Incrociato su Strava al Velodromo Parco Nord, non potevo che curiosare nel profilo di Marco Mua-Zi, un rider milanese che alla foto di una consegna in città alterna la visione zen di un tempio Shaolin.
Così l’ho stalkerizzato un po’ sui social fino a che non mi ha dato il suo numero di telefono e ho finalmente potuto togliermi tutte le curiosità sul suo conto…

Su Strava si leggono le tue imprese quotidiane. I tuoi “Giro consegne” equivalgono a una media di circa 80 Km al giorno. Sembra quindi che tu sia un vero “rider”. Ti piace questa definizione?
“Sicuramente mi piace molto pedalare. Avevo questa passione fin da bambino. Crescendo ho scoperto il mondo delle bici a scatto fisso, il lavoro delle consegne e… ho provato e diciamo che tutto è andato bene. È un lavoro che ti tiene a contatto con la gente e il fatto di poter pedalare tutti i giorni è bellissimo.”

Tanti incontri in città, anche Massimo Ambrosini del Milan

Che qualità deve possedere il perfetto rider?
“Indubbiamente deve fare molta attenzione alla guida in strada, ai pedoni, agli automobilisti, ai motorini…
Ha quindi uno spiccato senso civico?
Beh… anch’io prendo i miei rossi perché magari c’è una consegna urgente e allora devi tagliare o fare dei pezzi in contromano o sul marciapiede, ma con il massimo rispetto perché c’è sempre il rischio di spaventare qualcuno, soprattutto le persone anziane.”

Sei quindi un gentle-rider?
“Sì, mi sento un po’ un cavaliere sulle due ruote.”

Le collezioni fotografiche di Marco Mua_zi: le scale “sembrano un occhio…”

Come è iniziata la tua passione per la bicicletta?
“È stato mio padre a mettermi in sella la prima volta, sulla bicicletta con le rotelline. Avevo circa 12 anni.”
Quanti anni hai adesso?
“42”
Sembri molto più giovane…
“È perché la bici aiuta. La libertà che offre aiuta a mantenersi giovani.”

Sui social si capisce che hai anche un’altra passione: sei istruttore al Centro Culturale Shaolin di Milano. Quali sono i punti di contatto tra la bicicletta e le arti marziali?
“Uso molto la bici da pista, la scatto fisso. Il tipo di movimento che si fa su questa bici fa lavorare il muscolo sia anteriormente sia posteriormente e questo è proprio ciò che serve nel kung fu, nel tai chi e nello Shaolin in generale perché le gambe sono il fondamento della colonna vertebrale. Per tenere la colonna ben eretta le gambe sono fondamentali ed è fondamentale averle sempre allenate.”

Quindi la bicicletta è anche un allenamento per la tua attività di istruttore?
“Certo! Quando arrivo in palestra dopo le consegne non ho praticamente bisogno di fare riscaldamento e non rischio neppure di avere strappi e stiramenti.”

E a livello di filosofia di vita ci sono dei punti di contatto tra la bici e queste discipline orientali?
“Sicuramente. Ormai è un po’ di anni che pratico, ma non ho solo imparato le tecniche di movimento del corpo. C’è di più, ci sono i mantra. Cantarli rende più equilibrati e cantarli mentre si va in bicicletta… dona positività alla strada che si percorre.”

La colazione del campione: te e sagge parole

Mua_zi è un nickname? Cosa significa?
“Faccio graffiti dal ’96, ho iniziato con un gruppo di amici su muri legali che avevamo a disposizione. Mua_zi è l’unione dei miei due tag: Mua sta per Muy, che significa “lotta” in thailandese, e la vita per me è una lotta quotidiana. Zi invece sta per “Ziwi”, un nick nato da kiwi, per via della mia testa rasata.”

Un tag di Mua_zi

Hai sicuramente più di una bicicletta… qual è la tua preferita?
“È la Vigorelli. Una scoperta passare dalle bici classiche alla scatto fisso. Dà molto più controllo in strada e “senti” di più la bici. C’è poi chi mette e chi non mette il freno…
Tu ce l’hai? Si per l’uso in strada è meglio.”
Ma la tua bici quindi è la Vigorelli della Cinelli giusto? “Sì! È piena di adesivi ma è lei!”

Oggi (n.d.r. l’intervista è stata fatta domenica 16 ottobre) sei appena tornato da un’escursione dal Vigorelli al Ghisallo… preferisci la pianura in velocità o le ascensioni in montagna?
“Non saprei dire, pianura e montagna fanno parte della stessa natura della terra ed io amo entrambe. Amo la fatica, la pedalata, stare in libertà… è uguale in entrambi i casi. È come chiedermi: meglio la pasta o la pizza?”

Potenza allo scatto o durata?
“Sicuramente la durata. Anche il kung fu fa lavorare il corpo in modo che sia molto tonico in modo continuativo. Quando sono andato in Cina ho visto come si allenano i monaci, potevano resistere per ore.”

Qual è la distanza in Km più lunga da te mai percorsa?
“Circa 180 km”

Il Velodromo Vigorelli sta progressivamente risorgendo a nuova vita. Come immagini il suo futuro?
“Spero in un futuro roseo. È un pezzo di storia di Milano e sono felicissimo che sia stato riaperto. I ragazzi del Comitato Velodromo Vigorelli hanno lavorato duro per farlo riaprire.”

Marco e i suoi lunghi percorsi su Strava: circa 80 Km al giorno

Lo immagini aperto a tutti?
“Ma sì, sarebbe bello dedicare dei momenti agli appassionati, intendo dire anche a chi non è tesserato. Ma è anche importante saper andare in gruppo, come ad esempio chi frequenta il Velodromo Parco Nord, a Bresso.
Al Vigorelli c’è infatti una bella pendenza: ci vuole il mezzo giusto con i pneumatici giusti. Con i pneumatici “guadati”, come si dice in gergo, andare su è rischioso perché quando fletti senti che la ruota scappa via.
Con prudenza non sono quindi andato troppo in alto. Anche questo deriva dalle pratiche Shaolin: l’abitudine a sentire, non voler mai forzare troppo, vivere la bici serenamente senza strafare, perché ci si mette un attimo a finire per terra.”

In questi giorni si è molto parlato del “caso Foodora”. Qual è il tuo pensiero in merito?
“Siamo in un mondo libero e se uno sente il bisogno di scioperare chi sono io per giudicare? Non sono aggiornatissimo sulla loro situazione attuale. Avevo fatto una prova di 5 giorni con Foodora quando avevano appena aperto, poi per motivi organizzativi miei ho dovuto abbandonarli e non so quindi come si è evoluta la cosa. Trovavo molto comodo il loro programma sullo smartphone, che consente di prendere le consegne al volo, un po’ come un taxi.”
Ben organizzato quindi, ma poco remunerato?
“Non so come si è evoluto. Magari inizialmente l’azienda pagava un po’ di più, ma poi, se si abbassano i compensi, è facile che i dipendenti si lamentino…”

Oltre alle scale… l’immancabile selfie in ascensore!

Ultima domanda: Milano è sempre più dotata di piste ciclabili. Sei soddisfatto di questo primo sviluppo o ritieni che si debba ancora fare molto?
“Ritengo che ci sia ancora da lavorare però qualcosa è stato fatto.”
Cosa può migliorare?
“Il modo di usarle. Purtroppo non siamo ad Amsterdam, i pedoni ci camminano dentro senza fare attenzione. Per questo, io che devo andare veloce, preferisco la strada. La signora che va con un’andatura tranquilla sulla ciclabile è più sicura. Noi riders invece dobbiamo mettere in conto il fatto di trovare dei vetri, perché spesso le ciclabili sono limitrofe ai parchi, dove la gente beve e butta le bottiglie di birra.
Per questo noi riders, anche se molti ci chiedono se non abbiamo paura, preferiamo la strada.”

 

E siccome un rider-gentiluomo-shaolin è anche giustamente fiero del suo ruolo, lunedì mattina ho ricevuto un bel messaggino: “Ciao Laura ah non ricordo se ti ho detto il nome della società di corrieri per cui lavoro, così se volevi inserirla nell’articolo. Si chiama Fast Express. Buona Giornata e buon inizio settimana!”.

Ok! Grazie Marco e buona giornata/settimana anche a te!

 

 

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