L’autunno è arrivato Non solo nel buon cibo, ma anche nel buon bere.

Nuovi menu autunnuali a Milano: 9 ristoranti da provare

Ecco, dunque, di seguito i nuovi menu autunnali di alcuni ristoranti e locali di Milano, che ricordano e richiamano i profumi, i colori e i sapori della colorata stagione dalle giornate più corte, ma ancora tiepide.

L’autunno di GuD BOCCONI

Aperto due anni fa, all’epoca precursore, GuD BOCCONI, con il suo trend internazionale dato dall’università che è un punto d’aggregazione e parte integrante della vita studentesca, questo autunno presenta un menu che si orienta sempre più verso il plant-based, che abbraccia la cultura delle verdure come ingrediente più salutare e sostenibile.

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Ph. Mobbi Vision

Nelle GuD Poke Bowls, pilastro del format GuD Milano, l’Executive Chef Stefano Cerveni ha inserito la Autunm Green, bowl di riso rosso integrale, cotto all’orientale condito con dolce crema di zucca, funghi shitake marinati a caldo con soia, olio e aceto di riso, cavolo nero scottato in padella, castagne tostate e rafano fresco grattugiato. Un vero e proprio tripudio di sapori autunnali.

Da provare anche il Green GuD Bao, il panino orientale al vapore ripieno in cui il cavolo nero si accompagna ai funghi Shitake, qui conditi con una salsa verde con olio e prezzemolo. Per gli amanti di carne e pesce, sono disponibili il Bubba GuD Bao con gamberi e il Pulled GuD Bao con pulled pork cotto a bassa temperatura, cipolla caramellata e salsa BBQ piccante.

Nuovissima la proposta di GuD Burger vegetali: uno di Barbabietola, con cavolo rosso marinato e salsa allo yogurt, e l’altro di Kale e quinoa, con salsa habanero, pomodori e insalata, accompagnati entrambi dalle immancabili chips rustiche.

Nella direzione del plant-based anche l’accompagnamento dell’aperitivo con ciotoline con fagiolini verdi alle spezie cajun, ciuffi di cavolfiore fritti con paprika, “potato pops”, ovvero crocchette di patata grattugiata, e l’irresistibile guacamole fitto. Senza dimenticare la selezione dei GūD JUICE: 5 salutari estratti di frutta e verdura freschi di giornata ribattezzati con i nomi di 5 isole italiane da sogno: Maddalena, Vulcano, Panarea, Linosa e Giglio.

Bao, Bowl e Burger per pranzare plant-based dunque, ma anche la pinsa artigianale a lunga lievitazione, punta di diamante di GuD Bocconi che è protagonista dell’aperitivo (insieme al karaoke di Ariele Frizzante e ai quiz de Il Cervellone). Grazie a un impasto leggero ottenuto con un blend di farine di grano, soia e riso, steso a mano, la pinsa risulta croccante fuori e morbida all’interno, di facile digeribilità.

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Ph. Mobbi Vision

Viene proposta con topping differenti: dalle classiche Margherita e Marinara, alle gustose Crudo e stracciata con Crudo di Parma e stracciatelle Dop, fino alla Rustica con salsiccia, patata e rosmarino, oppure Bologna, con mortadella, fior di latte, pistacchi.

Pinsa da accompagnare ovviamente con un Fiero & Tonic (Martini Fiero & organics tonic), Fiero Spritz (Martini Fiero, prosecco e soda) e Fiero Gud (Martini Fiero, Bombay Gin, zenzero e cetriolo), gli aperitivi della casa preparati nel bar interno brandizzato.

Magnete, il nuovo menu di The Manzoni

“L’universo è attrazione e rilascio. La forza magnetica trasforma. L’energia trasmuta il pensiero ed eleva. Siamo magneti”. Si presenta così Magnete, il nuovo menu autunnale firmato dall’Executive Chef Giuseppe Daniele che assieme al sous chef Gabriele Fiorino e a Halit Gajda, pastry chef, sono alla guida del ristorante The Manzoni.

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Ph. Luigi Lombardo

Il ristorante si trova a pochi passi dal Teatro alla Scala ed è stato arredato dal famoso designer londinese Tom Dixon. Dopo l’esordio con il menu primaverile Dynamo, continua il viaggio di crescita e di indagine nella costruzione del proprio spazio e della propria identità. La forza di attrazione e il Magnete sono i concetti su cui poggia questa nuova esplorazione.

Un processo fisico, chimico e alchemico che parte dall’attrazione per poi passare alla trasformazione e giungere all’elevazione. Un circolo armonioso di sublimazione che si esprime nei tre momenti che danno l’accesso, ogni volta, al livello superiore di conoscenza, gusto e appagamento.

Attrazione: una forza invisibile attrae partendo in punta di piedi con una Zucca al forno, crema al parmigiano e tartufo nero, per poi passare alla Ventresca di tonno appena scottata su crema di carote, cipolle rosse marinate e peperone crusco per darne croccantezza. Si accelerare, di prepotenza, con Capriolo, polenta fritta e spugnole, con cuore di foie gras.

Ci si sposta nell’introspezione e comincia la trasformazione con i primi e i secondi piatti: i Ravioli del plin con ripieno di faraona e champignon su crema di nocciola non lasciano spazio ad altri pensieri. Incalza, in questo innesco di cambiamento, la Lepre à la Royale che si esprime in tutta la sua struttura. Il passaggio da pensiero ad emozione avviene con il pre dessert: Sorbetto di cetriolo, crema di agrumi e animelle fritte su zucchine trombetta marinata agli agrumi.

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Ph. Luigi Lombardo

L’ospite ha fatto il suo percorso ed è giunto al punto in cui si prende lo slancio e ci si eleva con un Babà al rum che poggia su un delicato semifreddo all’amarena o con una Mousse di pistacchio, gelato alla ricotta ricoperta da una gelatina di barbabietola, avvolta dal profumo del gin.

La cucina del The Manzoni si fa strada. Cresce con una nuova consapevolezza la generazione degli chef che ha iniziato a scrivere la cucina di domani.

Le cene stellate al Moro di Monza

Al ristorante monzese dei siciliani fratelli Butticè (che quest’anno festeggia i suoi primi 15 anni) tornano gli appuntamenti con le cene stellate, alcune delle quali promosse insieme all’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.

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Fratelli Butticè

Dopo il primo appuntamento del 19 ottobre con lo Chef Gianni Tarabini, una Stella Michelin e una Stella Verde al ristorante La Preséf dell’agriturismo La Fiorida a Mantello (SO), il prossimo 3 novembre, per il secondo appuntamento stellato d’autunno all’insegna della complementarietà e della sinergia culinaria, i fratelli Butticé accoglieranno lo Chef Alessandro Rossi, una Stella Michelin, del Ristorante Gabbiano 3.0 di Marina di Grosseto.

Il menù comprende, con vini in abbinamento, un’entrée di benvenuto con La sarda in Sicilia, l’antipasto a base di Agnello marinato in acqua di mare, ostriche e caviale, una minestra brodosa di Cannellini e aragosta, una minestra asciutta denominata Come se fosse un tortello maremmano, un main course che prevede la Triglia alla puttanesca e il dessert a base di Tarte tatin di melanzana.

Chef Alessandro Rossi
Chef Alessandro Rossi

Le serate proseguiranno poi il 23 novembre con una serata in cui presenzieranno alcuni tra gli illustri colleghi del territorio brianzolo: Chef Fabio Silva del ristorante Derby Grill di Monza, lo Chef monzese Luca Mauri, Chef Dhian Singh del ristorante Il Gusto della Vita, il Bar Manager Geanfranco Chavez del Dive Club di Monza, Chef Antonio Pepe del ristorante Atmosfera di Monza e il Maestro panificatore Adriano Del Mastro del Forno del Mastro a Monza. Alla serata, tra le eccellenze del territorio, anche il Gruppo Meregalli, specializzato dal 1856 nell’importazione ed esportazione di vino da tutto il mondo, che si occuperà della selezione e del servizio dei vini da pasteggio in abbinamento con i piatti degli chef.

Il 6 dicembre sarà la volta di un’altra serata del ciclo “INSIEME. A cena con gli Ambasciatori del Gusto”: questa volta ad approdare al Moro sarà proprio il Presidente degli Ambasciatori del Gusto Alessandro Gilmozzi del ristorante El Molin di Cavalese (TN). Tra gli ospiti per il nuovo anno, un altro Ambasciatore del Gusto: Chef Enrico Cerea del ristorante tre Stelle Michelin Da Vittorio di Brusaporto (BG) e Chef Edoardo Fumagalli del ristorante Locanda Margon di Ravina (TN).

Mestè, vino e fornelli di quartiere

Aperto nel giugno del 2019, Mestè è un’osteria ed enoteca di quartiere, tra via Ripamonti e l’Alzaia del Naviglio Pavese a Milano. Due amici che coltivano da tre anni il loro piccolo sogno: un piccolo ristorante composto da circa 30 coperti, una selezione accurata e appassionata dei fornitori di materie prime e la possibilità di condividere con i loro clienti la passione per i vini artigiani e naturali.

In cucina c’è lo Chef Marco Bonardi: autodidatta con 30 anni di esperienza nel settore gastronomico alle spalle, inizia a lavorare a 14 anni nel negozio di famiglia, la Gastronomia Bonardi di viale Umbria, un punto di riferimento per la città da quasi 50 anni, nel 2011 premiata come “Miglior Bottega d’Italia” dal Golosario. Marco, diplomato Sommellier AIS nel 2003, prende in mano il banco di vendita e gli eventi esterni, oltre alla selezione di vini in vendita. Dopo 32 anni, nel 2019 ha deciso di intraprendere una nuova avventura aprendo Mestè.

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Marco Bonardi e Daniele Santangelo di Mestè

Appassionato di cucina piemontese e lombarda, Chef Bonardi spazia con le sue ricette per tutta la penisola, con un menu che cambia settimanalmente in cui si trovano piatti della tradizione ligure, campana, pugliese, siciliana. Punti fermi della carta sono i mondeghili, la trippa e, in periodo estivo, la caponata.

In sala c’è Daniele Santangelo, il quale incontra il vino naturale nel 2006, anno in cui si iscrive alla facoltà di Enologia di Milano. Nel 2012 inizia a lavorare nel mondo del vino collaborando con locali milanesi come Vinoir, Panificio Davide Longoni, Hic Enoteche, Vineria Eretica, prima di mettersi in proprio. La scelta dei vini è un percorso tra le passioni di Daniele. Passione che si traduce in territori, produttori e vitigni.

Nel menu autunnale di Mestè compaiono tra gli antipasti le Pallotte “Cacio e Ova” pomodoro e basilico ed il Vitello Tonnato con salsa all’Antica; tra i primi, il Risotto giallo al salto con salsiccia “Zampina” arrosto e Demi-Glace, oltre che ai Tagliolini con lupini dell’adriatico e burro all’aglio. Nei secondi, spiccano sicuramente la Casseoula Contemporanea ma non troppo, la Frascatula Sicula con Cime di rape saltate ed il Baccalà alla veneziana con polenta arrosto. Il pane e la focaccia sono realizzati da Marco Locatelli.

Mediterranea, il primo locale basato sulla dieta migliore al mondo

Il nuovo brand di food retail con proposte healthy che si ispirano al fine dining apre le porte a Milano, in Citylife District.

Mediterranea

Un concept nuovo, che fa della mediterraneità un progetto di food retail, in cui il benessere e il gusto non siano concetti agli antipodi, ma valori da esaltare con un’offerta gastronomica completa e diversificata. Cuore del progetto è la dieta mediterranea, che per il quinto anno consecutivo è stata eletta la migliore al mondo nella Best Diet Ranking, la classifica stilata da 27 esperti in nutrizione che hanno esaminato ben 40 diversi regimi alimentari.

L’idea quindi si sviluppa dal desiderio di realizzare un concept autentico, in cui la genuinità e la sostenibilità diventano una filosofia concreta da esportare a livello nazionale e internazionale. Vellutate, energy bowl, risotti, muffin, ma anche dolci sfiziosi, pensati per proporre un piano alimentare perfettamente bilanciato che possa competere con il mercato in costante crescita delle healthy bowl. Materie prime semplici e sane, abbinate tra loro in modo audace, come per la Vellutata di piselli e menta, con perle di uova di salmone e mela verde, oppure il Risotto mantecato all’olio con zest di limone e caviale d’aringa.

Mediterranea,_Hummus_cannellini,_ceci_tostati_e_lenticchie_rosse

Non mancano proposte vegan, con fake meat in grado di riprodurre fedelmente la consistenza e il gusto della carne, realizzate con legumi per essere non solo healthy ma anche sostenibili. Un’offerta ampia e diversificata, con ingredienti rigorosamente mediterranei, ma presentate in modo innovativo, per una proposta che saprà sorprendere nel sapore e nel gusto.

Bon Wei compie 12 anni

Il prossimo 17 novembre Bon Wei, il primo ristorante in Italia di alta cucina regionale cinese, progettato secondo i canoni cinesi dall’architetto Carlo Samarati, compie 12 anni. I festeggiamenti per i primi 10 anni di Bon Wei erano stati rimandati a causa della pandemia, ma una data così importate per questo ristorante che è ormai un classico della ristorazione asiatica di livello non poteva passare sotto silenzio.

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Lo Chef Zhang Guoqing insieme al figlio Zhang Le, oggi patron del locale, hanno studiato un menu celebrativo di 9 portate abbinate a 3 birre artigianali del nuovo brand italo-cinese Postwave Brewing e completate da un dessert della pastry-chef Sonia Latorre Ruiz.

Tra i piatti proposti dallo chef Zhang per questo esclusivo menu autunnale celebrativo, sempre nell’ottica di una esecuzione filologica di ricette cinesi, provenienti da differenti regioni della Cina, si potrà assaggiare ad esempio una tradizionale Zuppa di trippa di pesce con erbette cinesi tipica del Guandong, si mangerà un sontuoso Riso con costine stufate condite nel loro fondo dallo Zhejiang, regione natale dello Chef, e anche dei saporiti Gamberi dorati con capasanta dal Sichuan, con accompagnamento di Kongxincai, verdure cantonesi “senza cuore” saltate con salsa di tofu macerato.

Simbolo dell’unione tra tradizione cinese e stile italiano, verranno abbinate le nuove birre italo-cinesi Postwave, da poco in Italia, nelle versioni bionda Kolsch, blanche Wheat ale e rossa Amber ale.

Momento clou del menu, a chiusura del pasto secondo un’usanza sempre più in voga nella Cina contemporanea, la degustazione del whisky Filey Bay – Yorkshire Single Malt Whisky “Bon Wei Selection con 3 cioccolatini fondente, piccante e affumicato.

Zhang Le, appassionato collezionista e bevitore di whisky nel selezionare la propria botte nello Yorkshire, nel lontano 2016, aveva già in mente che la avrebbe inaugurata per un’occasione speciale: il 12° compleanno di Bon Wei.

Il brunch-aperitivo siciliano dell’Osteria Memà

Situata nell’energico quartiere di Nolo in via Pietro Crespi, l’Osteria Memà inaugura una nuova formula brunch e aperitivo per godersi ogni giorno in compagnia. Il brunch della domenica é un momento di incontro e condivisione, e specie con l’arrivo dell’inverno diventa un’ottima occasione per trascorrere il tempo con amici e familiari davanti ad una tavola imbandita di sfizi siciliani e bontà mediterranee.

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Un vero comfort food in una formula aperta e inclusiva che accoglie le necessità di tutti: brunch classico, vegetariano e vegano, oltre alle versioni senza glutine e lattosio.

La proposta classica va dal Pane, burro e marmellata e mini croissant dolci farciti alle Uova strapazzate e pancetta croccante, dalla Tarte Tatin di melanzane e cioccolato fondente di Modica e Pistacchio di Bronte alle Mini brioches con tuppo salate, dal Cannolo siciliano salato farcito di ricotta di pecora e mortadella d’asina, fino a Pasta alla Norma e insalata mista di stagione. Da accompagnare alle bevande quali caffé americano, spremuta di arancia o pompelmo, o Prosecco.

Le altre opzioni, veg & senza, matengono la stessa proposta con varianti espresse in linea alle esigenze e intolleranze.

L’aperitivo si fa tutti i giorni dalle 18:30, nelle accoglienti sale verde pavone con candele e tavoli in marmo e l’inconfondibile Madonna Nera che sottolinea la natura multietnica del quartiere esaltandone lo spirito di integrazione.

OSTERIA_MEMA

Vuole essere una proposta curata che nasce dalla tradizione spagnola delle spagnole tapas o cicchetti (in veneto), ma anche dei “pezzi” in Sicilia, ovvero piccole preparazioni espresse ricche di gusto con ingredienti tipici regionali e prodotti Slow Food, che vanno dalle Polpettine di carne alle Patate gratinate con caciocavallo, fino alle arancine e crocché tanto per citarne alcune.

Le tapas sono accompagnate dai vini delle migliori cantine siciliane, bolle, classic, oltre ai signature drink realizzati da bartender professionisti pronti a sperimentare ogni giorno nuovi sapori e abbinamenti.

La nuova carta vini di Cantina Piemontese

Il ristorante storico di via Laghetto presenta per l’autunno una nuova carta vini, che cambia anche la veste grafica: la copertina, infatti, è frutto della prestigiosa collaborazione con REA! Art Fair, collettivo di 100 artisti emergenti partecipanti al concorso dell’estate scorsa, tra cui è stata selezionata la trilogia “Shape of Luck“, “My Red Lucky Talisman 2” e “Red Luck” dell’artista di origini sud coreane Lili Lee. L’Opera, dedicata al tema della Fortuna, rappresenta con stile astratto, elegante e ricco vitalità uno dei principi regolatori dell’Esistenza umana (oppure dell’Essere umano) e della sua interazione con la Natura.

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La nuova carta vini di Cantina Piemontese è un nuovo sentiero che guida alla scoperta di bottiglie di grande interesse, rarità o etichette reperibili in piccolissime quantità e che svela una più ampia varietà di annate rispetto al passato. La nuova carta vini testimonia la genesi di un progetto che ha unito una ricerca tecnica e culturale sulle etichette alla concezione artistica del suo nuovo supporto grafico e fisico: un mix vincente che ha dato vita ad una wine list unica nel suo genere.

Pagina dopo pagina, la nuova carta vini racconta tutta la vivacità dell’Italia e analizza valorizzandole, le specificità di ogni Regione italiana con la sua varietà di uve autoctone e non, tenendo sempre un occhio di riguardo anche verso le produzioni naturali, biodinamiche e biologiche.

Una ricerca che si è concentrata sui territori italiani che da sempre si distinguono per il grande valore enologico, ma portando alla luce e scovando anche le realtà ed etichette ancora da conoscere e celebrare: dalla Calabria al Lazio, dalla Toscana al Piemonte, proponendo una maggiore profondità di offerta sulle annate. Si distinguono inserimenti mirati di eccellenze italiane come il Pinot nero di Gottardi o il Brunello di Le Chiuse. Degna di nota anche la presenza eccellente dell’Amarone con Romano dal Forno e Giuseppe Quintarelli.

cantine piemontesi

Anche i vini francesi sono stati oggetto di una nuova indagine che ha portato l’ingresso dei nuovi Pinot neri della Borgogna, del Bordeaux e della Langue d’oc Rousillon. S’impreziosisce anche la presenza degli champagne e si intensifica la sinergia con Veuve Cliquot.

ITER goes to Scotland

Come consuetudine, il locale di via Fusetti cambia menu e rinnova il locale, per questo autunno ispirato alla Scozia. SCOTLAND è la nuova drink list di Iter, un racconto della natura vigorosa, declinata nell’eccezione dei quattro elementi: ACQUA – ARIA – FUOCO – TERRA.

SCOTLAND è un dualismo tra l’essenzialità della proposta alcolica e l’atmosfera conviviale del locale che accompagna l’ospite attraverso un’esperienza immersiva totale. Da fusion cocktail bar, Iter si trasforma in una vera Public House scozzese, tra terre ricche di fascino e di tradizioni antiche, la nuova proposta scozzese di Iter è un inno agli elementi della natura, alle selvagge terre del Nord, ai paesini che sbucano nella brughiera più incontaminata, ai misteri che avvolgono le città leggendarie, ai sapori affumicati e torbati, al tartan.

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L’eccellente semplicità e qualità dei cocktail, si unisce alla socialità e allo “stare bene” in mezzo alla gente. Come un vero pub, Iter si connota ora come un luogo dalla forte vocazione familiare, amichevole ed umana. L’atmosfera è quella calda e accogliente del vero pub scozzese, dove ogni elemento rappresenta una tradizione importante, ricca di simboli, fascino e mistero. Un luogo ospitale dove sedersi, per condividere drink, piatti dalla forte connotazione scozzese, storie e momenti felici.

E così ecco i nuovi drink, come Bagnino, che immagina un bagnino italiano in viaggio a Islay, isola scozzese nota anche come “la regina delle Ebridi”, unione di un’icona italiana tipicamente estiva come l’anguria, con il whisky scozzese e le ostriche, in particolare Oyster leaf (foglia d’ostrica) che sa di oceano, di scogliera battuta dal vento, di salsedine, laguna e spiagge bagnate dalle onde.

ITER_-_Bagnino

Oppure Bubly, le cui bolle s’ispirano all’elemento dell’aria, caratterizzato dal tipico profumo della Scozia: il cardo. Per ricreare l’effetto “bolle”, nel cocktail sono presenti il prosecco e la spuma, rappresentativa della Irn-Bru, tipica bevanda gasata analcolica detta anche “l’altra bevanda nazionale scozzese” dopo lo Scotch whisky.

Fino all’Highland Titles, con ingredienti derivanti dalla terra e l’aggiunta del bitter, infuso col luppolo, del vermouth, miscelato con alghe e funghi e sciroppo di camomilla.

Perché, in fondo, il pub è uno “state of mind”, una consuetudine per chi ama sentirsi a proprio agio, dove l’arte del buon cibo e del bere bene è imprescindibile, per poi tornare a casa felici, con la voglia di ritornare.

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