chorustyle spring summer 2020

Ma perché “ufficiale”? Come viene considerata allora la linea fall winter 19/20 presentata lo scorso inverno? Qual’è il percorso del nuovissimo brand di activewear?

Abbiamo intervistato Gianluigi Belotti (CEO del marchio), che ci ha raccontato il percorso di Chorustyle soddisfando ogni nostro dubbio.

La spring summer 2020 di Chorustyle? E’ la collezione 1, anche se in realtà è la seconda. E’ una linea essenziale e informale ma allo stesso tempo attenta ai dettagli e alla funzionalità dei capi stessi. Si ispira alla Fallingwater, la villa-capolavoro progettata dall’architetto statunitense Frank Lloyd Wright. I tagli geometrici e strutturali della luce naturale che taglia la casa proiettandosi sulla cascata hanno delineato la collezione. E’ creata per chi ama gli spazi aperti e l’outdoor.

Mi spiega la differenza tra le due linee? A gennaio abbiamo presentato la collezione autunno inverno 19/20, la prima collezione nonché quella che considero la numero 0. Quando si parte con una start-up si realizza una collezione cercando di farla nel miglior modo possibile ma non si possiede il riscontro del mercato, della critica e della clientela. Forti del fatto di aver realizzato la collezione 0, abbiamo poi creato quella “ufficiale”, la 1, che tiene conto delle esigenze del mercato, delle critiche e dei suggerimenti. Si presenta come un prodotto molto dinamico, molto attuale e molto confortevole.

Chorustyle collection

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Che tipo di riscontro avete ottenuto dalla numero 0? Riscontri molto positivi a livello di opinion leader, quindi dalla stampa e dagli addetti ai lavori ma è chiaro che in un mercato in cui c’è un affollamento importante, presentarci senza aver comunicato in precedenza, o aver discusso della collezione, ha fatto sì che dovessimo concretizzare il tutto.

A questo proposito, cosa è cambiato? Più che un cambiamento direi che c’è stato un approfondimento in termini di sensibilità. E’ una collezione un po’ più grintosa, dai connotati Chorustyle. Si tratta di un prodotto molto giovane nello spirito e che ha la capacità di far sentire bene chiunque. Questa è la filosofia del brand, far riscoprire tramite questi capi una componente attiva, easy e confortevole. Inoltre, non meno importante, la collezione è caratterizzata da diversi materiali eco-sostenibili.

Moda e design in che cosa convergono? Esiste un denominatore comune: lo stare bene. Il benessere condiziona la qualità della vita, che a sua volta dev’essere gratificante e deve far sentire bene, sia nel vestire che nell’abitare.

Definisce Chorustyle un laboratorio? Al suo interno lavoriamo sulle proposte del mercato, analizzando e studiando. Possediamo un gruppo di lavoro che “assembra” le nostre idee ai feedback che riceviamo quotidianamente. Ecco perché lo chiamiamo laboratorio. Stiamo provando ad elaborare dei concetti aziendali al nostro interno che possano essere solo nostri e rappresentarci in tutto. 

Chorustyle ss20

Perché sostiene che il marchio superi i confini e le convenzioni? Perché credo che oggi come oggi, un’azienda che sta investendo nel fashion, nell’arredo e nell’oggettistica, vada già oltre i confini.

Come cambia il modo di fare business in un’era digitale? Nell’era digitale occorre sempre avere a che fare con dei concetti che sono: fare un buon prodotto, avere una buona immagine e possedere una buona distribuzione. L’e-commerce è una modalità e permette di comprare stando a casa ma i presupposti di partenza sono sempre gli stessi e devono essere validi e rispettati. Di fondo ci devono sempre essere prodotto, immagine e distribuzione.

Fonte foto: Guitar Pr