micaela calabresi marconi saddlers union intervista focus on

Ha un dono innato Micaela Calabresi Marconi. Quella spiccata riservatezza che racchiude un profondo rispetto per l’autenticità a 360 gradiautenticità nei rapporti, autenticità negli affetti ed in tutto ciò che della sua vita e del suo quotidiano vuole proteggere.

Ed è estremamente curioso però come in questa donna la riservatezza, possa trovare un equilibrio perfetto con una vita (la sua) che è spesso una ruota – a volte frenetica – di relazioni, lanci di marchi del lusso internazionale, esposizione mediatica, imprenditoria, mediazioni e connections ad altissimo livello.

Tutto ciò potrebbe sembrare una contraddizione ma non per questa donna dalla grande personalità che è riuscita con intelligenza, a mantenere ben salda la sua vita vissuta sempre molto intensamente, circondata da una ristrettissima cerchia di amici veri, preservando così quella delicatezza interiore che la contraddistingue e che – per quanto lei voglia fortemente nasconderla dietro un sorriso-corazza – viene invece colta da chi ha la sensibilità per farlo.

E forse proprio questa delicatezza, questa sensibilità e questo intuito, sono stati invece il suo plus, per comprendere anche a livello professionale che cosa le persone desiderano… un plus poi proiettato negli eventi da lei organizzati.

Sono stati affidati  infatti a Micaela Calabresi Marconi il lancio attraverso le sue P.r. dell’Hotel de Russie ma anche progetti moda e non ultimo ecco il rilancio di Saddlers Union il marchio di accessori nato negli anni 50 che è ancora oggi un punto di riferimento di quell’ eleganza timeless del Made in Italy che va oltre i trend, la moda strillata e che cerca di plasmare invece la personalità di chi li indossa con l’ Héritage del brand.

Che cosa c’è nella sua personalità di così intenso che ha un po’ di timore ad esternare? Credo semplicemente che la parte migliore di me sia proprio quella che non si vede, che non è sotto gli occhi di tutti ma che conoscono invece solo i miei grandi amici o coloro con i quali ho avuto una storia sentimentale importante… parte migliore con pregi e difetti, ma direi quella più autentica anche se vogliamo più fragile. Il mio sorriso perenne direi che è quasi una forma di protezione…. È un sorriso che accoglie ma protegge. Cerco di vivere intimamente le mie gioie e le mie tristezze… perché credo che pochissimi le possano condividere con me.

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Ritornando alla parola intensità… che rapporto ha con la spiritualità? Ho un legame molto forte, direi intenso e a modo mio sono credente… e spero in un’altra vita dopo. La forza della natura, gli animali e gli incontri intensi con alcuni esseri umani mi fanno sentire in contatto con DIO.

A proposito di riservatezza, come vive la realtà odierna e a volte “invadente” dei social media? All’inizio ero scettica ma poi invece ho iniziato ad usarli per lavoro anche se trovo che accentuino una certa forma di narcisismo. Penso che spesso non rispecchino la realtà ma una vita ostentata e costruita in base ad aspettative immaginate secondo stereotipi costruiti. Credo che, come tutto, vadano utilizzati in maniera equilibrata, sia professionalmente che personalmente.  Nel mio caso devo dire che li utilizzo per lavoro e dal mio profilo privato non svelo nulla di troppo privato o intimo.  

Ecco ri-sottolineo che oltre la vita privata a volte chi li usa, tende a voler raccontare una realtà perfetta. Si, senza dubbio, ma la perfezione non appartiene a questo mondo … e i social spesso raccontano una grande bugia, una vera e propria finzione che si crea anche pensando di voler immobilizzare l’attimo. Impossibile perché è proprio l’attimo che viene perso nel momento in cui si cerca di fermarlo. Un po’ come quando si fotografa un fiore e si cerca di condividerne l’immagine sui social. Ecco questo fiore ha un profumo, ha una sua vita che io non posso trasmettere. Insomma credo che tutto il mondo social debba essere utilizzato con molta intelligenza altrimenti rischia di diventare ossessivo e pericolosamente voyeuristico.

Per tanto tempo ho associato il suo nome – tra i suoi vari progetti – anche all’Hotel de Russie di Roma. Lei si è occupata per loro delle pubbliche relazioni? Non esattamente. Più che altro mi occupai del lancio dell’Hotel. Sono molto amica di Rocco Forte e di sua moglie Aliai che all’epoca mi chiesero di seguirne l’apertura. Io mi ero laureata in legge ma iniziavo però parallelamente a muovermi nelle relazioni esterne soprattutto legate alla moda.  Rocco Forte che è un grande imprenditore mi affidò il lancio dell’Hotel dicendomi che fossi perfetta per quell’incarico grazie al mio network internazionale. Subito dopo Giorgio Armani mi conobbe proprio al de Russie e mi volle a lavorare con lui sulla piazza romana seguendo per lui le celebrities, le pr e alcuni progetti speciali.

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Come sono cambiate le pubbliche relazioni in questi anni? Io credo nell’esclusività, nel buon gusto e nell’eleganza che non si insegna ma è innata. Tre pilastri fondamentali che vanno declinati adattandosi ai tempi.

Che cosa è l’eleganza? L’identità e l’eleganza non si acquisiscono indossando un accessorio o un abito firmato, ma è il marchio che prende vita e identità indossato da una donna o un uomo elegante e charmoso.

Secondo lei una donna che magari non ha quell’eleganza innata della quale parla, con molta intelligenza, può arrivare ad avere classe? Io credo che l’intelligenza ti dia l’opportunità di imparare. Ci sono delle donne che hanno un’eleganza innata, mentre altre invece con l’aiuto anche dei mezzi economici e identificando delle icone da emulare sono riuscite a creare un loro stile, ad arredare delle bellissime case e ad imparare ad essere eleganti.

Chi sono le donne che le piacciono e che secondo lei sono un emblema senza tempo di eleganza? Jackie Kennedy, Marella Agnelli, Ines de la Fressange, Luisa Loro Piana rispecchiano i miei canoni di quell’eleganza naturale che prescinde dall’abito ma che deriva dal modo di porsi, di muoversi, di parlare, di ridere. L’eleganza è legata alla personalità, alla cultura, al modo di essere.

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Lei vive a Roma dove hanno vissuto donne affascinanti come per esempio Marta Marzotto o Marina Ripa di Meana. Secondo lei delle icone come loro fanno parte ormai di un’epoca irripetibile?  Io credo che il periodo in cui Marta e Marina – che ho conosciuto bene quando ero bambina perché ero amica dei figli, sia stato speciale, gli anni del post-dolcevita, feste, molto lusso e un po’ di sana trasgressione. Due donne molto speciali che hanno segnato la Roma di quegli anni.

Lei ha conosciuto davvero tutti. Chi le è rimasto nel cuore? Ho avuto la fortuna di conoscere Gianni Agnelli un uomo intelligente… spiritoso, di grandissimo gusto e con un uso di mondo straordinario. Sono sportiva e amo il mare, la vela e anni fa, sul suo Stealth, mi insegnò a timonare e a sentire il vento. Era un uomo davvero irripetibile.

Com’è nata invece l’idea di dare una nuova vita ad un marchio storico come Saddlers Union?  Per gioco. Dopo il periodo con Armani, ho iniziato a lavorare come consulente nella comunicazione per diversi marchi della moda con dei progetti speciali per Versace, Zegna, Pucci creando poi con mio fratello Paolo, una società di comunicazione ed eventi corporate e istituzionali. Saddlers Union è sempre stata una presenza importante all’interno della mia famiglia. Ricordo ancora i Natali con i pacchetti verdi di quel negozio che all’epoca era in Via Condotti. Ecco un giorno, come tante altre volte, passando di lì, lo vidi chiuso. Per me il marchio era legato ai ricordi, alla mia infanzia e decisi di rilevarlo e dargli una nuova vita.

Qual è il tocco personale che ha dato al nuovo Saddlers Union? Ho sempre cercato di mantenere il dna del brand declinando alcuni modelli storici, come il secchiello e disegnandone di nuovi, puntando sulla ricerca di nuovi colori e materiali che fossero in linea con la tradizione e la mia idea di evoluzione del brand. Ho disegnato per esempio la Luly Bag che è diventata il nostro best seller, legata ad una storia d’amore, ma anche i secchielli, le cinture. E la personalizzazione, a cui tengo molto, … concetto che amo profondamente. Io credo che il marchio mi somigli e che sia in linea con la mia idea di eleganza che guarda alla contemporaneità ma rimanendo – nella sua essenza – classica. Un’eleganza che strizza l’occhio alla moda ma senza mai essere all’ultimo grido.

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Tre elementi che oggi caratterizzano le collezioni? Sicuramente i materiali. Ho realizzato delle pochette bicolore con delle catene bronzate. Saddlers Union non è mai gridato ma di nicchia… è prodotto completamente in Italia e mi fa molto piacere quando anche i millennials o la generazione Z indossano i miei accessori perché mi rendo conto che guardano oltre la moda… oltre i trend, diventando magicamente trendy!

Che cosa pensa della moda oggi e del periodo che questo sistema sta attraversando? Come tutte le crisi ci sono delle opportunità nonostante questo sia un periodo di grandissima incertezza da ogni punto di vista. Io credo che la moda andrà verso un’eleganza diversa non ostentata.

La moda… e invece… il lusso che cosa è per lei? Il lusso può essere tante cose … dallo stare bene con sé stessi, al bere un bicchiere di champagne. Lusso per me è fare un bagno a settembre in una spiaggia deserta. Lusso è un tramonto o semplicemente stare bene con sé stessi.

E lei cosa fa per star bene con sè stessa? Sono molto attenta all’alimentazione.  Amo mangiare sano, semplice e selezionare gli alimenti sia per assaporare i sapori della cucina mediterranea che per la salute del mio corpo. Inoltre sono una grande sportiva da quando ero bambina e mi tengo in forma con il nuoto, lo sci, le camminate, lo yoga.

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Invece oggi… che siamo quasi nel 2021… con una vita così movimentata come la sua, tanti incontri, una carriera affermata… ecco alla luce di tutto questo, che cosa conta per lei? Sicuramente la salute, la famiglia, gli amici veri, il lavoro, e il benessere che se ne può trarre con la possibilità di potersi circondare di cose belle e …. l’amore.

Fonte foto: press office Saddlers Union

Crediti foto ritratto: Leonardo Damo