Si sente già fortissimo il profumo di Oscar in questo weekend di cinema. A un mese e mezzo dalla notte di Los Angeles, la scena è tutta per Leonardo DiCaprio che stasera, insieme al regista Alejandro G. Iñárritu, presenterà a Roma l’atteso Revenant – Redivivo, l’epica ed avventurosa pellicola che ieri ha ricevuto la bellezza di dodici nominations agli Academy. È senz’altro questo il film più atteso.

Girato tra Canada e Argentina in condizioni estreme (esclusivamente con la luce naturale e spesso a temperature vicine ai 30 gradi sotto lo zero), Revenant – in sala da domani 16 gennaio – racconta la storia di Hugh Glass, un cacciatore di pelli che, dopo un terribile corpo a corpo con un orso, viene abbandonato dai compagni che lo credono ormai spacciato. Ma Glass non si arrenderà, restando attaccato alla vita con tutte le forze che ha in corpo e soprattutto nell’animo.

Straordinario interprete è Leonardo DiCaprio che ha fornito una performance fuori da ogni limite, calandosi in un personaggio estremo, magistralmente diretto dallo stile inconfondibile di Iñárritu (già vincitore dello scorso Oscar per Birdman). La prova di Leonardo, di un’intensità fisica e psicologica senza eguali, è stata la più dura che il divo abbiamo mai sostenuto: dopo aver vinto il Golden Globe, questa volta l’Oscar sembra davvero essere ipotecato.

Passiamo ora a chi l’Oscar già lo ha vinto, ovvero a Giuseppe Tornatore, al cinema con La Corrispondenza, una storia d’amore tra mistero e lontananza, interpretata dalla super coppia di attori Jeremy Irons e Olga Kurylenko. Lui è un Professore di Astrofisica che scompare nel nulla, lei è una studentessa follemente innamorata di lui. Premettiamo che il film non scorre velocissimo, ma la grandezza del regista e la bravura degli interpreti lo rende senza dubbio meritevole di una visione. Anche perché – e questo dovrebbe togliere ogni dubbio – è accompagnato dalla colonna sonora di Ennio Morricone, fresco vincitore di Golden Globe e molto probabilmente di Oscar (è stato nominato ieri) per Hateful Eight di Quentin Tarantino. Un Maestro infinito.

E un maestro diventa anche Rocky Balboa che in CreedNato Per Combattere, torna a mettere i guantoni per allenare la stella nascente del pugilato Adonis Johnson. Se il ruolo del giovane protagonista è stato affidato a Michael B. Jordan, nella parte del leggendario Rocky è tornato un superbo Sylvester Stallone che con questo film si è già portato a casa un Golden Globe e una nuova freschissima nomination agli Oscar, quasi 40 anni dopo il primo film. Se nel 1977 era candidato come Protagonista, questa lo è come Non Protagonista: ma la leggenda continua.

Una candidatura che alla fine non è arrivata per Il Labirinto del Silenzio, il film diretto dal ‘nostro’ Giulio Ricciarelli, che avrebbe dovuto rappresentare la Germania per la categoria Miglior Film Straniero. Nonostante l’esclusione, quella diretta dal regista nato a Milano è una pellicola di valore, ambientata nella Germania del 1958, all’alba del miracolo economico e delle rivoluzioni rock. Tutti vogliono dimenticare gli orrori della guerra e del Nazismo, ad eccezione di un giovane Pubblico Ministero (interpretato da un bravissimo Alexander Fehling) che cercherà giustizia e colpevoli senza arrendersi in quel “labirinto di silenzio” in cui si troverà immerso.

Poche uscite, ma buone, anzi buonissime. E se i titoli scritti sopra vi sembrano troppo pesanti, non ci resta che consigliarvi Daddy’s Home, una commedia leggera ma intelligente che vede sfidarsi Will Ferrell e Mark Whalberg: le risate al cinema non mancano mai.