Al di là dei servizi tv sensazionalistici rivelatisi poi delle bufale delle Iene, la scorsa settimana si è parlato molto del fenomeno Blue Whale, un gioco estremo che porta il concorrente ad accettare una sfida potenzialmente mortale.

Chi decide di partecipare, deve infatti rispettare 50 regole-comandi, imposte dal fondatore. Un tipo di esperienza che ovviamente ha incuriosito i molti teenager dotati di connessione, su pc, tablet e smartphone. Una suggestione che arriva questa settimana anche al cinema con un film mozzafiato: Nerve.

Blue Whale, una riflessione

Le smentite sono arrivate, eppure la ricostruzione su Blue Whale – si affermava che in Russia per questo gioco si fossero suicidati più di 150 ragazzi – ancora oggi ci lascia inquieti. Il motivo è che questo tipo di challenge horror non è poi così lontana da tutte quelle terribili e violente perversioni che nascono nella jungla del web. Un tipo di sfida che gioca con la pelle (in tutti i sensi) e che ribadisce quell’eterno obiettivo di andare oltre ai propri limiti, affrontando di petto tutte le nostre paure. Come se l’autolesionismo (molte regole impongono di tagliarsi…) fosse quella molla necessaria a farci sentire vivi. Eppure sottomessi, a qualcuno che ci pilota dall’alto e che potrebbe portarci addirittura alla morte, come pedine di un gioco crudele che vengono spazzate via.

Nerve, un gioco estremo

Tratto dall’omonimo romanzo young adult di successo di Jeanne Ryan, il 15 giugno esce al cinema Nerve (in italiano supportato dal sottotitolo Spettatore o Giocatore?), un film diretto da Henry Joost & Ariel Schulman carico di adrenalina, azione e tanti spunti sui quali riflettere seriamente. La storia vede protagonista Venus (Emma Roberts), una studentessa modello dell’ultimo anno delle superiori, sempre più stanca di restare in disparte e vedere la vita che scorre. Un giorno i suoi amici la invitano a partecipare a un popolare social game online chiamato Nerve. Inizialmente il gioco (che funziona tramite una app per smartphone) sembra innocuo e divertente, ma con il passare dei minuti Vee verrà risucchiata nel vortice adrenalinico della competizione, della fama e dei follower. Il gioco diventerà sempre più inquietante, con sfide via via più rischiose, in un crescendo ansiogeno che porterà alla prova finale. Alla fine non si tratterà più di vincere o perdere una partita. Ma di vivere o morire.

Il rischio dei social

Nerve è un thriller girato tra le strade di New York carico di azione, ma è anche e soprattutto un’analisi pungente del seducente potere dei social media. Venus decide di giocare per provare nuove emozioni. Qualcuno nel cyberspazio la sfida a diventare qualcosa che lei non vorrebbe diventare. Da qui ha inizio il gioco, che tutti possono vedere. Un gioco che ha lo scopo di trovare i limiti di ciascun giocatore. Tutto consiste in una serie di sfide che durano in tutto 24 ore: chi sceglie di giocare rischia di farsi male, oppure potrebbe vincere e diventare una celebrità. Ciascuno è libero di essere spettatore o giocatore, esattamente come accade nella vita. Quello a cui però bisognare dare la massima attenzione è l’uso di internet e dei social. Tutto dipende dalle modalità con cui si usa la rete. Soprattutto per i giovani. Secondo i filmmaker, se esistesse veramente un gioco del genere diventerebbe subito popolarissimo, malgrado la sua pericolosità. O forse proprio grazie ad essa. Il dibattito è aperto.