Abbiamo incontrato Elena Salvaneschi Amministratore Delegato TheOne Milano, per parlare della nuova edizione di Febbraio 2022 e per fare un punto sulla ripartenza post-covid con l’edizione dello scorso settembre, ma anche per parlare di nuovi progetti e futuro, soprattutto quello del mondo della pelle e della pellicceria.

Intervista a Elena Salvanesci, AD di TheOne Milano

Com’è andata l’edizione di settembre? Vi aspettavate una ripartenza così? L’edizione di settembre è andata oltre le aspettative: i buyer sono venuti in fiera e soprattutto hanno comperato. Certo non siamo tornati ai livelli pre-pandemia e probabilmente la ripresa totale non avverrà ancora per qualche mese. Però i nostri espositori hanno venduto, e lo hanno fatto con clienti nuovi, che non appartenevano al loro data base. Clienti che arrivavano da Paesi “insoliti”, come l’Islanda, l’Irlanda e l’isola della Réunion: il loro arrivo è stato il frutto dell’intelligente politica promozionale che tutti i Saloni hanno attuato con l’insostituibile appoggio di Ice e dei suoi uffici nel mondo, grazie ai quali sono stati attivati contatti con mercati meno maturi e quindi anche più aperti alla scoperta del nuovo. Nel nostro caso particolare poi abbiamo attuato una politica di sinergia con Micam, il salone internazionale della calzatura, il nostro “collega” organizzato da una delle associazioni che fanno capo a Confindustria Moda, di cui anche noi facciamo parte: Assocalzaturifici. L’edizione di settembre delle fiere è quella collegata alle collezioni primavera/estate, la stagione in cui il nostro salone – legato soprattutto alla moda inverno – si esprime con forza inferiore. Per questo motivo abbiamo lavorato in sinergia con Micam, proprio all’interno di uno dei loro padiglioni, in cui le aziende di TheOneMilano hanno trovato spazio. Questo ha consentito ai Compratori di trovare in un unico luogo calzature e abbigliamento, in un ideale total look risultato premiante.

C’è stata una ripresa anche dell’export? Quali sono le premesse per il 2022? I dati relativi alla moda donna – elaborati dal Centro Studi Confidndustria Moda per SMI, Sistema Moda Italia – sono confortanti: l’incremento tendenziale  nei primi 6 mesi è stato pari al +27,6%, con vendite estere di moda donna che ammontano, a 4,3 miliardi circa nel periodo in esame. Non siamo ai livelli di pre-pandemia: da gennaio a giugno 2019 infatti l’export complessivo di moda donna aveva superato i 4,4 miliardi di euro; rispetto al livello raggiunto nei primi sei mesi dell’anno in corso c’è quindi un gap di 107 milioni di euro (-2,4%). Nel primo semestre di quest’anno sono stati però riconquistati oltre 900 milioni del miliardo e più perso da gennaio a giugno 2020: il segnale di ripresa è quindi netto. Purtroppo al momento non disponiamo di dati sulla pellicceria, parte espositiva importante di TheOneMilano: il settore è stagionale e pertanto non vengono fatte rilevazioni semestrali. Abbiamo il dato per l’abbigliamento in pelle, che la doppia stagione ce l’ha: nel semestre gennaio-giugno 2021 il comparto ha segnato +31,7%. Le premesse per il 2022 ci paiono buone: vogliamo guardare con positività e fiducia al futuro e cogliere quei segnali di ripresa di cui tutti abbiamo bisogno.

Cosa dobbiamo aspettarci dall’edizione di febbraio 2022? Tanto lavoro! A parte le battute: stiamo componendo le parti di un salone che parla di qualità: delle materie prime, della manifattura, delle scelte di stile. L’ho detto poche battute fa: siamo il salone dell’outerwear…. Anzi, del new outerwear. New non solo perché le collezioni sono per la nuova stagione: questo sarebbe troppo facile. New perché ricco delle proposte di aziende che sanno coniugare la tradizione con l’innovazione, l’heritage con le nuove istanze del consumatore, che si presenta con richieste che cambiano e che si evolvono nel tempo. Presenteremo produzioni realizzate in materiali nobili, nel rispetto dell’ambiente e del lavoro delle persone. Collezioni spesso apparentemente semplici…. come la pasta bianca. Per raccontare il nostro mondo mi lasci uscire dai suoi confini e “rubare” l’esempio agli chef, oggi tra i più forti influencer nelle nostre società.

La pasta in bianco è il simbolo della cucina facile…. Ma gli chef più abili l’hanno resa gourmet. Ci vuole coraggio a prendere un piatto che esiste da sempre e che è inserito nel quotidiano e a dargli lo status di fine dining. Ecco, i nostri espositori sono capaci di fare lo stesso. Sono capaci di prendere un “semplice” capospalla e di presentarlo carico di storie e di suggestioni, di scelte differenzianti di materiali e di lavorazioni particolari. Sono capaci di mettere in vetrina un maglione che sembra un semplice tricot, ma che nasconde nel suo filo le mischie alchemiche di differenti materie prime per trovare quella mano, quella caduta, quel calore. Sono capaci di…. tantissime cose che vedrete nei loro stand, in fiera.

Cosa vuol dire Slow Fashion per voi? In che modo questo concetto è inserito in The One? Slow fashion vuol dire creare oggetti di pregio con materiali nobili e di qualità,  che durano a lungo, attuali e intramontabili perché pensati per accompagnare gli stili di vita delle persone. Oggetti durevoli, belli e utili, che si tramandano e si riparano. Oggetti dal valore sentimentale. E’ l’emozione del partire dal progetto per arrivare al prodotto, della Ricerca e Innovazione sui materiali nobili, sui volumi e sui dettagli, della lentezza capace di far maturare una creatività fondata su nuove tecnologie e grandi tradizioni. E’ la produzione di  aziende per la maggior parte familiari che lavorano contemporaneamente sulla rottura con il passato e sulla continuità.

Cosa fate per andare incontro alle esigenze dei buyer internazionali? Quali sono le loro richieste? I Buyer internazionali chiedono qualità di prodotto e creatività di proposte. Sanno che in fiera non troveranno i brand internazionali di prima linea, quelli noti nel mondo intero: non avrebbero bisogno di una fiera per comprarli. Da noi vogliono ricerca, capacità di proporre brand di nicchia, gusto per la scoperta: e nello stesso tempo garanzia sul fatto che un Organizzatore affidabile li ha selezionati per qualità della produzione. Noi pensiamo di rispondere a queste esigenze con il product mix proposto da TheOneMilano.

Che futuro ha il comporto della pellicceria e della pelle? Buono se capace di dimostrarsi al passo con i tempi e con le richieste in evoluzione dei consumatori. Pelliccia e pelle sono materie prime naturali, favorite in questo momento in cui i danni provocati dalla plastica sull’ambiente sono sotto gli occhi di tutti. Ma devono dimostrarsi settori consapevoli, tracciati e trasparenti: lo stanno facendo con grande impegno. In questo periodo è stato lanciato Furmark®, il sistema di certificazione indipendente della pelliccia naturale: grazie a questa certificazione il consumatore potrà sapere – attraverso un QR Code e un codice univoco presente sulle pellicce che entreranno nei negozi nell’inverno 2022/23 e che pertanto saranno in fiera in febbraio – come è stata prodotta la pelliccia che sta acquistando, a partire dall’allevamento, passando per la concia e per la manifattura. Tutti i passaggi sono certificati e garantiti con parametri scientifici che tengono in considerazione benessere animale, impatto sull’ambiente e sul lavoro delle persone, in un sistema sicuro in termini di tracciabilità e di blockchain. La pelle fa altrettanto, con certificazioni specifiche e lavoro dettagliato sulla sua catena produttiva.

Parliamo di sostenibilità: dove vi posizionate come salone e cosa state facendo per andare in questa direzione? Lavorare sulla sostenibilità oggi è imprescindibile, perché essere sostenibili è un pre-requisito irrinunciabile.     Le collezioni dei nostri espositori utilizzano materie prime naturali e rinnovabili e le aziende controllano l’impatto delle lavorazioni sull’ambiente impegnandosi costantemente per ridurlo. Selezioniamo espositori di cui sia nota l’abilità manifatturiera, il rispetto nella fase produttiva dei materiali, che rivalorizzano e rinnovano in progetti di riciclo. Privilegiamo quelle certificate, che lavorano in una filiera produttiva  corta, trasparente e tracciata, considerando la sostenibilità un impegno quotidiano. Società  dall’attitudine slow perché producono in maniera equilibrata, evitando inutili rimanenze. Poi facciamo la nostra parte come Organizzatori di manifestazione: lavoriamo in Fiera Milano, dove utilizzo consapevole delle risorse, consumo di energia e acqua, gestione responsabile delle emissioni, gestione responsabile dei rifiuti, processi di economia circolare, accessibilità e mobilità sostenibile sono prassi quotidiana.

Prossimi progetti? Davvero tanti, in unione fra fisico e digitale.  Presenza sui mercati internazionali con piccole fiere roadshow nei Paesi più interessanti, insieme a Micam, Mipel ed EMI, Ente Moda Italia. Andremo a Seoul, a Mosca, ad Almaty e  a Kiev: questo a corollario del salone flagship a Milano come modalità di incontro con i buyer sui loro territori. Potenziamento della nostra fiera digitale, alwaysonshow.com, che abbiamo dal 2017, con funzionalità che facilitino gli incontri d’affari tra espositori e buyer superando la lontananza, le difficoltà di viaggio e le mille problematiche di questo difficile periodo pandemico. E parliamo di digital  live events di presentazione delle collezioni, di show room on line private in cui le aziende possono invitare i buyer per trattative in diretta, di analisi delle richieste dei mercati legate alla lettura dei dati, possibile attraverso la geolocalizzazione dei contatti (sempre tuttavia anonimi) consentiti da internet. E poi tavole rotonde con i buyer di Korea, Giappone, Cina, Russia e USA realizzati con gli uffici Ice di questi Paesi per raccontare che cosa sia lo slow fashion e quali siano i suoi valori. Poi…. non diciamo altro, per lasciare la porta aperta alle prossime sorprese.