Una caricatura. La solita caricatura di Napoli. Chiasso, far niente, spaghetti e mandolino. Pulcinella, limoni e bufala. Non mancava nulla, ma proprio nulla. O sì?

Con questa ultima campagna Dolce & Gabbana è pur sempre rimasto fedele a se stesso. Fedele a questa “romanticizzazione” del sud Italia caro alla Maison che d’altronde vanta un DNA siciliano.

Con la forte immagine della “vecchia e profonda Italia” il marchio ci ha giocato parecchio. Dalle effusioni sotto ai Faraglioni di Capri fino alle lacrime della vedova siciliana vestita di nero e pizzo . Rosari, case antiche, strade anguse e strette. Vespa, coppola, cannoli e fiori. Limoni, sole e sorrisi. La famiglia. Il ritratto di famiglia. Lo stare insieme. Ridere, piangere, sorridere, baciarsi. Un’immagine esagerata, enfatizzata fino all’esasperazione. Un’immagine però che ha sempre fatto sognare il mondo intero.

Il successo di Dolce & Gabbana sta lì. Nell’inculcare un’immagine folkoristica dell’Italia, come vorrebbero immaginare al di fuori dall’Italia.

Un’immagine che funziona perché appartiene al sogno. Ad una rappresentazione magari non proprio veritiera però che porta con sé un qualcosa di brillante, attraente. Così per la nuova campagna stampa della fragranza The One Eau de Toilette, la Maison affida la regia a Matteo Garrone e sceglie di ritrarre i due protagonisti della campagna, Emily Clarke e Kit Harington in un mercato aperto per le vie di Napoli, sulle note di “Tu vuò fa’ l’americano“.

Emily e Kit sorridono, ballano, mangiano e si lasciano contagiare dall’atmosfera di festa che regna sovrana nel cuore di Napoli.

Uno spot che fece infuriare i napoletani e non solo. “Questa non è Napoli” dicono. “Basta con gli stereotipi“.

Vero. Se ognuno di noi domani prendesse il primo treno per recarsi a Napoli, non troverà una festa per le vie ad aspettarlo. Magari incontrerà motorini a tutta velocità, minorenni senza casco, rifiuti buttati per strada (come in ogni città d’altronde).

Magari troverà un venditore ambulante in quel mercato stanco del lavoro. Stufo e forse anche disilluso. Magari troverà bambini che giocano a palla, magari no. Magari troverà i panni stesi per le vie, così caratteristici, troverà i cesti della spesa che vanno su e giù dai balconi. Troverà gente che grida, non solo dalla felicità. Troverà la normalità, insomma.

Ma è davvero quella normalità che avrebbe dovuto ritrarre Dolce & Gabbana?

Lo spot che ha offeso parecchi, è a mio avviso un omaggio a Napoli, ai napoletani. Un omaggio al saper vivere. Un omaggio alla gioia. Alla positività nonostante le difficoltà. Un omaggio alla Napoli come se la immaginano in tanti, in troppi.

Quella Napoli sognata da tanti turisti che questa italianità se la portano nel cuore. Si tratta di un’esagerazione del saper vivere, del sapere arrangiarsi. Un’esasperazione della napolatenità.

Napoli non è questa. Ovviamente. Lo stesso vale per la Sicilia. Difficilmente troverete un popolo vestito di tutto punto Dolce & Gabbana posare per le vie sicule come i modelli di Dolce & Gabbana. Ma nell’immaginario, ci piacerebbe.

I napoletani hanno ragione. Questa non è Napoli. Ed è un peccato, purtroppo.