Potrei dirvi che ho conosciuto Riccardo Angelini per caso, ma non è vero. Ero il suo allenatore di calcio. Lui faceva il portiere e visto che le squadre che allenavo vincevano sempre, lui era poco impegnato e nell’attesa di qualche tiro in  porta, dalla panchina lo guardavamo sempre più riflessivo… e non capivamo. Pensavamo alla sindrome da solitudine del portiere, e invece era lì, un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, a immaginare i suoi mondi, che il 30 giugno esporrà in una mostra di fotografia, ma anche d’arte, a cui vale davvero la pena fare un salto.

Riccardo Angelini fotografo
Riccardo Angelini

Com’è nata la tua passione per la fotografia? Per caso, in viaggio. Ho cominciato a scattare una decina d’anni fa, per tenere i ricordi con me, sempre, anche una volta tornato a casa.  Fotografare ha incominciato a far parte della mia vita improvvisamente.

Come definiresti il tuo stile? Vorrei non definirlo e definirmi banale, le foto da “cartolina” non mi sono mai piaciute. 

Perché hai deciso questo stile? Prima di scattare nella mia mente appare un progetto, sempre o quasi. Le mie foto le definisco “ di pancia, ma ragionate”, che sì, potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è. 

Quanto ci metti a pensare e allestire un set? Dipende. Parlando di questo mio ultimo progetto dal titolo “MINI WORLD” risponderei, che ci ho messo molto tempo, in quanto mi sono serviti mesi per recuperare materiale e stimoli dal mondo esterno e altrettanti mesi per mettere in pratica tutto ciò che era nella mia mente.  È un progetto che ha richiesto studio e cura del dettaglio. Mi sono dovuto concentrare sui particolari più sfuggenti di ogni ambiente e contestualizzare una o più MINIfigures; tutto ciò ha richiesto impegno creativo 

Chi sono i tuoi fotografi preferiti? Considero un maestro assoluto Steve McCurry, uomo d’ispirazione e di mondo.

Cosa ami della fotografia? La possibilità di fermare un attimo per renderlo immortale.

Parliamo della mostra:  cosa succederà e dove? Questa mostra è la prima, spero di tante, che inaugura il mio nuovo progetto fotografico miniWOLRD. Il progetto racconta di come diversi mondi possono unirsi e crearne uno solo. Per esempio troverete il gruppo di eroi Avengers che suonano a un concerto rock, Alice in Wonderland che all’ora del tè deve risolvere un enigma oppure la tartaruga Leonardo che dipinge se stesso, come Leonardo Da Vinci. Questo e molto altro. La mostra si terrà il prossimo 30 giugno al Social Club in via Modena 15 a Buccinasco dalle 19:30. 

Che ruolo gioca l’arte nei tuoi lavori? L’arte e la creatività sono alla base della mia fotografia, che tratta mondi che non esistono, ma si possono creare. 

Stai preparando altri progetti? Per il momento no, ne ho uno in stand-by, iniziato 4 anni fa: AnotherEye. L’ho chiamato così per l’esigenza di prendere due arti parallele (fotografia e pittura) e fonderle in un unico scatto. 

Quanto è difficile per un giovane fotografo emergere? Molto, la concorrenza è tanta e alle volte sleale, le importanti gallerie d’arte difficilmente aprono le porte gratuitamente ad artisti emergenti.  Trovare spazi per esporre, spesso, è difficile oltre che dispendioso, quindi spesso è necessario trovare il giusto compromesso con i gestori di tali spazi. 

Qual è il complimento più bello e la critica più fastidiosa che ti hanno fatto? Il complimento più bello è evocare un’emozione o un ricordo in qualsiasi persona che passa di fronte alle mie foto: un semplice sorriso, un ricordo, un amore, qualcosa. La critica più fastidiosa è sempre quella della persona che non guarda oltre, si ferma al primo sguardo e banalizza…

Come ti troviamo sui social? Ho appena aperto un sito web rikyangelini.com dove sono presenti i miei principali lavori, invece sui social mi potete trovare su instagram @rikyangelini e su Facebook /RikyAngelini23