Una serie di imprevisti e problemi logistici mi avevano tenuta lontana dai mondiali giornalisti ciclisti, ovvero il World Press Cycling Championship. E allora sì, meglio correrli con le gambe di Ilenia Lazzaro, che sicuramente non deluderanno le aspettative di gloria italiane.

Infatti non c’è stata proprio storia per le altre – poche ma buone – donne presenti. Sempre minoranza, ma sempre molto agguerrite. Quelle che si spostano per giocarsela, anche dalla lontana Polonia, non vengono certo per pettinare le bambole.

Così il pensiero è stato: forza Ilenia, sei tutte noi!

E Ilenia ha fatto strike: tre su tre gare, tutte indovinate e tutte dominate. Dalla crono allo sprint, fino all’ultima quarantina di km a manetta rosicchiati alla granfondo Prosecco Cycling. Un percorso dove bisognava fare attenzione ai brevi strappi in salita, come quello San Pietro di Barbozza, che Ilenia ha strapazzato a 22 km/h, ma che sicuramente avrà distratto, per la sua bellezza, più di un concorrente straniero.

Il successo di Ilenia Lazzaro nella gara in linea

Anche qui Ilenia è andata forte come una fucilata. Vedo la sua media da Strava, la bellezza di oltre 29 km/h, che per una “breve” di 40 km tutta mangia e bevi, sterratino compreso, non è affatto male. Non manca poi il risultato di gara, dove c’è il distacco apocalittico dalla seconda classificata. Ben 10 minuti rifilati alla russa Rozhnovskaya. Una che ha già il nome che profuma di vittoria, ma che questa volta si è dovuta accontentare della medaglia d’argento. Perché ha vinto l’Italia con Ilenia Lazzaro!

Tre su tre gare (crono, sprint e linea) è un bellissimo risultato: ma non sei stufa di vincere sempre?
Non ci crederai ma io, solitamente.. non vinco mai! Sono sempre l’eterna seconda nelle gare master a cui partecipo, lo scorso anno durante la stagione di ciclocross ho fatto ben 13 vittorie mancate ( io le chiamo così … 13 volte seconda). 

Le tre medaglie vinte da Ilenia Lazzaro al Campionato Mondiale Giornalisti in scena a Treviso e Valdobbiadene dal 27 al 29 settembre 2019

Dalle foto è evidente l’entusiasmo di tua figlia Mia. A 16 anni pensi che ti chiederà una bici da corsa o di uscire in discoteca?
Spero mi chieda di portarla a fare sport o a fare qualsiasi cosa la renda felice.
(ndr: risposta diplomatica, mi sa che Ilenia non vuole sbilanciarsi troppo, ma è implicito il fremito della mamma che sogna già podi olimpici per la figlia!)

Cosa fai per mantenerti sempre allenata?
Semplicemente mi alleno bene. Sia chiaro, non ho tanto tempo, ma sono seguita da un ottimo coach (mio marito Christian Leghissa) che in base al tempo che ho e alle condizioni in cui sto, struttura l’allenamento migliore per me. Da dopo la gravidanza mixo la palestra con l’allenamento classico di ciclismo e podismo, e la qualità di questo lavoro sta pagando in termini di miglioramento della performance. Tanti mi chiedono: come fai a fare tutto? Dietro ci sono tantissimi sacrifici e tanta grinta , spesso mi alleno in pausa pranzo quindi praticamente non pranzo mai seduta a tavola. Ma non mi pesa, anzi: ho una vita già abbastanza stressante con il lavoro che ho, se non avessi la mia ora di sfogo penso che scoppierei. Per me, allenarmi è ritagliarmi il mio momento tutto per me, cosa essenziale quando poi vivi per una creaturina che comunque dipende da te e conta su di te 24 ore su 24, notti comprese.

La piccola Mia festeggia sul podio del WPCC con la sua mamma… una futura campionessa?

Parliamo di ciclismo femminile. Quali secondo te le 3 attività prioritarie da implementare per farlo crescere?
La nuova riforma UCI porterà ad un minimo salariale per tutte le atlete, ma questo è solo il primo passo di una riforma che spero negli anni porterà alla legittimazione di tutte le atlete come lavoratrici vere, con tanto di sussidio maternità e assicurazioni salute. Ci sono ancora troppe ragazze che corrono per pochissimo o addirittura gratis pur di correre, sfruttate all’inverosimile e poi magari lasciate a piedi a fine anno. Sono anni che perdiamo talenti veri… bisogna fare qualcosa.

Un altro punto importante è la visibilità mediatica: ancora adesso, specialmente nella gare nazionali, la copertura tv per gli eventi minori è minima e lo sappiamo tutti che la visibilità parte dal basso… bisogna lavorare con una comunicazione mirata ad ogni singolo evento, implementando quelli già esistenti e cercando invece di portare pubblico live sul posto. Ci sono gare dove tranne gli addetti ai lavori c’è veramente poca gente… invece il ciclismo femminile è molto bello da vedere, uno spettacolo per tutta la famiglia. Le atlete sono meno blindate dei colleghi maschi quindi anche per i bambini è più facile avvicinarle.

Ilenia Lazzaro “beata fra gli uomini”! Il ciclismo ha anche i suoi vantaggi…

Ultimo punto, molto importante: creare informazione nelle categorie giovanili. Penso che siano le più delicate, si parla di atlete in via di sviluppo e come ha più volte ribadito anche Alessandra Cappellotto (ndr:  la prima italiana a diventare campionessa del mondo su strada nel 1997), molte sono già stressate da questa vita a 15-16 anni. Essendo una categoria povera (di budget) rispetto a quella Elite, penso che la FCI potrebbe creare dei seminari informativi per atlete e genitori con biologi nutrizionisti, psicologi dello sport e tecnici qualificati. Ahimè ancora adesso il problema dei disturbi alimentari e dell’ossessione del peso è molto presente nello sport al femminile di alto livello.

Ilenia tu sei una giornalista, sei il volto di Scratch TV e comunichi ai colleghi come ufficio stampa le novità di brand di ciclismo molto blasonati. Parliamo allora del nostro mestiere, del giornalismo, nel tuo caso sportivo, praticato dalle donne. In Italia le opportunità sono realmente paritarie?

No, ahimè non lo sono. Proprio per niente. Sono anni che lo spero e che mi impegno al massimo per tutto ciò che faccio, ma spesso vedo che il fatto di essere donna mi penalizza.

Ilenia in azione, nel pieno dello sprigionamento della sua potenza nello sprint

Se dovessi sceglierne una, qual è l’emozione che ti regala la bicicletta che ti piace di più?

Non so come spiegarlo… ma la bicicletta mi fa… respirare!

E qui, cara Ilenia, quoto al 100%. La bici è respiro, è vita. Non c’è nulla di più liberatorio che inforcare una bicicletta e correre via, lontani dalle pesantezze e dai pensieri. Ci vediamo allora al prossimo Campionato Nazionale Giornalisti Ciclisti dove sarà bello, ancora una volta, ambire ad essere la tua eterna seconda.