In un mondo sempre più digitale, miPAGO propone una rivoluzione concreta: un anello intelligente, elegante e sicuro che permette di pagare, accedere e condividere informazioni con un solo gesto.
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Ne abbiamo parlato con Luca Premazzi, Business Development Manager di miPAGO, che ci ha raccontato com’è nato il progetto, quali sfide ha affrontato e come il brand punta a ridefinire il concetto di wearable, tra tecnologia, design e identità.

Quali sono state le principali sfide che ha affrontato nel settore dei pagamenti digitali e come le ha superate? Le sfide sono state tante, ma se devo individuarne una davvero cruciale, direi la lentezza dell’integrazione da parte delle banche. Sapevamo di voler portare qualcosa di nuovo, ma ci siamo scontrati subito con una realtà complessa e spesso poco pronta a innovare velocemente. Per superare questa situazione abbiamo deciso di partire con soluzioni flessibili come il wallet Curve, che ci ha permesso di offrire ai clienti un’esperienza fluida sin da subito. Parallelamente, stiamo portando avanti un lavoro importante con gli istituti bancari, con l’obiettivo di creare integrazioni dirette e semplificare ancora di più l’attivazione del nostro anello.
Qual è la sua visione per il futuro di miPAGO e quali sono gli obiettivi principali per i prossimi anni? Immaginiamo un futuro in cui il wearable non è un gadget, ma una presenza naturale nella vita di tutti. Che sia al dito, al polso o agganciato a un oggetto, miPAGO vuole diventare un’estensione discreta e sicura della nostra identità digitale. Vogliamo permettere a chiunque di pagare, accedere, identificarsi e condividere semplicemente indossando un oggetto che lo rappresenti. I nostri obiettivi sono chiari: espandere la gamma di prodotti wearable, allargare la compatibilità diretta con le banche e portare la nostra tecnologia in nuovi mercati europei e internazionali.
Qual è la missione di miPAGO e in che modo si distingue nel mercato dei pagamenti digitali? La missione di miPAGO è semplificare la quotidianità attraverso un oggetto di design che sia anche funzionale. Tutto nasce da una domanda: perché devo portare con me un portafoglio ingombrante o uno smartphone quando potrei risolvere tutto con un gesto? Questa domanda ha generato un percorso che ci ha portato a creare un anello elegante, intuitivo e 100% passivo, senza batteria. Ci distinguiamo perché gestiamo tutta la filiera: chip, software, estetica e produzione sono sotto il nostro controllo. In più, siamo tra i pochi in Europa a offrire una personalizzazione estrema, sia per brand che per clienti finali. Il nostro è un prodotto bello, efficiente e umano.
Come è nata l’idea dell’anello di pagamento e quali sono stati i principali ostacoli nello sviluppo del prodotto? È nata in modo molto naturale: da una necessità personale. Volevamo liberarci dal portafoglio, dagli oggetti inutili, dai gesti ripetitivi. Ci siamo chiesti: “perché non rendere tutto più semplice, immediato, elegante?”. Gli ostacoli principali sono stati due: uno tecnico e uno culturale. Da un lato, trovare l’equilibrio tra estetica e funzionalità non è stato banale; dall’altro, creare un’infrastruttura compatibile con i sistemi di pagamento attuali richiede tempo e relazioni solide. Oggi il nostro prodotto è già realtà e ha dimostrato di poter aprire scenari molto più ampi: dalla casa all’auto, dall’identità digitale all’accesso fisico.
Quali sono i principali vantaggi dell’anello miPAGO rispetto ai metodi di pagamento tradizionali? L’anello non si ricarica, non si scarica, non si rompe facilmente, e non occupa spazio. È sempre con te, ma non ti pesa mai. Rispetto a uno smartphone o a una carta, è più veloce, più intuitivo, più naturale. Inoltre, in caso di smarrimento puoi bloccarlo subito dall’app, senza dover bloccare la tua carta, che resta attiva. Puoi addirittura associarla subito a un altro anello. E poi c’è il tema della sicurezza: nessuno potrà mai leggere i dati dell’anello. Infine, è bello. Non è solo un mezzo per pagare, è anche un accessorio che dice qualcosa di te.
Come funziona la tecnologia senza batteria dell’anello e quali benefici offre agli utenti? Tecnicamente, il terminale POS genera un campo elettromagnetico NFC. Questo campo attiva l’antenna dell’anello, che genera una piccola carica sufficiente ad alimentare il chip e trasmettere il segnale necessario al pagamento. Il vantaggio è enorme: l’anello non ha bisogno di essere caricato, non può scaricarsi e non è tracciabile in alcun modo. Sicurezza totale, semplicità d’uso e durata virtualmente infinita.
L’anello miPAGO è compatibile con tutte le carte di pagamento? Ad oggi supportiamo tutte le carte VISA e Mastercard tramite wallet compatibili come Curve o direttamente con Revolut VISA. La nostra strategia è duplice: da un lato permettiamo agli utenti più digitalizzati di partire subito con Curve; dall’altro stiamo lavorando per integrare le banche italiane in modo diretto, così da offrire un’esperienza più semplice e immediata a chi non vuole passaggi tecnici. Crediamo che queste due fasce di utenti abbiano esigenze diverse, e il nostro compito è soddisfarle entrambe.
Quanto è stato importante il design nello sviluppo del prodotto? È stato tutto. Un wearable funziona se ti fa sentire meglio quando lo indossi. Se ti guardi allo specchio e dici “mi sta bene”, allora lo indossi volentieri. Il nostro obiettivo era esattamente questo: un oggetto che rendesse chi lo indossa più sicuro di sé. Il pagamento è solo la funzione. Il resto è identità, stile, piacere. Per questo abbiamo investito tanto sul design, e continueremo a farlo.
Avete mai pensato a collaborazioni con brand di moda? Sì, e non solo ci stiamo pensando, ma abbiamo già attivato collaborazioni con brand di alto profilo. Dietro miPAGO c’è un team che sviluppa tecnologia proprietaria, e questo ci consente di creare soluzioni su misura per altri marchi. Nei prossimi mesi lanceremo progetti importanti proprio in questa direzione.
E per quanto riguarda l’auto o altri dispositivi? Lo facciamo già. Il nostro anello apre e accende le Tesla grazie al progetto PAGO Drive. Personalmente, lo uso anche per aprire la porta di casa e dell’ufficio. Stiamo lavorando con altri brand dell’automotive e dell’edilizia per integrare la nostra tecnologia in altri sistemi di accesso.
Ci sono prospettive di espansione internazionale? Siamo già presenti in Italia, Germania e Svizzera. In Germania e Svizzera il mercato è più maturo, molte banche sono già integrate e gli utenti sono abituati a usare i wearable. Stiamo lavorando anche su nuovi mercati, ma per ora non possiamo ancora svelare nulla. Ciò che è certo è che l’espansione è parte centrale della nostra strategia.
Come funziona l’app di miPAGO? L’app consente di attivare, disattivare, bloccare l’anello, cambiare la carta collegata e gestire tutte le funzionalità. Inoltre, abbiamo sviluppato PAGO Connect: una modalità per condividere contatti, link e profili social con un semplice gesto. È in fase di test ma già funzionante, ed è un primo passo verso un ecosistema wearable più completo.
Che ruolo ha Curve in tutto questo? Curve è un wallet che permette di collegare più carte sotto una sola carta virtuale, che noi associamo all’anello. In pratica, puoi avere più carte dentro Curve e decidere in tempo reale con quale pagare. Hai anche funzioni avanzate come il “back in time”, che ti consente di cambiare la carta su cui è stato addebitato un pagamento anche dopo averlo fatto. È ideale per chi vuole flessibilità e controllo. Allo stesso tempo, noi stiamo costruendo soluzioni più semplici, così da coprire ogni tipo di utente.
Il servizio clienti è un punto importante per voi? Assolutamente sì. Il nostro canale WhatsApp è attivissimo e molto apprezzato. L’anello è facile, ma è una cosa nuova. Richiede un minimo di configurazione iniziale e noi siamo lì per accompagnare ogni utente passo dopo passo. Una volta attivato, nessuno torna indietro. Chi riesce a usarlo lo ama. E noi siamo lì per far sì che tutti ci riescano.
Secondo lei, il futuro dei pagamenti wearable è concreto? Più che concreto, è già realtà. Il wearable ha una marcia in più: è sempre con te, non si scarica, è elegante e personale. Il bello è che non devi sceglierne uno solo. Io stesso indosso 3 o 4 anelli, ognuno con una carta diversa. Ognuno racconta una parte di me. È una questione di identità, non solo di utilità. Ed è proprio lì che sta la forza del nostro progetto: nel creare oggetti che semplificano, ma che soprattutto rappresentano.