Piero Ometto

Confesso che ho pescato. Un canale di bonifica letteralmente nel cortile di casa è una tentazione irresistibile per una bambina o almeno così era per me, prima che le alborelle (piccoli pesci di cui i miei innumerevoli gatti erano assai ghiotti) venissero sostituite da gamberi sedicenti americani e pseudocozze mutanti lunghe decine di centimetri (tranquillo Donald, hai ragione tu, va tutto bene).

Pescare aveva molti effetti collaterali positivi: il fatto che prendere pesci non fosse così indispensabile, la possibilità di stare in silenzio con accanto un amico per ore senza imbarazzi, la scusa per stare all’aria aperta a guardare l’acqua scorrere e portare via tante cose, anche dalla testa. Passando dal dilettantismo delle vacanze scolastiche al turismo dell’età adulta, quegli ingredienti continuano ad avere il loro fascino: il silenzio, la natura, l’attesa che è già piena in sé, che arrivi o non arrivi il pesce-Godot.

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Pescare costringe ad ascoltare l’acqua e la terra e a conoscere e rispettare i pesci, tutti, controparte di una ricerca che è in ciascuno e che diventa leggera sulla riva di un fiume, di un lago, del mare. Pescare è un’ottima scusa per fare un viaggio diverso, su percorsi nuovi, magari su e giù per la Svezia, che di natura, acqua e paesaggi sterminati ne offre tanti. Ce li racconta Piero che li conosce molto bene da tanti anni e ne ha fatto un lavoro con la sua Targetfishing.

Cosa significa pescare? Chi sono i pescatori? “Alla fine, per pescare, basta lanciare un’esca in mezzo al mare, no? Essere un pescatore è un’altra cosa. Significa capire che il filo che collega la propria canna da pesca all’esca persa nell’infinito non è il filo che si vede uscire dal mulinello, ma è l’anima che ci si mette, la sintonia che ci rende parte di quell’immenso tutto che ci circonda. In quel momento si smette di essere qualcuno che pesca e si comincia ad essere pescatori. La sintonia si esprime anche con piccole scelte fondamentali: nei nostri fishing camp si fa un catch and release totale, si liberano tutti i pesci che si prendono, si cattura ‘solo’ l’emozione”.

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Ha l’aria di esserci una storia molto bella dietro Targetfishing, ce la puoi raccontare? chi siete e come avete cominciato? “Targetfishing è la sintesi di tanta passione che fin dall’infanzia ha accompagnato tutte le mie avventure di pesca. Di fatto, nella sua genesi, questa impresa era solo un’idea, diventata poi un sito che la raccontasse, che raccontasse cioè come può essere viaggiare pescando, di che tipo di stile di vita si tratta: alla ricerca dell’avventura e del piacere di assaporare la pesca con lo spirito dell’esploratore. Per molti anni ho viaggiato per il mondo in cerca di silenzio, cimentandomi nella pesca di pesci rari e difficili, in zone remote capaci di restituirmi visioni fuori dal tempo. Tra tutte le destinazioni che ho toccato inseguendo i luoghi scelti dai pesci che cercavo, una terra su tutte ha conquistato la mia anima: la Svezia”.

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Perché la Svezia è il posto giusto per un fishing camp? “La Svezia, parlando solo di pesca, è il Canada del Nord Europa, con la differenza che bastano poche ore di volo per raggiungerla. In generale, tutto il Paese è molto pescoso, ma ci sono differenze fra fishing camp buoni e altri eccezionali. Abbiamo pescatori che hanno girato il mondo a pesca e devo dire che, con grande piacere, li vediamo tornare ogni anno nei nostri lodge per trascorrere un weekend lungo o una settimana con noi. La Svezia è fatta di boschi, laghi, fiumi, fiumi, boschi e laghi… Di per sé è tutta un eldorado della pesca se paragonata, ad esempio, all’Italia, sia per conformazione geografica che per cura dell’ambiente. Noi abbiamo selezionato i posti per noi davvero unici, con la libertà e i risultati di chi lo fa davvero solo per passione”.

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Come si è sviluppata l’attività in Svezia? Come siete organizzati oggi? “Mi sono recato in Svezia 17 anni fa e da allora non ho più lasciato quella terra, quelle acque, quel cielo infinito e quei silenzi che ti lasciano, per l’appunto, senza parole. In tutti questi anni ho vissuto la Svezia pescando, guidando pescatori, fotografando, ammirando tanta bellezza, fino ad arrivare ormai 10 anni fa a costituire una vera e propria attività legata ai viaggi di pesca, BigFishSweden AB, assieme al mio socio Jean Jaltsten, una delle guide più famose della Scandinavia. Con lui, che mi ha chiesto di prendere parte ad un progetto di gestione di acque private appartenenti ad un noto conte svedese, gestisco il famoso Lago Sibbo, la mecca per il pescatore, di lucci in particolare, un lago strepitoso incastonato all’interno di una delle proprietà nobiliari più belle di Svezia, il Bjorksund Slott, nel comune di Nykoping. Solo successivamente ho costituito una seconda società, sempre svedese, ovvero Targetfishing in Sweden AB, della quale detengo tutte le quote, e che gestisce vari lodge di pesca situati a Vastervik, Mar Baltico a sud della Svezia e nella Lapponia svedese, sul circolo polare artico. In particolare quest’ultima destinazione rappresenta al meglio lo spirito di tutte queste fatiche e di tutti questi piaceri: location remota, nella regione più disabitata d’Europa, con caratteristiche di pesca eccezionalmente uniche, immersi in una bellezza naturalistica straordinaria. La Lapponia per me è stata una conquista difficile, fatta di anni di scouting per individuare la migliore delle aree di pesca, che rendessero l’insediamento unico e posizionato in maniera strategica rispetto alla poca concorrenza presente nel settore. Devo dire, con soddisfazione, che i numeri parlano da sé: catture eccezionali e riscontri davvero gratificanti da parte dei clienti stanno rendendo questa attività un piacere vero, il coronamento di un sogno che ha fatto di una passione un lavoro entusiasmante. Certo, non senza fatiche… Per far sì che un’impresa di questo genere diventi realtà, serve tanta, tanta passione, che ti spinga a fare ogni giorno qualcosa perché il sogno diventi realtà, che ti fa fare scelte a volte anche molto rischiose, ma che, guidate dallo spirito giusto, generano ogni giorno un piccolo progresso. Ora mi godo quello che c’è, naturalmente senza fermarmi, cercando di conquistare sempre nuovi spazi e nuovi panorami, con la serenità di svegliarmi ogni giorno come un pescatore e di andarmene a letto con lo stesso spirito”.

Quali sono i momenti migliori per una vacanza di pesca in Svezia? “Con noi si viaggia da Aprile a Novembre, a seconda del lodge che si sceglie. I vari lodge sono sparsi in una linea retta di circa 1300 km da sud a nord, quindi abbiamo acque, periodi e pesci a disposizione per accontentare tutte le richieste in termini di disponibilità e stagioni. Naturalmente la stagione in Lapponia è più corta rispetto al sud: lassù si pesca da giugno alle prime settimane di settembre. I nostri lodge ospitano da 6 a 8 persone e non sono solo i pescatori a viaggiare da noi: accogliamo anche appassionati di natura, famiglie in cerca di pace, fotografi che desiderano imbattersi in fauna rara e diffidente e che trovano in Svezia un vero e proprio paradiso. D’altra parte, l’emozione di poter pescare un luccio di oltre un metro di lunghezza o di vedere l’orso o l’alce davanti ai propri occhi sono esperienze che diventano ricordi indelebili”.

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Cosa offre una vacanza di pesca agli appassionati? E ai neofiti? E agli accompagnatori? “La vacanza di pesca è una vacanza per tutti. Gli alloggi sono in cottage molto curati, tipicamente svedesi ma con cucina italiana molto buona. I pescatori trovano a loro disposizione barche da pesca attrezzate, con eco e gps, con la possibilità di motori elettrici e tutto il necessario per un’uscita di pesca sicura. I pescatori si godono una vacanza da sogno per quel che riguarda la loro passione, ma anche gli accompagnatori hanno modo di godersi sia la bellezza di una piacevole uscita in mare o in lago, sia magari di visitare le pittoresche cittadine svedesi, che sembrano i piccoli paesi incantati delle cartoline, con le casette rosse e le finestrelle bianche tipiche dell’estremo Nord”.

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Tre luoghi particolarmente emozionanti per voi fra quelli che avete inserito nei vostri itinerari. “Ecco le nostre tre migliori location. Vastervik: è il più bell’arcipelago del Mar Baltico, con la possibilità di soggiornare in un lodge davvero bellissimo. Lago Sibbo: si tratta di acque private, pesca esclusiva con catture record, alloggi in riva al lago all’interno del parco della villa di Bjorksund. Ed infine Lapponia: into the wild, per chi è alla ricerca di una pesca straordinaria in uno scenario mozzafiato”.

Quali sono le caratteristiche ideali di un buon fishing camp? “Sicuramente i servizi di supporto alla pesca sono fondamentali per caratterizzare un fishing camp, ma l’accoglienza e i comfort nel soggiorno lo sono altrettanto. Bisogna affidarsi a chi conosce bene il territorio, perché chi viaggia per pescare si relaziona direttamente con la natura, per accompagnare è necessario conoscere l’ambiente di pesca, leggere il vento, capire il meteo, intuire come si muovano i pesci… Questo è il vero valore aggiunto che può dare che una struttura o una guida”.

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