La cantante Leona Lewis prende posizione, accanto a PETA, contro il lavoro minorile e la crudeltà sugli animali dell’industria della pelle in Bangladesh che vale ben 1,2 miliardi di dollari,

Da due anni, PETA in collaborazione con Manfred Karremann, ha condotto un’indagine sull’industria che si occupa di produzione del pellame in Bangladesh. È stato realizzato un video in cui la voce narrante è quella della cantante Leona Lewis che racconta come a pagare il prezzo più alto siano i lavoratori minorenni e gli animali, scuoiati vivi per poter produrre scarpe, cinture, giacche, borse e altri prodotti nati per l’esportazione.

La cantante, già partner di The Body Shop contro alla sperimentazione sugli animali, racconta che ogni anno due milioni di mucche vengono stipate e trasportate a bordo di camion affollati per moltissimi chilometri. Molte arrivano dall’India, dove la macellazione è illegale e giungono in Bangladesh spesso in condizioni già molto critiche.

I prodotti utilizzati dalle concerie sono chimici e tossici, scelti per evitare il decadimento delle pelli animali. Tutti i lavoratori delle concerie, bambini inclusi, lavorano a contatto con i prodotti senza protezione alcuna, tagliando la pelle con lame e operando con macchinari pericolosi.

Infine, i rifiuti tossici e i residui delle lavorazioni vengono gettati nel fiume, che si trasforma inevitabilmente in una palude stagnante e cancerogena.

Secondo una stima effettuata, il 90% dei lavoratori muore prima dei 50 anni.

Tramite il video, Leona Lewis afferma: “La produzione di pellame fa male agli animali, ai lavoratori e all’ambiente. Per favore considerate l’impatto dei vostri acquisti, e comprate solo materiali sintetici e cruelty-free, fibre naturali e altri capi di abbigliamento e accessori vegani”.

Molte altre celebrità arricchiscono la lista dei sostenitori che fanno squadra con PETA: Joaquin Phoenix, Pink, Natalie Imbruglia, Joss Stone e Charlize Theron.

Il motto di PETA recita: “Gli animali non sono nostri per l’uso nell’abbigliamento”.