Dopo una lunga attesa, l’atteso terzo capitolo della saga “Animali fantastici” ha fatto la sua apparizione in sala cinematografica.

Dopo un inizio scoppiettante con il primo film nel 2016, la nuova creatura della Rowling aveva iniziato a zoppicare con la seconda uscita due anni più tardi.

“I segreti di Silente” sarà riuscito a risollevare il destino incerto di questo franchise?

I segreti di Silente: trama

La storia ruota attorno agli sforzi di Albus Silente (Jude Law) per sconfiggere il mago oscuro Grindelwald (Mads Mikkelsen): compito alquanto arduo, visto che a causa del patto di sangue stipulato in gioventù, i due magi (nonché ex amanti) non sono in grado di attaccarsi a vicenda.

Dal momento che non può muoversi direttamente contro Grindelwald, Silente invia una squadra che include il magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) e il suo amico Babbano Jacob Kowalski (Dan Fogler) per confondere l’avversario: il loro obiettivo è confonderlo per interrompere i suoi poteri di preveggenza, dati dal sacrificio del qilin, una mistica e rara creatura.

Per questo motivo Silente decide di non svelare praticamente a nessuno il suo piano, puntando sull’effetto caos. Obiettivo decisamente raggiunto, visto che gran parte della prima metà del film è composto da scene che sembrano casuali e disconnesse. Mentre i pezzi del puzzle vanno a posto molto, ma molto lentamente (a volte proprio mai), non si può far a meno di essere infastiditi dal fatto che il film abbia perso tempo con un piano così bislacco.

“I crimini di Grindelwald”, si concluse con l’annuncio di Grindelwald di aver pianificato di prevenire gli imminenti orrori della Seconda guerra mondiale avviando una rivolta dei maghi. Questo punto della trama davvero importante non è menzionato in un solo momento solitario in “I segreti di Silente”.

Mentre Silente è impegnato a fare il misterioso, Invece, Grindelwald trascorre l’intero film manipolando la politica dei maghi per posizionarsi come un candidato legittimo per le imminenti elezioni per il Presidente del Mondo, o meglio “La Confederazione della Magia”, un sistema politico enormemente generale che si potrebbe pensare sarebbe stato rilevante per la serie originale di “Harry Potter”, ma a quanto pare no.

L’altro passatempo di Grindelwald rimane quello di tentare di uccidere Silente (a quanto pare Voldemort non è stato il primo a cimentarsi in questo sport) e nel mentre tenere sotto controllo l’obscuriale Credence Barebone (Ezra Miller): esatto, perché c’è anche Credence in questo film. Nei primi due capitoli sembrava fosse il personaggio più importante di tutta la saga, il fulcro di tutti i problemi del mondo magico. CI sbagliavamo, di fatto è inutile se non negli ultimi 5 minuti: il perché di questo cambio di direzione potrebbe imputarsi dai diversi problemi emersi con l’attore Ezra Miller, ma la cosa sembra poco probabile visto che quando toccò a Johnny Depp la Warner non si fece particolari problemi nel rimpiazzarlo.

Mads Mikkelsen nei panni di Grindenwalt

Parlando di Grindenwalt, Mikkelsen sarà anche l’ultimo arrivato nel franchise di Animali fantastici, ma è sicuramente uno dei (pochi) punti di forza de “I segreti di Silente”. Il suo Grindelwald è intriso di un agghiacciante senso di rettitudine e di un istinto manipolativo assassino: la scena in cui interagisce con i suoi accaniti sostenitori e si concede un sorriso vittorioso è uno dei momenti più emozionanti del film.

“I segreti di Silente”: lo sviluppo dei personaggi

Altro punto dolente è la storia d’amore fra Newt e l’auror americana Tina Goldstein (Katherine Waterston). Se speravate in qualche passo in avanti nella relazione fra i due maghi, ci spiace deludervi: i due hanno così poco tempo sullo schermo (stiamo parlando letteralmente di secondi) che forse sarebbe stato meglio evitare proprio di farli anche solo interagire.

Altri personaggi secondari intriganti come Queenie Goldstein (Alison Sudol) e l’esordiente Lally Hicks (Jessica Williams) trascorrono deludenti quantità di tempo a spiegare cosa è successo nei film precedenti ai personaggi che erano lì e hanno visto tutto con i propri occhi, per poi sparire durante il film e riapparire ogni tanto lanciando qua e là incantesimi quando la storia lo richiede.

Gli unici personaggi con un vero dramma emotivo o hanno pochissimo tempo sullo schermo o sono Silente. E l’intera trama di Silente ruota attorno a una relazione romantica che potrebbe essere referenziata verbalmente ma che si svolge completamente fuori dalla telecamera. È il più piccolo passo tangibile in assoluto che avrebbe potuto essere compiuto per migliorare la rappresentazione queer di questo franchise, ed è difficile non sottrarre ancora più punti per rendere l’unica storia d’amore gay del Mondo Magico indelebilmente legata alla breve avventura adolescenziale fra Silente e Grindenwalt.

Su Jacob Kowalski non ci esprimiamo nemmeno: ci viene ripetuto per metà del film che è l’uomo con il cuore più puro di tutti (rilevante ai fini della storia? No) e gli viene data una finta bacchetta magica. Fine.

I problemi in Animali Fantastici 3

“I segreti di Silente” vuole, in sostanza, essere troppe cose in una volta sola: è un dramma politico sull’ascesa del fascismo nel mondo magico, uno sguardo critico sul trattamento delle creature magiche, un collegamento ai film di Harry Potter, un’evasione da una prigione (brevemente) e una storia d’amore (a malapena). Eliminando alcuni di questi elementi, il risultato sarebbe stato sicuramente qualcosa di eccitante. Tenendoli tutti, il pubblico non fa altro che chiedersi in continuazione cosa stia succedendo e se sia importante, senza riuscire a godersi l’esperienza.

“I segreti di Silente” e Harry Potter

Ma il vero problema, in questo film, è un altro. L’ombra di Harry Potter aleggia praticamente su ogni minuto di questa pellicola. Tra una gita a Berlino e una in Bhutan, i personaggi fanno soste a Hogwarts e Hogsmeade: vediamo scorci del campo di Quidditch e della Sala Grande, oltre a tornare dopo più di 10 anni nella Stanza delle Necessità. La colonna sonora di John Williams accompagna le riprese di Hogwarts per ottenere il massimo dei punti di nostalgia, un colpo davvero basso, che non fa altro che sottolineare il divario fra le due saghe.

Dopo aver fatto così tanto per dare consistenza e credibilità alla visione della Rowling nel corso di quattro film di “Harry Potter” e uno spin-off esagerato, il regista David Yates ha toccato un minimo inaspettato con il secondo capitolo, “I crimini di Grindelwald”, un film indaffarato e sconcertante, un pugno nell’occhio che sembrava più interessato a mostrare tutti i tipi di trucchi in computer grafica possibili che a raccontare una storia magica e coinvolgente. Anche se “I segreti di Silente” non abbraccia esattamente la semplicità visiva (sarebbe stato stupido io contrario visto il tipo di film), la sceneggiatura non più attribuita solo alla Rowling, ma co-scritta dal fedele adattatore di “Harry Potter” Steve Kloves, perde di vigore.

Questa sembra essere la strategia chiave dei film di “Animali fantastici”: distrarre il pubblico, in modo che non vedano il trucco e quindi siano ingannati nel credere alle cose come sono presentate. Da qualche parte lungo la strada, tuttavia, questo franchise ha smesso di essere divertente e affascinante. Se gli otto film di “Harry Potter” ci hanno lasciato il desiderio di ricevere anche noi la lettera per Hogwarts, la serie “Animali fantastici” fa sembrare quel mondo del tutto opprimente e spiacevole, in bilico sull’orlo di una Seconda guerra mondiale, che presumibilmente sarà evitata per un pelo nei film in arrivo. Sempre che arrivino visto che, per il momento, la Warner ha deciso di mettere tutto in pausa attendendo di capire l’andamento al botteghino.

 

Ci sentiamo però di spezzare una bacchetta in favore di questa saga: le premesse ci sono, basterebbe solo lanciare l’incantesimo giusto per creare una nuova, fantastica avventura nel Wizarding World.