I libri sono molte cose. Fonte di cultura, innanzitutto. Strumenti di intrattenimento, efficaci sia in solitaria che in compagnia. Oggetti da collezione, anche: pensate ai libri d’arte, o semplicemente alle copertine di alcuni romanzi. Complementi d’arredo? Certamente, in fondo “una stanza senza libri è come un corpo senz’anima”, disse Cicerone. Ma sono anche opere d’arte.

Da anni artisti di vario genere si muovono in un contesto di smaterializzazione della cultura conferendo all’oggetto-libro una nuova forma − spesso una non-forma − con lo scopo di elevare il contenuto a qualcosa di immortale. Si tratta di artisti visionari, provocatori e, spesso, controversi e incompresi. È il caso, ad esempio, di Jesse England che poche settimane fa ha spopolato sul web per aver fotocopiato un e-book. O ancora, Antonio Riello che nella sua mostra “Libricida” ha esposto libri bruciati − destino che abbiamo imparato a temere − in bellissime urne. O Jacqeuline Rush Lee e Guy Laramée che danno, in modi diversi, nuova forma ai libri creando vere e proprie sculture.

In un contesto in cui la cultura deve assorbire nuova linfa vitale, in cui deve coinvolgere tutti i sensi e farli esplodere al culmine della percezione sensoriale, la book art trova la massima espressione. In questo mondo visionario e artistico, spiccano in particolare i “libri illustrati” di Kelly Campbell Berry, artista americana che sul sito si presenta come una collezionista di libri che ha trovato un nuovo modo di dargli vita. “Ho scolpito libri antichi, libri nuovi, libri vicini alla distruzione, graphic novels, riviste, classici, prime edizioni, tascabili, e album fotografici. Ogni scultura è diversa. Io non so mai come saranno prima che siano finite. Non le pianifico, semplicemente si creano da sole.