Al via il prossimo 13 marzo l’undicesima edizione di TheOneMilano, salone cosmopolita che raccoglie 90 brand provenienti da 11 Paesi, e si terrà in fiera in contemporanea con Micam, Mipel e Homi Fashion & Jewels, un modo intelligente di fare sistema in un periodo storico e finanziario molto delicato, immediatamente dopo 2 anni di pandemia e con la crisi tra Ucraina e Russia alle porte.

Elena Salvaneschi CEO TheOneMilano
Elena Salvaneschi CEO TheOneMilano

Cuore pulsante del salone sarà l’area speciale “Slow Fashion Manifesto: le competenze visibili” dedicata al Made in Italy e al suo “saper fare”, creata in collaborazione con Confartigianato con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e di ITA/ICE.

A THEONEMILANO ECCO LO SLOW FASHION E LE SUE COMPETENZE VISIBILI

Ricamatrice e merlettaia

Il ricamo a mano è un dettaglio prezioso, un gioco di fili, di colori e di materiali che si devono integrare perfettamente con il modello senza risultare un’aggiunta artificiosa. Scelta per dimostrare come si fa è Silvia Valli, sarta teatrale che confeziona abiti da cerimonia con ricami innovativi e sperimentali creati con i tessuti di Como. Simona Iannini ai buyer di TheOneMilano propone un’attualizzazione del tombolo aquilano su accessori moda con l’obiettivo di far comprendere la versatilità di questa tecnica adatta a molteplici utilizzi che vanno dall’arredamento, alla moda, dalla biancheria, al wedding o nel campo dell’accessorio. Insomma, merletto ovunque e per sempre.

Simona Iannini, merlettaia a tombolo
Simona Iannini, merlettaia a tombolo

Il sarto

Disegnare, modificare, riparare, cucire, confezionare sono solo alcune delle attività che i sarti devono essere in grado di fare nell’arco della loro giornata lavorativa. Perché la figura della sarta e del sarto è diventata molto di più del taglia e cuci, trasformandosi in un mestiere artigianale articolato e complesso. Rappresenta questa figura a TheOneMilano Paolo Lambertucci che dimostrerà nel salone come nasce un abito sartoriale maschile taylor made: le mani di Lambertucci, attivo nel settore dal 1986, si esprimeranno in alcune fasi della tipica lavorazione sartoriale, come la cucitura manuale e la realizzazione delle asole.

Tessitore a telaio

Un tempo la tessitura era un’attività fondamentale. Tessere era un’attività riservata alle donne che provvedevano in questo modo ai tessuti per ogni necessità della famiglia. Tessere con il telaio a mano oggi significa puntare sullo slow fashion e sui suoi valori: come fa “Giorgio Grati” azienda marchigiana che pone grande attenzione alla sostenibilità e all’innovazione attraverso un ciclo produttivo teso a recuperare filati di precedenti stagioni sapientemente rimescolati e lavorati su “antichi” telai, per tessuti dalla mano morbida e dalla trama unica interamente “Made in Italy”. Un ciclo virtuoso teso alla tutela dell’eco-sistema che rende viva una tradizione artigianale che continua nel tempo per collezioni dallo stile raffinato realizzate con tessuti esclusivi, capi iconici dalla costruzione precisa e strutturata.

Il calzolaio

Ricercate e bellissime: sono le scarpe fatte a mano, un gioiello dell’artigianato che rendono straordinario il vestire quotidiano. Sono il prodotto di un antico mestiere che, appoggiandosi alla cultura e all’etica del lavoro, oggi è modernissimo. Nelle Marche la lunga tradizione calzaturiera artigianale è un tesoro di saperi che si trasmette di generazione in generazione. Rappresenta questa professione Damiano Chiappini, che arriva da Fermo, città nel cuore del distretto calzaturiero delle Marche. Ha imparato il mestiere fin da giovanissimo dal padre Luigi. L’esperienza di famiglia ha inizio già negli anni trenta, quando Luigi, com’era costume in quel tempo, si recava a domicilio dei clienti per fare sul posto le calzature, completamente a mano e tutte su misura. Tutto ciò oggi continua a vivere con una sapienza che arriva da lontano e una tecnologia che vede il futuro.

Damiano chiappini, calzolaio
Damiano Chiappini, calzolaio

Il pellettiere

Le borse in pelle e cuoio, così come gli accessori di piccola pelletteria, evocano l’eleganza dei viaggiatori di inizio secolo e sono nello stesso tempo modernissimi. Sono fatti per essere usati più di una stagione e per questo interpretano la durabilità, tema centrale di quella sostenibilità tanto ricercata. Ma come si realizzano delle decorazioni che le rendono uniche? A TheOneMilano “Constancia Bags” ne darà dimostrazione in fiera: in particolare verrà eseguito il lavoro di carving e tooling. Il valore aggiunto è dato dagli skills acquisiti nel tempo da parte dell’artista e artigiano, ovvero l’abilità conseguita attraverso anni di studio e pratica, che esegue il lavoro nonché dal numero di ore necessarie per l’esecuzione.

Lo stampatore

Qualcuno ha detto che nella moda si è passati dal quadro dipinto alla serigrafia. Ma in realtà, l’importane è che un abito vesta bene. E che abbia un tocco di elegante unicità, donata da un dettaglio, un accessorio. Come i foulard di Dezen Dezen che verranno serigrafati dal vivo durante TheOneMilano. Nel laboratorio di Trieste si realizza la storia dell’azienda di famiglia, attiva in tutto il Centro ed Est Europa e specializzata – fin dal 1938 – nella produzione di foulard. Da questa preziosa eredità, oggi vengono stampati a mano capi e accessori utilizzando i quadri serigrafici originali e, allo stesso tempo, sperimentando tecniche di stampa più moderne. Si producono così capi unici e artigianali, realizzati in serie limitata attraverso una produzione sostenibile che contempla tessuti naturali, inchiostri di alta qualità rispettosi dell’ambiente.

Il pellicciaio

Un mestiere dalle lunghe tradizioni, che vede le proprie radici nell’Arte dei Vaiai e dei Pelliccia, una delle 7 Arti Maggiori riconosciute a Firenze nel 1300, insieme a quelle del Cambio, della Seta, dei Medici e Speziali, della Lana, dei Giudici e dei Notai. TheOneMilano punterà il focus sulla rimessa a modello, ovvero il riciclo di pelli usate per creare un capo unico e nuovo. Lavora su pellicce usate Andrea Amadei, con la sua Jadei Couture.

Andrea Amadei, Jadei Couture, pellicciaio
Andrea Amadei, Jadei Couture, pellicciaio

Il Cammeo

Il cammeo è un monile la cui storia viene da lontano e racconta di un saper fare antico. Come prende forma ce lo dimostrerà Dionigi Castagnoli, dalle cui mani vengono alla luce gioielli unici. Una lavorazione che ancor oggi può essere fatta esclusivamente grazie alla sapienza di un artigiano e che prende il via dalla scelta della pietra o conchiglia e dalla sua prima incisione. L’intero processo fino alla segnatura e alla sagomatura del pezzo tagliato, si potrà seguire da vicino al Salone milanese, nello spazio dedicato allo Slow Fashion. Tutto il lavoro di Castagnoli mira alla produzione di un prodotto italiano di alta artigianalità e qualità.

L’occhialaio

L’occhialaio per saper fare occhiali adatti al viso e soprattutto alla personalità di chi li indosserà vuol dire essere più che artigiani, ma anche un po’ psicologi. Perché un’occhiale dice molto della personalità di chi lo indossa. “Gli occhiali sono come le donne – spiega Paolo Seminara punto di riferimento di questo accessoriose le vedi da lontano e ti sembrano belle, aspetta che si avvicinino per esserne certo. Da lontano non vedi i piccoli particolari, non capisci i dettagli. Solo guardando i dettagli, solo cercando di carpirne l’essenza riesci a decidere se sono davvero belli. In vita mia ho disegnato e portato in produzione migliaia di occhiali e di ciascuno ne ho almeno uno. Perché da ciascuno posso imparare qualcosa per fare il prossimo ancora meglio”. A TheOneMilano si realizzeranno alcuni esemplari unici, creati con la competenza di un vero artigiano dell’accessorio, uno tra i più ricercati.

La modista

La modista fu la prima professione femminile riconosciuta nel 1796 da uno statuto francese. Un traguardo importante per l’emancipazione della donna e per il valore storico che ne consegue. È proprio questa la capacità artigianale di Stefania Belfiore che, nell’ambito di “Slow Fashion”, porterà a TheOneMilano i processi produttivi necessari per la realizzazione di un cappello. Un focus verrà dunque fatto sulle antiche tecniche di modisteria che utilizzano il feltro per i copricapo invernali e la tela Sinamay per quelli da cerimonia in stile inglese. I materiali saranno modellati e plasmati su forme in legno di diverse forge, alcune realizzate da ebanisti dei primi 900’. Vedremo anche qui il tempo scorrere lento e tra una moderazione e l’altra, in attesa dei tempi di asciugatura, saranno eseguite diverse procedure di rifinitura e decorazione per il completamento dei cappelli. Sotto i riflettori, le possibili varianti dettate dalla creatività del momento, enfatizzando la capacità artigianale nell’individuazione di un colore o di una diversa decorazione nella definizione dello stile finale.

Stefania Belfiore, Stybel_ modista
Stefania Belfiore, Stybel_ modista

Il set up dell’area è legato alla creatività di Margerita Palli, la scenografa di fama internazionale che ha firmato importanti spettacoli teatrali in Italia e nel mondo (dalla Biennale di Venezia al Piccolo Teatro di Milano, da Salisburgo a Bruxelles, a Tokyo), mostre d’arte e visionari allestimenti come quelli dedicati alla Milano della Moda, con le maschere sulla facciata della Rinascente ai tessuti in cascata in piazza della Scala a Milano.

“Attorno al prodotto ci vuole una storia e il pubblico deve sentirsi in uno spazio che ha la sua atmosfera, un luogo bello che stimoli le idee. Le fiere, da appuntamenti per addetti ai lavori, devono essere lo scenario di apertura verso il mondo della produzione per raccontare e osservare con calma il bello della filiera – dichiara Margherita PalliPer questo ho voluto inserire in questo spazio delle sedute. Un posto in cui sedersi per ammirare capolavori, come in un museo davanti ai quadri. Un posto in cui sedersi per parlare e confrontarsi. Un posto in cui semplicemente riposare.”

Come sedute la scenografa ha voluto “Tramae”, design unPIZZO per B&B Italia, pouf in tre dimensioni, oggetti pieni di carattere dalla forma esagonale che si arrotondano fino a perdere gli spigoli. Una scelta legata al loro design ma anche al fatto che la superficie presenta un singolare dinamismo di materiali e colori che prendono vita grazie ad un intreccio esclusivo che rilegge in chiave contemporanea la tradizione della lavorazione dei cesti in vimini, interpretando anche nel lifestyle il messaggio slow fashion del salone.