mik cosentino founder infomarketingX intervista fashiontimes

A vederlo sui social sembra un supereroe del marketing online e forse è questo che mi aveva lasciato qualche dubbio, perché al giorno d’oggi basta aprire un qualsiasi social network per essere invasi da sponsorizzate di fantomatici esperti di business, ma Mik Cosentino aldilà dell’idea che mi ero fatto, mi ha sorpreso davvero, perché devo ammetterlo: non era nella mia lista dei guru preferiti del marketing fino a quando Francesca Caon non mi ha parlato di lui.

Tra la mia idea sbagliata e l’acquisto del suo libro “La bibbia dell’infobusiness. 22 comandamenti per creare un business online” su Amazon, che ho divorato praticamente in 2 giorni, c’è stata una chiacchierata/intervista di 40 minuti.

Dopo 5 minuti di videocall su Zoom, ho cambiato idea su Mik, e l’ho fatto semplicemente perché perché ci ha raccontato una storia vera, fatta di vittorie e successo, sconfitte e cadute, vulnerabilità e cambiamento, umiltà, formazione e tante notti insonni, decisioni difficili e amici persi per strada, fino a quel “PLIN” che gli ha cambiato la vita.

Se vi ho incuriosito abbastanza, ecco l’intervista a Mik Cosentino, Founder di InfomarketingX

Come è stato il passaggio da attività sportiva a business vero e proprio? Avevi già delle idee sul futuro o c’è stata un’evoluzione nel tempo? In realtà non avevo assolutamente idea di cosa avrei fatto dopo il nuoto, che era un po’ la mia paura. Fino a 25/26 anni avevo esclusivamente nuotato, che era l’unica cosa che sapevo fare e ogni volta che immaginavo il mio futuro, a 30 anni, facevo seriamente fatica ad immaginarlo senza il nuoto, perché era la mia vita: tutti gli sforzi e i sacrifici li avevo fatti solo per il nuoto. E quindi mi chiedevo come avrei vissuto senza adrenalina, senza voglia di migliorarmi ogni giorno, anche competendo con altri atleti. Per rispondere alla domanda, non avevo nulla davanti a me all’inizio. Dopo l’infortunio ho iniziato a chiedermi cosa avrei fatto una volta lasciato il nuoto. Mi sono fatto delle domande e mi sarebbe piaciuto molto fare l’allenatore, perché all’epoca vedevo solo il nuoto; non vedevo una vita fuori dalla piscina. Poi è successo che crescendo ho iniziato a vedere i lati negativi del nuoto e delle società sportive. Dopo l’infortunio ho iniziato a non essere più tra i primi e la mia visione è cambiata, soprattutto quando la società mi disse che non mi avrebbe più potuto pagare se non fossi tornato sul podio. A quel punto mi sono sentito crollare il mondo addosso, perché io non avevo altre entrate economiche. Avevo appena preso casa in affitto con mio fratello e quando mi sono trovato in quella situazione mi sono sentito un po’ perso, soprattutto perché fino a quel momento avevo dato l’anima per il nuoto. Così ho iniziato a guardarmi intorno, a navigare in rete, cercando come guadagnare e come trovare un lavoro alternativo. Il mio obiettivo era quello di far ricredere la società e portarli a pagarmi nuovamente, facendomi ritrovare la dignità. Era il 2013 e ho iniziato a fare i lavori più diversi, mi sono anche iscritto a masso-fisioterapia, iniziando così a fare massaggi agli ex colleghi, andando avanti per circa un anno. Ho anche collaborato con un’azienda che vendeva integratori, facendo network marketing.

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Quale è stato il momento che ha fatto la differenza, facendoti fare quel salto per arrivare dove sei ora? Ho capito veramente che la mia situazione economica non andava bene. Mi sono reso conto di essermi preso in giro per un anno, perché non mi riuscivo più a muovermi dal punto in cui ero. Quindi ho pensato di voler svoltare.

Se un nuotatore nuota in acque profonde 3 metri, è in grado di nuotare anche dove c’è una profondità di 30 metri. Hai fatto questo tipo di ragionamento quando hai deciso di buttarti e che potevi farcela? In qualche mese ho capito cosa volevo fare e mi sono lanciato; avevo studiato sui libri che il primo giorno si fanno un sacco di vendite, ma a me non era accaduto così, fino a quando a cena arriva il primo pagamento di 97,00€, che ci ha fatto esplodere di felicità, anche se sapevamo di essere molto sotto a livello economico, avendo anche investito in pubblicità. A quel punto ho pensato che volevo però vedere il bicchiere mezzo pieno: se una persona aveva acquistato, avrebbero potuto farlo anche molte, molte, altre e io mi sono attaccato a questa idea con tutto me stesso. È stata un’emozione immensa che mi ha aperto un mondo.

Poi cosa è successo? Dopo la prima vendita ho pensato a quale fosse il motivo che avesse fatto vendere solo un prodotto quel giorno. Quindi ho iniziato a pensare a come scrivevo le mail, se era il modo corretto… arrivando a capire che forse dovevo cambiare qualcosa. Di notte mi mettevo a cercare come scrivere mail persuasive e alla fine ho acquistato un corso online che mi ha insegnato proprio questo: scrivere e-mail. Non avevo molto tempo, ma ho comunque settato la mail secondo le indicazioni del corso. La mattina seguente mi sono preparato per andare in piscina ad allenarmi e quando sono uscito dall’acqua mi sono reso conto che avevamo incassato qualcosa come 1.500€. Da lì è stato tutto un divenire con risvolti positivi.

Oltre il valore dei prodotti, tu hai il grande vantaggio di poter portare la tua esperienza personale, magari anche legata a quando venivi preso un po’ in giro per i tuoi video. Questo può essere che capiti anche adesso, con persone che comprendono di poter svoltare, ma hanno la paura del giudizio dei pari? Tu come hai fatto? Io inizialmente non avevo capito questa situazione, e pensavo che nel mondo del nuoto fossero tutti amici per me. Sinceramente quando ho iniziato a ragionare in modo differente mi sono detto che forse ero io quello diverso. Leggendo libri di crescita personale ho iniziato a pensare e parlare in modo diverso. Da un momento all’altro mi sono trovato ad essere quello che si divertiva con gli altri e faceva casino infondo, a quello che leggeva e prendeva appunti seduto da solo davanti al pullman. Per questo mi prendevano un po’ in giro e io ci rimanevo molto male, ma alla fine leggendo e rimanendo in questo ambiente ho capito che non avevo altre alternative. Cambiando testa e cambiando approccio mi sono reso davvero conto di essere circondato da persone che dicevano e pensavano cose stupide. Io ho capito che forse stavo andando nella direzione giusta e mi sono fatto forza di questo. La vera forza mia era il voler far capire a tutti che io ce l’avrei fatta. Stare da solo in quel periodo è stata la cosa migliore in assoluto, perché avevo bisogno di ragionare sulla mia vita e sul percorso che avrei voluto fare. Mio fratello e la mia fidanzata (oggi moglie) sono stati sempre al mio fianco, dandomi la fiducia di cui avevo bisogno, anche se inizialmente non comprendevano tutto il piano che avevo in testa.

In un periodo difficile come quello di oggi credi che un percorso come il tuo possa essere intrapreso un po’ da tutti o credi che servano caratteristiche particolari? A coloro che sono un po’ meno tenaci e un po’ più rivolti verso il “posto fisso” cosa consiglieresti? Ci sono molti aspetti da considerare. Spesso le persone pensano di dover diventare dei cloni miei, ma la verità è che ci sono più sfaccettature. Io penso che dovrebbero crearsi il loro personaggio e conquistare la loro nicchia diventando imprenditori. Ma c’è poi l’altro lato della medaglia, dedicato a chi non vuole lasciare la propria professione svolta nel “posto fisso”, e che permette loro di accrescere le competenze e magari metterle al servizio dell’azienda per la quale lavora, in cambio di un profitto. Fa tutto parte del gioco. Il mondo sta cambiando e questo Covid-19 ha fatto emergere quello che sarebbe comunque venuto a galla in qualche anno. Credo comunque che un minimo di voglia di rinascita e di tenacia siano necessari per ottenere risultati, perché la pappa pronta non esiste.

Seguendo i tuoi corsi ci sono diverse categorie di lavoratori che potrebbero trarre dei vantaggi? Categorie tipo quelle dei ristoratori per esempio? I tuoi corsi sono applicabili a tutti? Làddove c’è un cliente e qualcuno che vende, c’è bisogno di infomarketing, perché le persone, prima di acquistare qualcosa, hanno bisogno delle informazioni e quindi controllano online e cercano di capire se si possono fidare, quale competitor è migliore, quel prezzo è il più giusto, ecc… e quindi l’infomarketing non fa altro che dare la possibilità di comunicare queste informazioni, che vengono così date alle persone di riferimento proprio attraverso il marketing. L’infomarketing può essere applicato a qualsiasi realtà, perché mette insieme l’informazione che il cliente sta cercando e ciò che il venditore vuole far trovare al cliente.

mik cosentino founder infomarketingX intervista fashiontimes

Infomarketingx potrebbe anche essere l’occasione per fare in modo che le persone si guardino dentro e capiscano cosa vogliono fare? L’infomarketing è perfetto sia per color che hanno già una professione (personal trainers, architetti, ecc…) ma è ottimo anche per chi non ha nulla. Chi non ha nulla ha l’opportunità di scavarsi dentro, trovando il suo talento nascosto e le sue inclinazioni, lavorando su questo e creandone un business.

Tu continui a lavorare sulla tua formazione? Io sempre, sono uno che vuole sempre formarsi. Spendo e investo centinaia di migliaia di euro in formazione in un anno.

Quali sono, secondo te, i lavori del futuro? Tra 20 anni per esempio? Il primo lavoro del futuro (che poi è il più antico del mondo) è la vendita: chi sa vendere avrà sempre lavoro e saprà sempre come reinventarsi. Un altro lavoro che crescerà ancora di più è il commercio elettronico e tutto ciò che è online, come e-commerce e drop shipping. Ma anche il settore dell’educazione esploderà maggiormente, fatta in modalità e-learning ovviamente. Un altro servizio che secondo me funzionerà è quello legato al delivery, quindi tutti coloro che danno opportunità di ottenere servizi e beni a domicilio.

Quali sono i mercati in cui conviene investire in questo momento? La prima regola secondo me è quella di non investire fino a quando non conosci tutto del mondo in cui stai investendo. Prima di iniziare si deve conoscere ed essere esperti, per evitare di diventare vittime del caso. L’investimento migliore secondo me rimane la formazione e l’acquisizione di competenze, perché so che nessuno potrà mai portare via tutto ciò che ho imparato”.

Fonte foto: press office Mik Cosentino