Falso. La moda non sta salvando il mondo. Questo è un concetto chiaro quasi a tutti… ma è proprio questo il problema: “quasi”… non è abbastanza! Da quando lavoro nel mondo della moda – dal 2006, anno in cui ho fondato Fashion Times – ne ho viste di cotte e di crude, sopportando situazioni al limite del ridicolo, che oggi, dopo l’ennesima disastrosa settimana della moda, penso sia giusto – e drammaticamente divertente – raccontare, per svelare ciò che davvero succede dentro e dietro questo mondo glamour fatto di “adoooooro”.

1. IL FALSO INVITO. Ti inviano via mail l’invito alla sfilata con tanto di “La presente mail varrà come invito ufficiale all’evento” per poi scoprire che il preziosissimo messaggio vale come il due di picche. Vieni rispedito nella fila di quelli senza invito, ammassato che-manco-quando-si-pogava-al-Transilvania (brutti ricordi dell’adolescenza). Vieni trattato in malo modo dalla sicurezza e perdi irrimediabilmente energie, tempo, pazienza e speranza.

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2. STANDING (NO-OVATION). Se hai l’invito standing (e non importa che tu sia lì per lavoro e non per diletto) la sfilata comincia mentre tu sei ancora fuori a discutere con pr e sicurezza sul perché mai non ti abbiano fatto entrare in tempo per trovare un posto per vedere la sfilata. Appena riesci ad entrare (spesso dopo aver supplicato) è sempre troppo tardi. In sala trovi un muro di persone che rende inutile la tua presenza all’evento. Non vedi nulla e diventi triste e stanco.

3. LA SIESTA. Quando sembra andare tutto liscio, ti colpiscono per sfiancamento. Sei invitato alla sfilata delle 11 del mattino. Ti presenti alle 10.45 perché sei uno puntuale. Ti fanno aspettare 30 minuti all’entrata (così da creare un po’ di folla, con l’illusione di far parte di un grosso show), da sommare ai 45 minuti di attesa all’interno. Alla fine ti addormenti. A me è successo davvero.

4. PROVA DI FORZA. Quando puntano sulla resistenza fisica. Vediamo se reggi, sembrano meschinamente pensare (con risata satanica in allegato)… Se fuori fa freddo, dentro fa caldissimo. Sembra di stare alle Hawaii. Se fuori fa caldo, dentro sembra il Polo Nord. Al terzo giorno sei a casa ammalato, con 40 di febbre. Ben presto scoprirai i benefici psicofisici di questo riposo forzato.

5. IL RAPIMENTO. Quando ti prendono in ostaggio. Succede dopo 147 uscite in passerella. A quel punto cominci a rassicurare famiglia e parenti. Va tutto bene, vogliono solo un post in cambio.

6. LA FUGA. Quando abbandoni lo show prima della fine della sfilata, non fare mai l’errore di passare davanti agli operatori video che, ovviamente, non si lasceranno pregare nel dispensare complimenti di ogni genere. Se vi trovate nei pressi della prima fila dunque, occhio a come incrociate le gambe, a quanto sporgete il vostro smartphone e a quante volte vi grattate la testa. Leggere un giornale non è mai una buona idea, così come appoggiare la borsa a ridosso della passerella.

7. PIRAMIDE FOTOGRAFI. Inizialmente non capivo perché la chiamassero così, ma poi un giorno, mio malgrado, ho compreso. Centocinquanta persone (si fa per dire eh, anche se a volte, poco ci manca…) in quattro metri quadrati sviluppati in altezza. Libertà di movimento limitata unicamente per braccio e macchina fotografica. Schiena rigorosamente a zig-zag e piedi in equilibrio come una ballerina della scala. Non ci metto più piede da quella volta che durante una sfilata ho creato un devastante effetto domino. Bei ricordi (per niente!)

8. BACKSTAGE. Tutti che urlano, perché altrimenti che backstage è? Staff stressato e modelle rilassate. La combinazione delle due situazioni non crea armonia. A volte ha accesso libero, altre volte accedi unicamente con un pass… o dicendo che ti chiami Rossi o Bianchi (sempre presenti!), oppure farfugliando qualche nome a casaccio, indicando il primo nome sulla lista: “eccomi, sono qui!”.

9. L’INTERVISTA. Se fai un’intervista video è sempre troppo lunga. “Ancora una domanda e basta” è la frase tipica del pr che si finge stressato. Perché se non sei stressato non puoi sentirti importante… se non sei stressato ti senti troppo normale. La speranza è sempre quella di incontrarlo qualche ora dopo in fila al pam, come i più normali dei normali comuni mortali, mentre fa la spesa. Se invece durante l’intervista prendi appunti, è ovvio che lo stai facendo per finta… Ma questo lo sanno tutti. Le domande sono sempre le stesse. Inutile ripeterle.

10. IL CARTELLO. Questa notizia esce oggi. Quella esce domani. Il giornalismo vecchio stampo, quello della carta stampata funziona così. Quelli che pensano di avere “in mano” le notizie del mondo della moda non si fanno la guerra tra loro. Si rispettano in perfetto italian style. Appena vedono che stai twittando qualcosa di troppo, partono le minacce e diventi subito out. Non disperate, per loro la pensione è vicina, ma nel frattempo tu ridiventi standing.