 settembre, all’età di 96 anni, dopo 70 anni di Regno (la più longeva monarca di casa Windsor) e dopo aver conosciuto ben 18 Primi Ministri, passando da Winston Churchill a Boris Johnson. La sua morte pone fine ad un’epoca memorabile e la sua figura resterà per sempre nell’immaginario pop collettivo.

Ecco gli 11 momenti in cui Queen Elizabeth II ha influito sulla cultura pop mondiale.

Il tributo dei Beatles

Il 26 ottobre 1965 un’Elisabetta non ancora 40enne ma già lungimirante insignì i quattro ragazzi di Liverpool del titolo di Baronetti (ricevuto in tempi più recenti anche da Ed Sheeran), investitura che al tempo creò scandalo facendo infuriare diversi eroi di guerra già insigniti dello stesso titolo. Iconico il racconto di John Lennon, il quale affermò che i Fab Four, nervosissimi per il ricevimento del titolo, fumarono una canna nel bagno di Buckingham Palace, poco prima della celebrazione (storia smentita poi dagli altri Beatles).

Nel 1969 esce “Her Majesty”, brano di soli 26 secondi scritto da Paul McCartney (che ricevette il titolo di Cavaliere nel ‘97) incluso come ghost track nell’album capolavoro Abbey Road. Il testo narra di un tizio talmente ubriaco che non riesce dichiararsi ad una donna capricciosa ed enigmatica come Queen Elizabeth II (“Sua Maestà è una ragazza parecchio carina/ma non ha molto da dire”).

Durante un’intervista con un giornalista, McCartney affermò di aver scritto questa “piccola melodia” in Scozia: “Non posso spiegare come nascono le melodie. L’ho appena scritta, come se fosse uno scherzo” spiegò. Successivamente, in un’intervista del 2015 con Esquire, confessò la verità, ovvero che quando era più giovane, si prese una cotta per la Regina. Nel 2020 il cantante suonò al concerto per il Giubileo d’Oro della Regina nei Giardini di Buckingham Palace, insieme ad artisti come Elton John, Brian Wilson ed Eric Clapton, e aprì il suo live proprio con “Her Majesty”. Ma non fu l’unico brano dei Beatles in cui viene citata la Regina: altri riferimenti si trovano in “Penny Lane”, “For You Blue” e “Mean Mr Mustard”, oltre che sulla copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band in cui sia Paul che George indossano le medaglie MBE che proprio la Regina diede loro nel 1965.

“God Save the Queen” dei Sex Pistols

C’era un tempo in cui, se ti prendevi gioco di Sua Maestà, entravi nella lista nera del Paese, e così successe nel maggio 1977 ai Sex Pistols, quando rilasciarono “God Save the Queen”, brano che è ancora l’inno degli anarchici di tutto il mondo. Prendendo in prestito il titolo dall’inno nazionale britannico (che ora cambierà in “God Save the King”, con la salita al trono di Re Carlo III), pubblicarono questa feroce critica alla monarchia che si evince già a partire dalla copertina del singolo, opera di Jamie Reid divenuta una vera icona pop. Durante il Giubileo d’Argento di Elisabetta II (il 25° anniversario dall’ascesa della Regina al trono), suonarono il brano dal vivo su una barca nel Tamigi durante la celebrazione, urlando che non c’era “nessun futuro” per l’Inghilterra. La performance fu interrotta, venne censurata dalla BBC e John Lydon, cantante della band, fu persino attaccato in strada. Ma, in occasione del Giubileo di Platino della Regina (70 anni di Regno), Lydon cambiò il testo della canzone, trasformandolo in “God bless the Queen, she’s put up with a lot” (“Dio benedica la Regina, ha dovuto sopportarne tante”).

Gli omaggi di Jimi Hendrix e Freddie Mercury

Per quanto amata-odiata, la Regina è sempre la Regina. Così, l’eccezionale chitarrista mancino di Seattle inglese d’adozione, nel 1970 fa alzare in piedi il pubblico dell’Isola di Wight sulle note dell’inno God Save the Queen. Che sfuma, guarda un po’, in Sgt. Pepper dei Beatles. Ma non solo: Freddie Mercury, leader dei Queen e suddito della corona di Zanzibar, interpretò una tagliente e arguta “Killer Queen” durante l’ultimo live di Knebworth dell’86, munito di corona in testa e mantello reale.

The Smiths, “The Queen is Dead”

La title-track dell’album degli Smiths del 1986 cantata da Morrissey inveisce contro l’attenzione costante dei media nei confronti della famiglia reale. “L’idea stessa della monarchia e della Regina d’Inghilterra viene rafforzata e fatta sembrare più utile di quanto non sia realmente“, dichiarò il cantante a NME Magazine. “Il tutto sembra uno scherzo. Uno scherzo orribile“. Morrissey non è mai stato gentile con la monarchia inglese, tanto da definirla “contro ogni nozione di democrazia”. A 36 anni dall’uscita di questa pietra miliare della musica, dopo la scomparsa della Regina in molti ora condividono il brano sui social, ma forse non hanno mai compreso davvero il significato del testo, che immagina l’uccisione dell’intera famiglia reale. “Life is very long when you’re lonely”, una previsione azzeccata del lungo (e forse solitario) Regno di Elisabetta II.

Quando la Regina ballò con George Michael nel video di “Shoot the Dog”

Certo, è in versione animata, ma nel videoclip di “Shoot the Dog” di George Michael, canzone di protesta contro Tony Blair e George W. Bush, la Regina si scatena in un ballo sul balcone di Buckingham Palace a fianco del cantante. Secondo Bryan Morrison, manager degli Wham! scomparso nel 2008, Sua Maestà era una grande fan di George Michael e della band, tanto da richiederne la presenza a palazzo nel ‘85 durante una partita di polo. “Con mia grande sorpresa, la regina conosceva tutti i loro successi e trascorse molto tempo ad ascoltare i racconti delle loro avventure” scrisse Morrison nel suo libro di memorie. Michael confermò l’incontro successivamente, affermando: “Mi ha chiesto della Cina e ha detto che non ci è mai stata, ma che potrebbe andarci l’anno prossimo. È davvero molto dolce. E minuta“.

Il video dei Basement Jaxx censurato da Mtv

Tre anni dopo aver ballato al fianco di George Michael in versione cartoon, Queen Elizabeth apparve in “U Don’t Know Me“, video musicale del duo elettronico Basement Jaxx decisamente più controverso. Nel videoclip un’attrice impersonifica la Regina e le immagini sono tratte da reali riprese di telecamere di sorveglianza per la città di Londra. “Elizabeth” lascia Buckingham Palace per una notte brava in città, e la vediamo mentre beve, litiga con un buttafuori, ruba in un supermercato, si azzuffa con una donna in un vicolo, mangia un kebab e scappa dalla polizia. Ma fu a causa della sequenza in cui la Regina “infastidisce” una ballerina di lap dance che Mtv si rifiutò di mandare in onda il videoclip prima delle 19.

La Pop Art di Andy Warhol

Una delle frasi più famose di Andy Warhol dice “Vorrei essere famoso come la Regina d’Inghilterra”. Così, nel 1985, l’artista simbolo della Pop Art rese omaggio alla sovrana con una serie di ritratti serigrafati intitolati Reigning Queens, ispirati da una fotografia del 1975 del fotografo Peter Grugeon, utilizzata per il Giubileo d’Argento. La serie, che comprende 16 ritratti in cui compaiono anche la Regina Beatrice d’Olanda, la Regina Margrethe di Danimarca la Regina Ntombi Twala dello Swaziland, è stata acquistata formalmente dalla Royal Collection e fa parte della mostra “The Queen: Ritratti di una monarca“, una selezione ufficiale di 60 anni di ritratti realizzati su commissione scelti dalla Regina, che sarà visitabile per la prima volta al Castello di Windsor dal 23 novembre.

Queen Elizabeth II e James Bond alle Olimpiadi di Londra

Nel 2012 esce il video promozionale per le Olimpiadi di Londra diretto da Danny Boyle con protagonista Sua Maestà e James Bond, alias Daniel Craig, uno sketch divertente in cui Elizabeth veste i panni di una Bond Girl. In questa parodia di 007, vediamo Craig che va a prendere la Regina a Buckingham Palace, la scorta ad un elicottero e, insieme, sorvolano la città di Londra, prima di paracadutarsi sul London Stadium durante la cerimonia di apertura dei Giochi (naturalmente impersonati da due stuntman) e apparire tra il pubblico VIP insieme al principe Filippo. Secondo quanto riferito, la Regina ha dato un contributo al suo personaggio, cambiando ad esempio la sua battuta da “Good Evening, James” a “Good Evening, Mr. Bond“. Il principe William, durante il tributo televisivo Elizabeth at 90, aggiunse che i membri reali non erano a conoscenza della decisione della Regina di partecipare al video: “Ricordo che imprecai quando mi sono reso conto di cosa stava succedendo. È stato un segreto molto ben mantenuto, più di molti segreti di stato”.

Il “drop the mic” reale per gli Invictus Games

Siamo nel 2016 e la Regina, insieme al nipote Harry, è protagonista di una clip realizzata in occasione degli Invictus Games di Orlando, i giochi sportivi per i reduci di guerra ideati dallo stesso Harry. Mentre i due si scambiano opinioni sull’evento, ricevono un video messaggio di sfida da Michelle e Barack Obama, con tanto di “drop the mic” reale.

In prima fila alla Settimana della Moda con Anna Wintour

Nel 2018, la Regina fece la sua prima apparizione alla London Fashion Week, seduta in prima fila accanto ad Anna Wintour. Indossando un abito blu ghiaccio, la Regina arrivò per presentare il Queen Elizabeth II Award for British Design, consegnato al designer Richard Quinn che, in seguito, dichiarò alla stampa: “La Regina ha mostrato un vero interesse, ha detto che le è piaciuto lo show e che il premio è un nuovo grande punto di riferimento per la moda britannica, non solo per me ma per tutti i designer che verranno“. I look della Regina d’Inghilterra hanno fatto scuola nel corso dei sette decenni di Regno: tailleur coloratissimi coordinati a cappelli e guanti, i foulard, l’immancabile borsetta sotto al braccio, la Regina ha sempre comunicato il suo umore attraverso gli abiti che indossava, impeccabili e perfetti. L’uso dei colori divenne un segno distintivo del suo guardaroba, tanto che 10 anni fa, per celebrare i 60 anni di regno, Pantone dedicò alla regina un campionario in cui era rappresentato ogni colore di abito che le era stato visto addosso, con il numero di catalogo della nuance e la data di riferimento in cui la regina lo aveva indossato.

Un tè con Paddington Bear

Niente è più britannico della monarchia, tranne forse il tè. Nel 2022, in occasione del Giubileo di Platino, la Regina è apparsa in un simpatico corto insieme all’orsetto più amato della nazione (doppiato da Ben Whishaw), mentre sono intenti a bere un tè a Buckingham Palace prima dell’apertura delle celebrazioni. Elizabeth, in completo giallo senape e azzurro, ha finalmente rivelato il contenuto delle sue iconiche borsette: i famosi e tanto amati Ma’amalade sandwiches.