Le bollicine che si formano nei vini prodotti con questa tecnica sono di piccole dimensioni, numerose, persistenti e irresistibili. Tra i più pregiati vini italiani prodotti con il metodo classico il Trentodoc merita una menzione d’onore e il Trentodoc di Giulio Ferrari viene prodotto ancora oggi grazie al metodo messo a punto dal capostipite di un’azienda leader nel campo della produzione vinicola.

Metodo classico, italiani tra i pionieri

Il cosiddetto metodo classico è un particolare metodo di rifermentazione dei vini che avviene in bottiglia: storici imprenditori come Giulio Ferrari furono tra i pionieri dell’applicazione di questa tecnica alla produzione di vini italiani.

In questo processo i vini rimangono sui lieviti per un periodo di tempo piuttosto lungo: almeno diciotto mesi. Questa fase della produzione, chiamata affinamento, può però durare diversi anni a seconda degli obiettivi del produttore. Più lungo è il processo di affinamento, più strutturate saranno le caratteristiche organolettiche delle bollicine prodotte con questo metodo.

Rémuage: tecnica fondamentale del metodo classico

Il metodo classico si caratterizza per una tecnica unica chiamata rémuage. Attraverso questa tecnica le fecce (cioè i lieviti esauriti) vengono fatti risalire dal fondo al collo della bottiglia per essere più facilmente eliminate una volta terminato il processo di affinamento. Il rémuage prevede che la bottiglia passi – attraverso quattro inclinazioni successive – dalla posizione orizzontale a quella verticale.

La sboccatura

Una volta separate le fecce dal vino attraverso il processo di rémuage, si effettua la sboccatura, ovvero la rimozione delle fecce. Questa delicatissima operazione un tempo veniva eseguita completamente a mano: oggi il processo è stato ottimizzato grazie all’utilizzo di azoto liquido che congela le fecce permettendo di eliminarle senza sprecare una goccia di vino.

Dopo la sboccatura ogni bottiglia viene rabboccata con una mistura segreta di vino e zucchero di canna, al fine di ottenere nel prodotto finale il grado di dolcezza desiderato dal produttore: questa operazione è detta dosaggio perché finalizzata appunto a dosare lo zucchero presente in ogni litro di bollicine. A seconda della quantità di zucchero aggiunto si avranno vini Dry, Extra Dry, Brut e così via.

Perché utilizzare il metodo classico?

Il metodo classico si caratterizza per essere più costoso e più lento rispetto ad altri tipi di fermentazione come il metodo Martinotti o Charmat, che prevede la fermentazione in autoclave. Nonostante questo sarà sempre prediletto per la produzione di vini pregiati come il Trentodoc poiché conferisce una strutturazione complessa, un colore profondo dai riflessi inconfondibili che tenderanno principalmente al dorato, bollicine numerosissime che rimarranno a lungo nel bicchiere ad affascinare il palato.

Brut metodo classico: Trentodoc Ferrari

Il Trentodoc Ferrari è il vino prodotto con metodo classico nel pieno rispetto del disciplinare Trentodoc. Questo vino Ferrari viene prodotto dal più grande vigneto italiano di Chardonnay, un tesoro custodito tra una corona di monti del Trentino.

Il Brut Ferrari prodotto con metodo classico è probabilmente uno dei vini più puri in assoluto, poiché nasce da sole uve Chardonnay a cui viene aggiunto pochissimo zucchero in fase di dosaggio. Il gusto risulta armonico, equilibrato con un fondo di frutta matura e sentori di crosta di pane.

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