Se avete in mente di iscrivervi ad un corso di Yoga, ci sono buone possibilità che durante la lezione sentiate pronunciare parole di cui potreste ignorare il significato e tantomeno il motivo del loro utilizzo.

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Per risparmiarvi l’imbarazzo e il senso di estraniazione che spesso provano i principianti in una prima lezione , in questo articolo proverò a spiegarvi nel modo più chiaro possibile il significato delle due parole che più facilmente potreste sentire.

 

Cosa significa OM?

Definirla semplicemente “parola” sarebbe molto riduttivo. Si tratta piuttosto di un mantra, ossia uno strumento di meditazione la cui ripetizione crea una vibrazione che aiuta ad alleggerire la mente, entrando in risonanza con tutto il corpo e, spiritualmente parlando, con l’essenza divina presente in ognuno di noi.

Nella cultura induista, Om è considerato il “suono primordiale“, la vibrazione per eccellenza che ha dato origine all’Universo materiale.

I mantra possono essere composti da un versetto o, come in questo caso, da un’unica sillaba e hanno effetti benefici sia sul corpo che sulla mente.

Se pronunciato correttamente, infatti, il suono del mantra Om produce una vibrazione ad una frequenza di circa 432 Hz (Hertz); studi dimostrano come l’universo vibri alla stessa frequenza, la quale sembra avere effetti benefici, se non addirittura curativi, migliorando la respirazione e stimolando il rilassamento del corpo e della mente.

Durante una lezione di Yoga è possibile che venga chiesto alla classe di pronunciare questo mantra all’inizio e alla fine della pratica, per sancire l’apertura e la chiusura di uno spazio di tempo in cui ci dedicheremo interamente all’ascolto di noi stessi.

Cosa significa NAMASTÉ?

È un’antica parola di origine indiana, utilizzata come forma di saluto e di ringraziamento. Etimologicamente parlando, si tratta di una parola sanscrita composta da “Namas” che deriva da “Nam” e significa “inchinarsi”, “prostrarsi” , unito al suffisso “Te” che significa “a te”. Dunque potremmo tradurlo con “mi inchino a te“.

Tuttavia il suo contenuto è molto più profondo se consideriamo l’aspetto spirituale del termine. Questa parola viene infatti accompagnata dal gesto delle mani giunte davanti al petto, chiamato Anjali Mudra, con un piccolo inchino della testa.

Secondo la filosofia induista, ogni essere umano racchiude in sé la coscienza divina. Siamo corpo, mente e spirito.
Il più corretto significato di questa parola è dunque “il divino che è in me, riconosce il divino che è in te”.
Potrebbe capitarvi di sentir pronunciare questa parola all’inizio o alla fine di una lezione, come forma di saluto e gratitudine.

E’ possibile sentir pronunciare anche altre parole durante la pratica, ma queste due sono sicuramente le più frequenti. Spero di avervi aiutato ad avere un’idea più chiara sull’uso della terminologia indiana.

Qualunque sia il motivo che vi spinge a iniziare a fare Yoga, ricordate sempre che si tratta di una pratica millenaria e che l’India è la sua culla. Considero una forma di grande rispetto quindi, tramandare e abbracciare questa scienza in ogni suo aspetto.

Buona pratica!