Serge Bensimon. Un uomo incredibilmente normale nonostante la fama. Chi non conosce le tennis Bensimon alzi la mano? Quando lo incontri, scoprendo che sì, quel marchio che ha accompagnato tutta la tua infanzia in Francia, è il cognome di questo Signore (sì, in maiuscolo!) qualche brivido di emozione ti prende. Sale un pizzico di soggezione, che sparisce immediatamente quando Serge ti accompagna nel suo mondo. Nella sua mente. Tra le sue idee. E staresti ad ascoltarlo per ore. Per imparare. Ammirando la sua disponibilità. La sua passione.

Un’esperienza che mi ha arricchito personalmente, ancora prima che a livello professionale, e spero di essere riuscita a rendere giustizia alle sue parole.

Buongiorno, innanzitutto come sta? Dall’ultima volta molto bene! Soprattutto tenendo conto del sole e del fatto che siamo da 10 Corso Como. Questo è formidabile!

Parlando di 10 Corso Como, per Bensimon una nuovissima capsule collection dedicata al concept store milanese. Sì è la prima volta che faccio qualcosa con Carla (Sozzani ndr.) Si tratta di un bellissimo incontro. Per me contano soprattutto gli incontri. La collezione che loro hanno disegnato e che noi abbiamo poi tradotto sulla tennis è qualcosa di straordinario!

La tennis. Parliamo un po’ di questo modello, sempre più di moda, sempre più trendy. Essendo francese per me è un’istituzione, ma qui in Italia la stanno ancora scoprendo! Ecco, sì. E’ una scoperta. Una vera scoperta riguardo alla stampa, grazie al buon lavoro svolto con la comunicazione, e il progetto realizzato con 10 Corso Como ha fatto sì che ci fosse una buona e bella distribuzione nei posti giusti. Tutto ciò ha fatto sì che gli italiani stiano finalmente scoprendo Bensimon. In ogni caso io sono certo che un giorno tutte le donne italiane indosseranno delle tennis Bensimon. Ne sono sicuro. Sicuro come nell’affermare che oggi c’è il sole, per esempio. Se c’è un paese che ha un gusto deciso e ama la moda in un certo modo… beh le italiane diventeranno presto “addict”! Vedrete!

In questo momento si può dire che la Francia abbia una grande influenza nei trends. Quest’estate la marinière è più che mai di tendenza… secondo Lei come mai la “French Touch” seduce così tanto? In ogni caso funziona a secondo delle stagioni e degli anni. In questo perodo è vero che la Francia è un “focus”. Oggi “tocca” alla Francia. Per esempio anche in Corea oppure a Taiwan c’è questo “focus” sulla Francia. E’ abbastanza semplice e allo stesso tempo è sempre una bella storia. Una storia di prodotti che sono esistiti tanto tempo fa, e che tornano sempre, senza sosta. La tennis Bensimon, la t-shirt marinière, oppure i pantaloni marini. La cosa buffa è che era proprio il mio lavoro. Lavoravo con i sovrappiù, gli eccedenti militari.

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Parliamo un po’ di primavera-estate 2015. Quali saranno i modelli di punta? Parlando di tennis avremo sempre 20 colori. Pensiamo sempre che quelle che stiamo per lanciare saranno le scarpe più belle e ci preoccupiamo: “ma l’anno prossimo cosa faremo?” Quest’anno presentiamo dei bei colori con dei turchesi, degli aranci, gialli, dei pois, delle righe e con tutto il lavoro svolto attorno al design. La tennis Bensimon vola sempre più in alto!

E se dovessimo scegliere un solo colore: quale dovrebbe essere? Facile: bianco! La tennis bianca è quella che tutti possono indossare facilmente ed è decisamente chic! Non è sempre facile perché in alcune stagioni tutti vogliono del rosa, oppure del blu, del marrone, ma ancora… ah stavo per dire nero, ma no! Noi non facciamo nero! Abbiamo fatto un’eccezione giusto giusto per Corso Como inserendo un po’ di nero. Quindi anche se io per scelta non faccio nero, ne ritroveremo un po’ nel disegno di 10 Corso Como.

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Bensimon è un marchio che fa parte oramai del patrimonio francese eppure riesce ogni stagione a reinventarsi, pur tenendo la sua vera identità. Come ci riesce? Quella è la direzione che abbiamo scelto di prendere dall’inizio. Innanzitutto non abbiamo mai cercato di “fare moda” bensì di creare prodotti che si possano utilizzare, indossare di anno in anno. Non è sempre interessante perché io vorrei che la gente amasse cambiare. Fosse anche solo il colore! Ma la cosa divertente è proprio quella: i nostri clienti non vogliono separarsi dal prodotto e men che meno buttarlo. A volte per strada vedo ragazze con un paio di tennis completamente bucate. E a loro dico: ma andate a comprarne delle nuove! Ma loro mi rispondono che no, che invece a loro piacciono proprio così. E’ qualcosa di molto diverso rispetto ad altri marchi. Allora non saprei se sono io a dare tutto ciò, oppure se è grazie al lavoro svolto da tutta l’equipe attorno a me? Ma una cosa è certa: quando si inizia a conoscere Bensimon non lo si lascia più… Dopotutto il logo dice “addicted to love” e quindi ecco… magari si innamorano tutti un po’ di me, e magari pure io di loro. E’ una vera storia d’amore.

Una storia d’amore oggi, anche con l’Italia. Tra l’altro perché non venire a viverci per un po’…? Abbiamo già parlato dell’apertura di una boutique, ma il problema rimane lo stesso: trovare una location che sia PERFETTA e che corrisponda al marchio. E’ sempre in fase di sviluppo… E quando capiterà, capiterà. Tanto sono giovane quindi va tutto bene!

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Con il Suo marchio, attraverso i concept store, le boutique “Autour du Monde” e con il blog, Lei ha un lato “mecenate”. Da dove le viene questa voglia di aiutare e spingere i nuovi talenti? Per me è molto importante, proprio perché quando io ho iniziato, cioè un anno fa… ehm no avrò sbagliato data (ride), tantissime persone mi hanno aiutato. C’era mio padre, mio zio, ma anche tanti altri che hanno saputo darmi delle “direzioni”. E questa è una delle cose che non dimentico. Quindi se io ho la fortuna di poter aiutare i giovani ad andare avanti, lo faccio con piacere. A volte mi capita di essere “duro” con loro perché nulla è facile al giorno d’oggi. Ma quando anni dopo tornano mi ringraziano, o ancora mi dicono “hai fatto bene a farci piangere!” perché sì, capita. Ma è “la vita” che vuole questo. Non c’è lavoro senza nulla, senza sforzi. Purtroppo a volte la nuova generazione non è sempre “così aperta”. Ma non appena incontro giovani che hanno voglia, che sia nel campo del design con la mia Galerie o ancora per altro, cerco di fare di tutto per aiutarli. E questo per me è solo un piacere. Il 99,9% dei nostri allievi rimane fedele al lavoro che gli è stato dato. Per me, è un po’ il ritorno di ciò che la gente ha fatto per me.

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Bensimon: non solo tennis ma un vero total look! Il prodotto iconico è “la tennis” ma a parte questa da molto tempo oramai facciamo vere e proprie collezioni con tessili e tessuti diversi dagli altri. Decidere di non fare il colore nero è molto rischioso e abbastanza incredibile sapendo che il nero è il colore che si vende di più. Alla base però avevamo deciso da sempre di non fare “moda”, ma dei prodotti di qualità che potessimo portare sempre.

C’è qualcosa da Bensimon che colpisce positivamente: il prezzo. Le boutiques sono veri concept store, c’è tantissimo lavoro e ricerca dietro al prodotto eppure il prezzo è sempre rimasto fedele a se stesso, e quindi al consumer. Questo perché anche per me è sempre rimasto uguale, fedele. Mi spiego: prima ancora del prezzo, la prima cosa è la gente con la quale si lavora. La tennis è fatta in Europa e questo dall’inizio, ed è una cosa rara. Secondo, è fatta con del vero caucciù e una tela completamente naturale. Infine, è tinta in Francia. E tutto questo, ho voluto tenerlo dall’inizio. Da 25 anni. Almeno. Forse, addirittura un po’ di più. Per i vestiti, la stessa cosa. La prima cosa da fare è trovare delle fabbriche non enormi. Con 200, 250 persone, e questo che sia in Cina, in Portogallo o ancora in Italia. E’ una scelta molto importante, fondamentale. Conoscere il loro mondo, le loro famiglie… Spesso si dice che Bensimon è una grande famiglia all’interno della società. Ma quello che la gente non sa è che se è una grande famiglia è perché per me, per noi, è importante conoscere davvero gli operai e la gente che ci lavora. Così come è importante restare loro fedele. Fedele dal lato mio, fedeli dal lato loro.

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Questa è forse una delle ricette del successo? Sì, perché quando qualcuno lega ad un prodotto Bensimon, lo tiene. E lo tiene a lungo, proprio perché racconta una storia. A volte mi capita di incontrare gente che mi dice: “ho un vecchio maglione Bensimon, e l’ho tenuto perché è stato con lui che ho incontrato il mio fidanzato. Ce l’ho da 25 anni, non lo metto più ma voglio tenerlo!” e questo mi tocca profondamente. Mi commuove. Un giorno, e ora vi racconterò un aneddoto buffo, una ragazza è venuta a casa mia, accompagnata da alcuni amici, in occasione di una festa. Io vedo che indossa una giacca Bensimon e quindi le dico: “ma cosa è questa giacca?”. Lei mi risponde: “oh no, non glielo dico perché è mia e non voglio poi che tutti portino lo stesso marchio!”. Insisto, e mi diverto perché capisco che lei non sapeva chi fossi io. Cercando di negoziare le dico quindi che in cambio le avrei dato il nome di un altro marchio molto interessante. Tutti i miei amici ovviamente mi conoscevano, ma lei no e fu molto divertente. Ma allo stesso tempo molto toccante quando mi disse: “questa giacca la voglio tenere solo per me”. Lo trovo molto forte.

Un bel traguardo direi! Sì, proprio perché dietro tutto ciò, c’è molto, molto, molto lavoro.

L’Italia sta scoprendo Bensimon, e quindi abbiamo voglia di saperne un po’ di più su di Lei! Cosa le piace fare nella vita di tutti i giorni? Amo molto l’arte contemporaneo, sono molto curioso. Posso andare in campagna per guardare degli alberi, comprare fiori… tutto m’interessa. Di recente, ho incontrato un giovane designer di biciclette e stiamo per fare delle bici insieme, per la Francia, ma anche per l’Italia. E sempre la stessa cosa: con un prezzo accessibile. Ovvio… mi piacerebbe venderne milioni! Ma non è il nostro ruolo. Il nostro è invece quello di trovare il ragazzo, o la ragazza che si innamorerà di questa bici. Perché ovviamente ci saranno anche qui i colori tipici del marchio, ed è così che presto tutti gli italiani circoleranno in bici! Questa è la mia missione: “i have a mission”! (ride).

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Ma quindi Lei non si ferma mai? Mai! Dopo, quando ci si ferma si diventa vecchi. Non si sa più cosa fare! E’ vero che ho un’idea al secondo… e forse devo darmi una calmata! Ma che sia con la Galerie che collabora con i giovani e che fa un gran lavoro ogni tre mesi, oppure con i concept store che si stanno ampliando, a Parigi, in tutta la Francia o altrove (abbiamo di recente aperto a Taiwan, e stiamo aprendo in Corea tra poco più di una settimana) il lavoro, e i progetti non mancano mai.

E quali son o gli altri progetti di Bensimon? Ehm… a parte trovare un a casa?

Dove, in Italia? Si!

A Milano o altrove? Mmh no magari più vicino al mare! Dopotutto io sono di Nizza! A parte gli scherzi, stiamo sviluppando bene i nostri concept store in Francia. Poco fa abbiamo aperto a Dinard. Tutto il lato ovest della Francia che personalmente non conoscevo molto ha una bella visione del marchio! E’ gente che ama la qualità, il prodotto e tutta questa storia che va da generazioni in generazioni. Non conoscevo molto quella parte della Francia ed è stata per me una splendida scoperta.

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Ultima domanda e La lascio perché non vorrei prenderLa in ostaggio, anche se personalmente rimarrei volentieri su questa terrazza meravigliosa a chiacchierare. In Italia c’è un’espressione che personalmente trovo molto carina… Chi va piano va sano e va lontano?

No ahah. Qui si dice che i sogni si tengono nei cassetti. Lei, ha un sogno nel cassetto? E’ un’ottima domanda. Prima di tutto, non lo tengo in un cassetto. Al massimo ce l’ho in testa. Se potessi fare delle cose per la gente che ne ha davvero bisogno, sarebbe qualcosa che ho davvero a cuore. Lo faccio già un po’, ma vorrei farlo molto di più. Magari creare una fondazione, anche per far lavorare i giovani che ne hanno voglia e bisogno. Dare loro la fortuna che io ho avuto…