Warhol & Friends: una rassegna dedicata agli anni Ottanta, decennio di ‘confine’ che ha segnato il passaggio alla New York contemporanea, rappresentato da artisti controcorrente e visionari come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel, Jeff Koons.

La mostra, tenuta nel bolognese Palazzo Albergati, espone circa 150 opere
che raccontano Warhol, la sua vita e la sua produzione, ma non solo.

In mostra con 36 opere e 38 polaroid Andy Warhol che, dopo essere stato vittima nel 1968 di un terribile attentato, proprio all’inizio degli anni ‘80 torna al centro della vita artistica e sociale di New York realizzando alcuni tra i suoi cicli più interessanti presenti in mostra come Shoes, Hammer & Sickle, Camouflage, Lenin, Joseph Beuys, Vesuvius, Knives. 

La mostra si articola in undici sezioni: scopriamole insieme

ANDY WARHOL HIGHLIGHTS – prima sezione

I primi tempi per il giovane Andy Warhol (che ha americanizzato il proprio nome da Warhola) non sono semplici: sogna di raggiungere presto il successo e la popolarità che, definitivamente, arrivano nel 1962 quando “Time” pubblica le 32 Campbell’s Soup.

L’artista introduce il concetto di riproduzione seriale che manda in crisi l’opera d’arte come unicum, superando così un concetto filosofico che dura fin dall’antichità.

Andy WarholDuty Free, 1982Synthetic polymer paint and silkscreen ink oncanvas, 203×203 cmCollezione Gian Enzo Sperone© The Andy Warhol Foundation for the VisualArts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

Andy Warhol
Brillo Soap Pads Box, 1964
Serigrafia e pittura su compensato,
43,20×43,20×35,60 cm
Collezione Gian Enzo Sperone
© The Andy Warhol Foundation for the
Visual Arts Inc. by SIAE 2018 per A.
Warhol

STREET ART – seconda sezione

Ragazzi fuori dal sistema delle gallerie ufficiali che si firmano con pseudonimi o sigle misteriose, disegnano bambini radioattivi, volti di extraterrestri, scritte e tag sui vagoni della metropolitana.

Apparentemente ludica, La Graffiti Art o la Street Art non disdegna l’impegno politico e sociale, riflesso del momento anarchico e disordinato del tempo: corruzione, anticapitalismo, femminismo e omosessualità.

Keith Haring Untitled, 1983 Inchiostro su carta, 97×126,60 cm Collezione privata, Milano

NEW YORK / NEW WAVE – terza sezione

New York/New Wave, è il manifesto della cultura indipendente dove discipline – dalla pittura alla fotografia, dalla musica alla moda, dal cinema alla perfomance- si fondono in un unicum.

119 artisti sono inseriti in questo evento cultural-mondano: c’è di tutto e di più, dai graffitisti come Jean Michael Basquiat a fotografi come Nan Goldin, Robert Mapplethorpe, Maripol e tanti altri.

LA TRANSAVANGUARDIA INTERNAZIONALE – quarta sezione

Questa sezione esplora il ritorno alla pittura: alcuni giovani artisti degli anni ’80, che riprendono in mano tela, colori e pennello, ridando vita alla pittura, recuperando il piacere del dipingere, la manualità.

In Germania i Nuovi Selvaggi richiamano, con un linguaggio aggressivo e tematiche della Berlino divisa dal Muro, i colori e i tratti forti dell’Espressionismo tedesco di inizio Novecento.

In Italia nasce la Transavanguardia, movimento eclettico di cinque pittori – ra i quali Francesco Clemente, che diventa internazionale grazie a preziose collaborazioni con Andy Warhol- che oscilla tra innovazione e tradizione.

Timothy Greenfield-Sanders
Francesco Clemente, 1987
Stampa in b/n, 55,88×43,18 cm
Courtesy of Timothy
Greenfield-Sanders

NEO GEO, APPROPRIAZIONISMO, CONCETTUALI – quinta sezione

Nel 1986 Meier Veisman, artista concettuale, organizza alla Sonnabend Gallery una collettiva alla quale prendono parte anche Peter Halley e Jeff Koons, e che designerà questi artisti come Neo-Geo, ovvero Neo Geometric Conceptualism: ricordano il lessico dell’astrazione geometrica e del minimalismo.

Accanto a loro, nelle gallerie International With Monument o nella Metro Picture di SoHo, lavora Richard Prince, noto per aver sviluppato la tecnica dell’appropriazionismo: il prelievo di immagini pubbliche, talora anonime usate ad esempio nella pubblicità e in seguito decontestualizzate. Una sensibilità che unisce concettuale a Pop Art.

ANDY WARHOL PORTRAITS – sesta sezione

In questa sezione troviamo sia personaggi molto noti – attrici hollywodiane, industriali e personalità politiche – sia volti di gente meno nota. Per Andy Warhol il ritratto è rendere riconoscibile la persona, ritratta sempre in una posa sempre uguale, solo attraverso minimi dettagli cui vanno sovrapposte forti campiture di colore.

Sopravvissuto all’attentato del 1968, Warhol riprende a produrre arte e gli anni ’70 e ‘80 rappresentano la fase quantitativamente più prolifica della sua carriera, che offre sempre nuovi spunti di studio.

Andy WarholMao, 1973Acrilico e serigrafia su tela, 91,40×91,40 cmCollezione privata, Como© The Andy Warhol Foundation for the VisualArts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

 

Andy WarholMarylin, 1967Serigrafia su carta, 91,40×91,40 cmEugenio Falcioni© The Andy Warhol Foundation for the VisualArts Inc. by SIAE 2018 per A. Warhol

WOMAN – settima sezione

A New York è attiva una nuova generazione di artiste che lavora sulla comunicazione, l’immagine, lo sguardo. Vogliono indagare gli stereotipi con i quali la donna viene rappresentata nella comunicazione mediatica.

Negli anni ’80 le artiste la 0vorano principalmente con il corpo: Kiki Smith, con le sue figure smembrate e inquietanti, tratte dall’immaginario cattolico del martirio, Nan Goldin testimonia in un diario della sua vita quotidiana, storie d’amore, AIDS e droga, amore e violenza.

ANDY WARHOL POLAROID – ottava sezione

Oliviero Toscani, un giovane fotografo italiano, immortala Andy Warhol all’inizio degli anni ’80 insieme ad una polaroid.

Nel decennio precedente Andy Warhol comincia a scattare migliaia di fotografie che si sviluppano in pochi minuti davanti ai suoi occhi e chiunque in visita alla Factory diventa un improvvisato modello.

JUST KIDS: Robert Mappelthorpe e Patti Smith – nona sezione 

Entrambi irresistibilmente attratti dal quel new-yorkese mondo artistoide e trasgressivo, cercano di conquistare spazio sperimentando di tutto: dai video agli assemblages, passando per le poesie e i disegni.

La fine di Mapplethorpe è la metafora della fine degli anni ’80: nel 1986 gli viene diagnosticato l’AIDS e morirà tre anni dopo. Patti Smith, gli ha dedicato il memoir letterario Just Kids (ed il disco ‘The Coral Sea’) definendolo ”l’opera più meravigliosa di tutte”.

SONGS FOR DRELLA: LA FINE DEL DECENNIO – decima sezione

Andy Warhol muore improvvisamente il 22 febbraio 1987 a causa di complicazioni seguite a un banale intervento chirurgico.

Nel 1990 Lou Reed e John Cale, che a Andy devono l’inizio della
carriera nei Velvet Underground, ritornano insieme dopo tanto tempo per registrare il concept album Songs for Drella:  unione dei lati opposti del carattere di Andy Warhol, Dracula il
vampiro e la tenera e innocente Cinderella.

Con la morte di Warhol, Basquiat (1988), Mapplethorpe (1989), Haring (1990) si chiude il decennio più folgorante dell’arte americana. L’Aids, che quasi non esisteva all’inizio degli ‘80, è
identificato come la malattia di quel periodo.

New York, però, è stata e continua ad essere, vita.

I VOLTI DEGLI ANNI ’80 – undicesima sezione

Gallery di fotografie di personaggi noti.

 

Una mostra ‘didattica’, che illustra egregiamente la scena artistica americana ed internazionale degli anni ’80: assolutamente consigliata!

Kenny Scharf
Brillust, 1990
Acrilico e stampa su carta, 140,5×107,5
cm
Collezione privata, Torino
© Kenny Scharfby SIAE 2018 per K.
Scharf

Foto: Arthemisia